DAGOREPORT
Se per la chiesa la domenica e' il giorno del Signore,per i consiglieri di amministrazione del Gruppo RCS, l'editore del Corriere della Sera, e' il giorno dei signori che nel prossimo fine settimana si riuniranno per approvare i conti e deliberare sul piano che servira' a ristrutturare il debito.
Non avranno l'aria felice perche' dovranno mettere mano al portafoglio e tirar fuori dalle tasche la prima tranche di 400 milioni che serve a dare un po' di ossigeno alle casse della societa'. Rispetto al miliardo di debiti che pesa come un macigno non e' una grande operazione e gia' sanno che entro il 2015 dovranno cacciare altri 200 milioni per tenere in piedi la corazzata del giornalismo italico.
SCOTT JOVANEA renderli perplessi non e' soltanto la sensazione che le due trasfusioni di sangue non basteranno, ma e' sopratutto la nebbia che si intravede dietro il piano industriale dell'amministratore Scott Jovane convinto di recuperare una forte redditivita' sul versante del digitale che in America e in altri Paesi sta gia' fornendo agli editori grosse delusioni. L'unica cosa certa e' che nel 2015 il manager ex-Microsoft imposto a luglio da John Elkann e Mediobanca, non ci sara' piu' e la sua gestione sara' archiviata senza particolari rimpianti.
Gli azionisti del Patto di Sindacato che ha in mano il 58% del Gruppo lo sanno anche se fanno finta di credere al suo piano "virtuale" che di "reale" ha solo la richiesta di ricapitalizzazione e le forbici per tagliare le teste dei giornalisti.Ma per adesso sono chiamati ad allungare il braccino e pare che lo facciano perche' fino a ieri sera solo l'Italmobiliare di Pesenti ha deciso di versare la meta' della propria quota.
CARLO PESENTIBen piu' convinta e' stata invece l'adesione di Fiat e Mediobanca che non credono alla favola del "cavaliere bianco" in arrivo dalla Germania con l'armatura del gruppo tedesco Springer che dal 1842 ad oggi e' diventato un colosso mondiale.
A questo punto c'e' da chiedersi quali siano le ragioni che spingono il giovane Elkann e il pallido Nagel a mettere tanta energia nell'operazione di per se' miserella e insufficiente di domenica prossima.
JOHN ELKANN E LUCA DI MONTEZEMOLO FOTO ANSAE' una domanda legittima se si pensa all'indifferenza piu' volte dimostrata da Sergio Marpionne verso la carta stampata e nei confronti di un asset che a settembre l'economista Penati invitava a vendere senza indugi. E nemmeno si puo' dar credito a una voglia di rivincita che la coppia Elkann-Nagel avrebbe covato in questi mesi nei confronti dello scarparo marchigiano Della Valle che con il suo gergo contadino li ha definiti ragazzi inadeguati.
Ecco allora spuntare nella nebbia il profilo di un progetto che nel medio periodo potrebbe spiegare il pressing del Lingotto e di Piazzetta Cuccia per salvare i conti di RCS e del Corriere fino al punto di convincere le banche riluttanti (prima fra tutte Unicredit) a farsi carico dell'eventuale inoptato da parte di alcuni soci.
E' il progetto di arrivare in tempi ragionevoli a mettere insieme sotto un unico cappello il Corrierone milanese e La Stampa sabauda oggi in mano Fiat.
Alberto Nagel articleNella sua infinita miseria Dagospia ne ha parlato mesi fa facendo inorridire gli addetti ai lavori e ai livori,ma oggi i rumors si moltiplicano e qualche serio analista ritiene che la strada della salvezza passi ,per entrambe le testate, dall'integrazione tra due realta',forti nel prestigio,deboli nei conti.
Diego della valleC'e' poi chi arriva a dire che il dossier e' gia' sulla scrivania del pallido Nagel che vorrebbe fare il regista dell'operazione tra i due salotti con le tappezzerie bucate in modo da spezzare per sempre le velleita' di Dieguito e del suo amico Luchino.
Se poi a queste voci si aggiungono quelle che vorrebbero il pio Calabresi al posto del supplichevole De Bortoli, e Giulio Anselmi (ex-direttore dell'Ansa di cui l'editrice La Stampa possiede il 3%) al timone editoriale del nuovo gruppo,allora il progetto assume contorni ancora piu' credibili.
Per non parlare poi di chi gia' sussurra che il nuovo giornalone cambiera' nome e si chiamera' semplicemente "Il Corriere" con due corpose edizioni destinate rispettivamente al Nord Ovest e al Nord Est.
FOTOGRAFI IN PIAZZETTA CUCCIA