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    “LEI ERA A TERRA E GLI AMICI ATTORNO RIDEVANO” - IL RACCONTO DI UN’AMICA DELLA 15ENNE IN COMA ETILICO AL LICEO “RUSSELL” DI ROMA DOPO AVER SCOLATO MEZZA BOTTIGLIA DI VODKA: “HANNO COMINCIATO A BERE COME SE FOSSE UNA GARA, FORSE SOTTO C'ERA ANCHE UNA SCOMMESSA. DI SICURO SI È FATTA INFLUENZARE DA QUALCUNO, DA SOLA NON AVREBBE MAI BEVUTO COSÌ TANTO”


     
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    1 - L'AMICA DELLA 15ENNE E L'ALCOL «LEI A TERRA, FRA LE RISATE» I GENITORI ATTACCANO LA SCUOLA

    Rinaldo Frignani e Claudio Rinaldi per il Corriere della Sera

     

    LICEO RUSSELL DI ROMA LICEO RUSSELL DI ROMA

    «Gli amici attorno a lei ridevano. Pensavano fosse uno scherzo, non si erano accorti che invece era svenuta». Così Olivia, 16 anni, la prima a soccorrere mercoledì mattina la studentessa filippina del liceo Russell di via Tuscolana che si era appena scolata quasi mezza bottiglia di vodka ed era crollata esanime a terra.

     

    Dopo un pomeriggio e una serata in ospedale, ieri la ragazzina è tornata a scuola. I genitori, di Ladispoli, sono stati convocati in presidenza: sono arrabbiati con la scuola, minacciano denunce anche alla famiglia dell' amichetta della figlia che ha acquistato il superalcolico in un mini market vicino al Russell - una bottiglia da sei euro - gestito da un bengalese multato di 3 mila euro per aver venduto vodka a una minorenne. «Ora a scuola non potranno più far finta di niente, preside e professori sanno bene com' è la situazione», scrivono sui social i genitori di altri alunni.

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    È stata proprio quella ragazzina di 14 anni, identificata dalla polizia, a portare la bottiglia in aula e a tirarla fuori in una sorta di ricreazione prolungata per chi non voleva partecipare alle iniziative organizzate per la settimana di didattica alternativa. «Hanno cominciato a bere come se fosse una gara, forse sotto c' era anche una scommessa a chi ci metteva di meno a finire la vodka», dice ancora Olivia.

     

    «Poi lei è crollata, è rimasta lì sul pavimento - aggiunge all' uscita di scuola -. Mi sono avvicinata, non si muoveva e così ho chiamato i prof. Di sicuro si è fatta influenzare da qualcuno, da sola non avrebbe mai bevuto così tanto».

     

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    Una bravata che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche. Secondo gli investigatori del commissariato San Giovanni la studentessa faceva parte di un gruppetto del linguistico che ha incontrato un' altra comitiva: metà vodka è stata travasata in una bottiglia d' acqua, ed è cominciata la gara fra minorenni. Non si esclude che qualcuno fra di loro abbia fumato hashish e marijuana, sebbene le analisi escludano che la quindicenne si fosse anche drogata. Sotto accusa i controlli da parte di insegnanti e bidelli.

     

    «D' altra parte quando ci sono questi eventi perquisire tutti gli zainetti è impossibile», spiega un diciottenne alla quarta «co-gestione» consecutiva. Tanto più che se da una parte è vero che l' offerta nella settimana di didattica alternativa era piuttosto varia (corsi di recupero, cineforum, lezioni di chitarra o pittura creativa), dall' altra non sono pochi i ragazzi che ammettono di aver voluto solo perdere tempo.

     

    UBRIACHI UBRIACHI

    «Io, ad esempio - racconta un quindicenne, sempre fuori dal liceo - ho passato la mattinata di mercoledì a farmi le canne vagando per i corridoi. Ma non è una questione di didattica alternativa - avverte -: alcol e droga girano anche quando le lezioni sono regolari». Un fatto che preoccupa i genitori, tuttavia né stupiti né scandalizzati: «Inutile segnalarlo, anche perché mia figlia non mi racconterebbe più niente», ammette una giovane madre, mentre un papà commenta laconico con il sigaro fra le dita: «A 18 anni sono stato fra i primi a occupare la mia scuola, ma oggi non vedo tanta partecipazione: questa per mio figlio e i suoi amici è stata più una settimana di vacanza». E nemmeno i ragazzi si fanno troppe illusioni: «Quella ragazzina è già tornata in classe, come se non fosse successo nulla. Tornerà tutto come prima».

     

    2 - LA VODKA AL RUSSELL PRESA AL MINIMARKETE GLI STUDENTI IN GARA A CHI BEVEVA DI PIÙ

    Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

     

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    Una bottiglia di vodka da sei euro. L' amichetta della 15enne del Russell l' ha comprata in un minimarket poco lontano dalla scuola a San Giovanni. Un superalcolico che non doveva essere venduto a una minorenne: per questo ieri la polizia ha multato il commerciante, un bengalese titolare del negozio nei pressi di via Tuscolana. Più di una leggerezza, visto che il fenomeno dei ragazzini che si riforniscono di alcolici in questo genere di esercizi è piuttosto diffuso.

     

    Ma che una 14enne possa averlo fatto a metà mattinata appare ancora più grave, tanto quanto essere poi riuscita senza problemi a far entrare la bottiglia a scuola nascosta nella borsa.

    Su questo indagano gli investigatori del commissariato San Giovanni, che hanno interrogato non solo la giovane filippina, residente con i familiari sul litorale romano, che mercoledì mattina si è sentita male dopo aver bevuto qualche sorsata sulle scale della scuola, ma anche l'amica che ha portato la vodka e ha confessato dove l' aveva comprata.

     

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    Fra le 11 e le 13 - una sorta di lunga ricreazione riservata a chi, con l' istituto nell' ultimo giorno di didattica alternativa, non voleva partecipare alle iniziative organizzate dalla scuola e dagli studenti - la bottiglia è finita al centro di una gara a chi avrebbe bevuto più in fretta fra i ragazzi divisi in due gruppetti. Metà della vodka è stata travasata in una bottiglietta d' acqua, in modo da partire alla pari. E la filippina - secondo i genitori completamente astemia - avrebbe cominciato a bere più degli altri fino a crollare in cortile perdendo i sensi.

     

    Dopo il pomeriggio in ospedale la 15enne ieri mattina è tornata a scuola accompagnata dai genitori, che sono stati poi convocati dalla preside Anna Maria Aglirà. E per oggi la dirigente ha indetto un' assemblea di tre ore di tutto il liceo proprio per parlare di quanto avvenuto. Per Gildo De Angelis, direttore dell' Ufficio scolastico regionale, il prof di turno a quell' ora rischia un richiamo scritto, «anche se gli insegnanti non possono perquisire gli studenti».

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    Mercoledì erano in programma alcuni recuperi, ma se «i ragazzi si allontanano per seguire dibattiti o tavole rotonde devono essere considerati come se fossero in classe e quindi devono essere controllati». Per Mario Rusconi, presidente dell' Assopresidi Lazio, «durante la didattica flessibile bisogna avere un' organizzazione ferrea. Anche se nessuna misura di controllo potrà garantire al 100% la sicurezza dei ragazzi».

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