Matteo Bastianelli
Estratto dell'articolo di Maria Elena Gottarelli per www.repubblica.it
«Mai visto una furia cieca, gratuita, come questa. Se ho pensato di morire? Sì, se mi prendeva bene in testa morivo». A parlare è Matteo Bastianelli, il 46enne di Fermignano pestato a sangue da un automobilista all’alba del 16 ottobre, mentre andava al lavoro, solo per avergli fatto segno di rallentare alzando il braccio. In un’intervista rilasciata al ‘Resto del Carlino’, il titolare del Conad racconta […] la violenza: […] è stato investito e preso a martellate da un bidello di 36 anni, ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
Matteo Bastianelli
È vivo grazie all’intervento di un netturbino che passava di lì con il suo camion. «Stavo attraversando la strada a piedi, per andare al Conad, abito a 600 metri - racconta la vittima al Carlino - Una macchina velocissima ha svoltato e mi è sfrecciata a fianco. Ho alzato il braccio destro, per dire di andare più piano… Ma in realtà non ho detto nulla, nel senso che non ho parlato. Lui frena di colpo, mi sono detto: ora viene a litigare...».
Poi «ho visto la macchina che mi veniva addosso, mi ha investito , ho messo le mani sul cofano e mi sono ritrovato col bacino sotto la macchina». L’uomo racconta poi di essere riuscito a tirarsi fuori e di essere andato verso il marciapiede, per fuggire. «A quel punto lui è uscito dall’auto con un martello in mano ed ha cominciato a colpirmi a martellate sulla schiena, ho cercato di ripararmi il volto e il capo. Due anni fa ho avuto un'emorragia cerebrale, ero terrorizzato per la mia testa».
aggressione Matteo Bastianelli
Nonostante le suppliche della vittima - «gli ho detto: “ho due figli, ti pago”» - l’aggressore non si fermava. Si è accanito su di lui con quattordici colpi alla schiena e due in faccia. […] «È arrivato un signore della nettezza urbana, ha cominciato a gridargli “lascialo stare”. Ma l’altro gli rispondeva “Cosa vuoi, fatti gli affari tuoi…”». Pochi istanti di distrazione del suo aguzzino sono bastati alla vittima per fuggire e chiudersi nel camioncino della nettezza urbana, facendo desistere l’aggressore.
«Un attimo prima - aggiunge Bastianelli - quando ero riuscito ad allontanarmi, e l’altro ancora non era partito con la macchina, ho visto la targa e gliel’ho dettata a quello della nettezza, che si è segnato il numero». Il netturbino lo ha poi accompagnato sul posto di lavoro, al Conad. Dove, sconvolto, ha chiamato i soccorsi, le forze dell’ordine e la moglie. È stato dimesso dall’ospedale senza nessuna frattura confermata. […]
Matteo Bastianelli