Adriano Scianca per la Verità
samuel paty
Per la Francia è l'ora del periodico appuntamento con il cordoglio e con lo stupore. Sul primo fronte, ieri è stato il momento di una «marcia bianca» a Conflans-Sainte-Honorine, il comune dell'Île-de-France in cui venerdì scorso Samuel Paty è stato decapitato dal diciottenne ceceno Abdoullakh Abouyedovich Anzorov.
Davanti all'Assemblea nazionale, i deputati hanno inoltre intonato la Marsigliese dopo aver osservato un minuto di silenzio. In mezzo al dolore, si fa però strada la consueta sensazione di incredulità: come è stato possibile? La ricostruzione dei fatti che hanno portato all'esecuzione del professore amante della libertà d'espressione ha le sembianze del solito, brusco confronto con una realtà che si vorrebbe pacificata e che invece è attraversata da demoni.
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Sul fronte delle indagini, le novità di ieri sono rappresentate dalla scoperta che il padre della studentessa che aveva messo all'indice sui social Paty aveva scambiato dei messaggi su Whatsapp con Anzorov, nei giorni precedenti all'attacco. Il genitore, infatti, aveva messo il suo numero di telefono su Facebook, insieme a un video diffuso l'8 ottobre nel quale attaccava violentemente il docente.
Un secondo video era stato pubblicato il 12 ottobre: in questo caso, l'uomo compariva in compagnia del francomarocchino autoproclamatosi imam Abdelhakim Sefrioui, volto noto dell'estremismo salafita transalpino. Non è ancora noto il contenuto dei messaggi intercorsi tra il genitore e il giovane terrorista.
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Sono al momento 16 i fermati legati a questa vicenda: cinque studenti, una persona già condannata per terrorismo, i genitori, il nonno e il fratello dell'attentatore, altre tre persone entrate in contatto con lui, Brahim Chnina, il già citato padre estremista che aveva lanciato l'appello contro il docente, il suo compare Abdelhakim Sefrioui e sua moglie.
Attenzione puntata, in particolare, su uno studente, già fermato, poi rilasciato e infine ritornato in cella ieri mattina: gli investigatori credono che lui e altri coetanei abbiano indicato il professore al suo assassino dietro il pagamento di denaro. Emergono anche dei dettagli sul conferimento alla famiglia Anzorov dello status di rifugiati. Il nucleo familiare era arrivato in Francia nel giugno 2007 e aveva richiesto asilo, con il pretesto della propria vicinanza alla resistenza cecena.
manifestazioni a parigi per ricordare il professor paty
Avevano parlato di maltrattamenti da parte delle autorità russe e del rischio concreto di rappresaglie in caso di ritorno in patria. Il 19 novembre 2010, tuttavia, l'Office français de protection des réfugiés et apatrides aveva rifiutato il diritto d'asilo.
LA TESTA MOZZATA DI SAMUEL PATY
La motivazione: «Récit stéréotypé». Il racconto delle persecuzioni subite, cioè, era apparso falso, basato su luoghi comuni, quindi non credibile. Il 25 marzo del 2011, tuttavia, la Cour nationale du droit d'asile aveva espresso il parere opposto, concedendo la protezione nazionale alla famiglia cecena.
In questo modo, il giovane Abdoullakh, nato a Mosca il 12 marzo 2002, aveva potuto beneficiare dello status di rifugiato e ottenere in modo automatico un permesso di soggiorno della durata di 10 anni a partire dallo scorso marzo, allo scoccare della sua maggiore età.
manifestazioni a parigi per ricordare il professor paty
Gli Anzorov vivevano nel quartiere della Madeleine, a Évreux, dove a partire dal 2003 risiedono una sessantina di famiglie cecene. Se la zona è conosciuta per il suo alto tasso di violenza, Abdoullakh non sembrava farsi troppo notare: lavorava nei cantieri, aspirava a lavorare nella sicurezza, tirava di boxe. Negli ultimi giorni era apparso particolarmente scosso dalla vicenda del liceo di Conflans. Con gli esiti che sappiamo.
Ora le autorità sono alle prese con la solita, tardiva rincorsa degli eventi, nel disperato e reiterato tentativo di contrastare l'estremismo islamico. Il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha chiesto al prefetto di Seine-Saint-Denis di chiudere la moschea di Pantin, da cui era stato diffuso un video che attaccava violentemente Paty e i suoi corsi sulla libertà d'espressione.
omicidio di samuel paty 1
Secondo il ministro, l'imam di questa moschea portava i suoi figli, dai 2 ai 6 anni, tutti abbigliati con l'hijab, in una scuola clandestina senza ricreazione, senza finestre e senza professori. Nel mirino delle autorità anche 51 associazioni salafite.
Nei giorni scorsi, Darmanin aveva già disposto di espellere 231 stranieri i cui nomi sono iscritti nel Fsprt, il registro delle segnalazioni per la prevenzione della radicalizzazione a carattere terroristico. Sempre Darmanin ha poi chiesto una «vigilanza aumentata» attorno alle scuole.
Lunedì sono state effettuate 34 perquisizioni nei locali di associazioni culturali segnalate per radicalizzazioni. Un vero e proprio giro di vite, con il presidente Emmanuel Macron che in serata ha annunciato la decisione di sciogliere il collettivo islamico Sceicco Yassine fondato da Abdelhakim Sefrioui, filosalafita, autoproclamatosi imam, in prima fila contro il professor Paty. Fino al prossimo attentato.
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