Estratto dell'articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
coronavirus
A due giorni di distanza dal primo lockdown italiano, l'Oms l'11 marzo del 2020 proclamava lo stato pandemico. Dopo 764 milioni di casi e 6,9 milioni morti il suo comitato di emergenza si appresta oggi a proclamare la fine della pandemia. Anche se per l'ufficialità bisognerà attendere il 20 maggio, quando l'indicazione verrà con ogni probabilità fatta propria dall'assemblea generale degli Stati membri.
pandemia
Un'odissea durata più di tre anni, anche se in Italia, così come nel mondo, il Covid graffia ancora, facendo da noi ancora 600 morti al mese, come ha voluto ieri ricordare il presidente dell'Ordine dei medici, Filippo Anelli. Certo, c'è la variante Arturo che in India ha generato una nuova ondata.
Ma parliamo dell'ennesima figlia di Omicron, la versione più edulcorata del virus che oramai domina un po' ovunque da un anno e mezzo, senza mettere più sotto stress i servizi sanitari dei singoli Paesi.
toccarsi durante la pandemia
[…] «Come tutti ci auguriamo che ci sia la dichiarazione di fine pandemia. Noi siamo molto tranquilli e sereni», ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, preannunciando così l'uscita dalla fase emergenziale. «Una decisione giusta», commenta lapidario Walter Ricciardi, che nell'Oms ha in passato rappresentato l'Italia, dove ha sempre militato nel partito dei rigoristi.
PANDEMIA DI CORONAVIRUS
«La situazione sta migliorando ed è giusto quindi che l'Oms vada in questa direzione. Ma la cosa importante - aggiunge - è che non si pensi che sia tutto finito, perché il virus continua a circolare e a colpire le persone fragili, che vanno protette con le mascherine e le vaccinazioni». Peccato che queste ultime non le faccia più nessuno (ieri le dosi somministrare sono state 382) mentre le mascherine da Nord a Sud restano tirate su in quasi tutti gli ospedali e gli studi di medici di famiglia e pediatri, per autonoma decisione di responsabili regionali, direttori sanitari degli ospedali e camici bianchi. […]
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