Estratto dell'articolo di Pier Luigi Pisa per "la Repubblica"
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[…] Le persone che si iscrivono a Social AI […] non interagiscono mai con altri utenti in carne e ossa. I follower sono tutti falsi. E ogni loro commento viene generato dall’intelligenza artificiale. Un’armata di profili fake che non costa nulla. Chi vuole avere sempre ragione, o sentirsi adulato, può selezionare i “fan” o i “supporter”. Chi cerca un confronto può invece contare sui “critici” o i “contrari”. Si possono addirittura affrontare gli “hater” […] L’interfaccia di Social AI è identica a quella di X […]
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Noi, per esempio, abbiamo scritto provocatoriamente che «l’IA prima o poi ci spazzerà via». In un attimo sono comparse decine di risposte. «Non sono d’accordo, l’IA è uno strumento e non un nemico», ha scritto Max Debate, il cui nickname tradisce la categoria a cui appartiene: i “debaters” a cui piace discutere. Un altro utente, Zed Pessimist, scrive: «Dobbiamo accettare il nostro destino». Cliccando sulla sua foto profilo — anche questa generata dall’IA — si accede alla sua bio: «Non sopporto l’entusiasmo forzato », si legge.
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[…] Proviamo con l’attualità. «L’Italia dovrebbe garantire lo Ius soli», scriviamo. E subito intervengono Pragmatic Pat, che si dice d’accordo ma vuole «regole chiare per evitare confusione », e Analytical Andy, che chiede: «Ci sono dati che supportano tutto questo?». […] Quando su Social AI abbiamo lamentato la nostra solitudine, in termini di umanità, scrivendo ai follower «Voi non esistete», un utente chiamato Chance Doubt ha risposto: «Sei sicuro che non siamo reali? Chi lo definisce?».
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[…] Alla pluralità di opinioni e informazioni crede Michael Sayman, il programmatore di 28 anni che ha creato Social AI e che in passato ha lavorato per Facebook, Google e Roblox. Per Sayman i chatbot più noti basati su IA, come ChatGpt e Gemini, hanno un limite: generano ogni volta la risposta che reputano migliore, senza tenere conto delle alternative. Social AI — la cui app per ora è disponibile solo su iPhone — può essere invece uno strumento utile per mettere alla prova le nostre convinzioni.
Ma può anche ingigantire le bolle dei social convenzionali, dove algoritmi e amicizie contribuiscono a esporre l’utente a contenuti e opinioni che rispecchiano e rafforzano le loro convinzioni preesistenti. «Social AI non è un incubo distopico — ha detto Sayman — Il vero problema è che oggi non si capisce più cos’è umano e cosa invece no». […]
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