Incendio su nave Grimaldi da Grecia a Italia: guardia di finanza al lavoro per l'evacuazione
1. IL TRAGHETTO IN FIAMME SALVATI 282 PASSEGGERI SI TEME PER GLI 8 DISPERSI
Valentina Errante per “Il Messaggero”
incendio euroferry olympia
L'allarme sulla Euroferry Olympia della Grimaldi lines è scattato alle 4.12. Il suono della sirena rimbomba ancora nella memoria di chi ce l'ha fatta. A circa dieci miglia da Corfù, le fiamme stavano salendo velocemente dal garage e presto avrebbero avvolto l'imbarcazione con 239 passeggeri, di varie nazionalità, (64 italiani) anche donne e bambini, e 51 membri dell'equipaggio (italiani e greci). Il buio, il terrore, la corsa e il panico. In 244 sono stati salvati dalla Guardia di Finanza italiana intervenuta con il pattugliatore Monte Sperone e alcuni gommoni.
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Altri dalla Guardia costiera greca. La nave, salpata all'1 e 20 dal porto greco di Igoumenitsa, sarebbe dovuta arrivare a Brindisi alle 9. E invece, in piena notte, in un quarto d'ora, le fiamme hanno raggiunto il ponte. L'inferno: il fumo alto, il fuoco che saliva e il boato delle esplosioni in successione.
I DISPERSI L'imbarcazione è rimasta in fiamme in mezzo al mare per tutto il giorno. Solo alle 11 di mattina i passeggeri sono arrivati a Corfù. Ma nel pomeriggio, quando sembrava che tutti fossero in salvo, la stessa Grimaldi ha comunicato che, rispetto alla lista delle persone identificate in una tensostruttura, in 11 mancavano all'appello. Cinque verranno rintracciate ancora sull'imbarcazione, due di loro non erano nella lista passeggeri. Il salvataggio continua per tutta la serata. Alla fine sono otto le persone di cui si sono perse le tracce: cittadini bulgari, greci e un turco. Ci sono poi altri dieci feriti, nove uomini e una donna: in sette sono stati ricoverati per problemi respiratori, ma non sembrerebbero versare in gravi condizioni, altri tre sono stati dimessi.
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LE CAUSE Le cause dell'incendio non sono ancora chiare, secondo il comandante della nave, che ha contattato il quartier generale del Gruppo, le fiamme avrebbero avuto origine nel garage numero 3. Uno dei tanti che ospitavano i 153 mezzi commerciali (tra camion e semirimorchi) e 32 veicoli al seguito dei passeggeri. Ora saranno le perizie a stabilire cosa sia accaduto.
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L'ALLARME Il primo intervento è stato quello dell'equipaggio, che ha tentato di domare le fiamme con i mezzi di bordo mentre attraverso l'emergency response team, venivano allertate le autorità nazionali e greche. Momenti difficili, nei quali c'è stato disorientamento. Il racconto dei passeggeri è drammatico: «Se l'equipaggio - ha spiegato un camionista - non avesse reagito immediatamente non so cosa sarebbe accaduto, forse il fuoco ci avrebbe divorato. Dopo che abbiamo lasciato la nave, abbiamo visto il fuoco invadere altri ponti. È stato anche il momento in cui abbiamo ascoltato le esplosioni, che probabilmente venivano dai veicoli. Ma su questo l'equipaggio era organizzato e preparato».
Sul posto sono arrivate anche le unità navali della Marina greca, e i vigli del fuoco per spegnere l'incendio, oltre a personale italiano delle Capitanerie di porto che garantisce supporto anche per prevenire la dispersione in mare di carburante con danni ambientali. In serata le operazioni di salvataggio erano ancora in corso. Le liste dei passeggeri sono state controllate e raffrontate più volte con gli elenchi delle persone identificate perché nell'arco della giornata si erano inseguite ipotesi varie sul numero dei dispersi. La Grimaldi Lines, ha disposto subito la partenza da Ancona di nave Florencia, che questa mattina porterà le persone salvate dal naufragio a Brindisi. Prima, però, dovrà arrivare il nulla-osta delle autorità locali che stanno indagando sull'accaduto.
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2. L'EROISMO DEI FINANZIERI «ABBIAMO RIPESCATO UN UOMO, SI ERA BUTTATO PER IL PANICO»
Il fumo non consentiva più di respirare, ma il comandante ha fatto il giro delle cabine prima di abbandonare la nave, con le fiamme «altissime» e il calore che aumentava. In centinaia, intanto, si accalcavano nelle scialuppe. Un uomo si è buttato in mare. Il racconto dei membri dell'equipaggio del Monte Sperone, il pattugliatore della Guardia di Finanza che per caso si trovava in zona ed è stato subito dirottato dalle autorità greche verso il luogo dell'incidente, è drammatico. In 29, uomini e donne, hanno lavorato per tutta la notte per soccorrere i naufraghi, tranquillizzarli, dar loro acqua e coperte termiche e portarli nel porto di Corfù. Un salvataggio improvvisato ma riuscito, per il quale è arrivata anche la chiamata di ringraziamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
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«Illuminavamo la nave con i fari, per far vedere che eravamo lì, a salvarli, per portarli su dalle scialuppe. Con i gommoni, abbiamo circumnavigato l'imbarcazione, per verificare che nessuno si fosse gettato in acqua per il panico. Abbiamo ripescato un uomo». Felice Ludovico Simone Cicchetti, comandante della stazione navale di manovra di Messina, si trovava a bordo del Monte e non si è ancora fermato. «L'emozione più grande - racconta - è stata vedere le donne che finalmente potevano piangere, la tensione che si scioglieva, dopo le urla e il panico, quando sono salite a bordo».
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Il comandante, in genere, lavora a terra, due giorni fa era per caso sul pattugliatore. «Gli altri colleghi si muovono meglio in mare, sono abituati anche ai salvataggi durante le operazioni di pattugliamento - spiega - È stata un'emozione troppo forte, ma non potevo permettermi di perdere la lucidità. Adesso posso dirlo: è uno dei momenti più felici della mia carriera».
LE FIAMME «Le fiamme erano così alte che le abbiamo viste ancora prima di arrivare nei pressi della nave, con la nostra strumentazione di bordo. Ci siamo attivati in fretta», racconta il comandante del pattugliatore, il colonnello Simone Cristalli, il cui pensiero ora va a tutti quelli rimasti intrappolati. «Quando siamo arrivati sottobordo - racconta ancora Cristalli - abbiamo trovato i passeggeri e l'equipaggio che erano già sulle delle scialuppe e dunque ci siamo preoccupati immediatamente di trasferirli sul pattugliatore, per metterli in sicurezza». Non sono stati momenti semplici, nonostante le condizioni del mare fossero buone. L'intervento dei finanzieri non si è limitato al solo trasferimento dei passeggeri sul pattugliatore. «Quando siamo arrivati - è ancora Cicchetti a raccontare - c'erano due membri dell'equipaggio rimasti a bordo. Ci siamo avvicinati con i gommoni e li abbiamo aiutati a scendere con la biscaggina senza problemi».
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Ma è stata proprio la casuale presenza della Guardia di Finanza in zona a consentire il salvataggio di quasi 290 persone. Quando il pattugliatore è arrivato i passeggeri erano già sulle scialuppe stracolme, in balia delle onde, al freddo. C'erano scene di panico: «Se siamo vivi lo dobbiamo a loro». La chiamata delle autorità greche è arrivata pochi minuti dopo le 4. «La Guardia costiera di Atene ci ha nominato coordinatori nel soccorso sul posto, perché eravamo l'unità navale più grande in zona - spiega Cristalli - E ci ha messo a disposizione quattro motovedette. Tre le abbiamo utilizzate per verificare che non ci fossero persone in mare attorno alla nave e una quarta, su disposizione del medico di bordo del traghetto, è servita invece per trasferire immediatamente a terra una persona che aveva accusato problemi all'apparato respiratorio».
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Una notte da incubo che ricorda quella che si è consumata nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014 quando, in una bufera di neve e il mare in burrasca, in piena notte, il traghetto «Norman Atlantic» che viaggiava da Igoumenitsa (Grecia) ad Ancona prese fuoco al largo delle coste albanesi. Una dinamica molto simile a quella di ieri, eccetto che per le condizioni del mare e per la sorte delle persone a bordo. Dei 499 che erano sulla Norman ne morirono 31. Quella notte l'allarme fu dato in ritardo, l'impianto antincendio, risultato inidoneo, venne attivato sul ponte sbagliato e non c'era vicino un pattugliatore della Finanza.
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3. "C'ERANO SOLO 2 SCIALUPPE"
Lucia Pezzuto per Il “Messaggero”
«Ho visto la morte in faccia, c'era fumo dappertutto, donne e bambini che piangevano. Ho temuto di non farcela». A raccontare l'incubo dei 237 passeggeri e 51 membri dell'equipaggio del traghetto Euroferry Olympia, è Mino Roma, imprenditore brindisino di 43 anni, che con un amico stava tornando dalla Grecia e ieri mattina sarebbe dovuto sbarcare a Brindisi. Le urla, le fiamme e la corsa verso le scialuppe: è stata una notte di terrore.
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Mino Roma si era imbarcato sul traghetto a Igoumenitsa, stava tornando da un viaggio di lavoro: «Eravamo partiti da meno di un'ora. Dopo aver mangiato un panino stavamo andando a dormire, quando qualcuno ha bussato alla nostra cabina. Ho sentito urlare: Fuori, fuori. Ho aperto la porta e ho visto la gente con il giubbino di salvataggio correre verso il ponte. C'era fumo, tanto fumo. Poi ho sentito la voce del comandante che dall'altoparlante diceva: Abbandonate la nave».
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IL PANICO L'imprenditore racconta che in un primo momento non riusciva a capire cosa stesse accadendo, poi ha visto la gente correre e il fumo nero che avanzava alle sue spalle. In tanti si stavano ammassando sul ponte, aspettando di poter salire su una scialuppa. Sul traghetto ce n'erano quattro: due sono state raggiunte dalle fiamme. All'improvviso 300 persone si sono ritrovate a salire su imbarcazioni che hanno una capienza di circa 80, 90 unità. «Eravamo circa 150 persone per scialuppa, ammassati come animali racconta ancora l'imprenditore brindisino Ad un certo punto abbiamo persino cominciato ad imbarcare acqua. C'erano persone che vomitavano, donne che urlavano e persino qualche bambino di pochi mesi che piangeva disperato. Se non fosse stato per le motovedette della Guardia di Finanza non so se saremmo sopravvissuti. È stato impressionante, la nave bruciava, le fiamme l'avevano avvolta per quasi la metà».
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L'incendio sul traghetto si è sviluppato intorno alle 2 di notte, appena tre quarti d'ora dopo la partenza. I soccorsi sono arrivati in poco tempo: due motovedette della Finanza di Brindisi si sono fatte carico dei passeggeri che si trovavano sulle scialuppe. Nel frattempo, il mare si è agitato e il sovraccarico ha fatto sì che la lancia di salvataggio cominciasse ad imbarcare acqua. «Sembrava un film, ho avuto paura anche sulla scialuppa, perché eravamo troppi. Nella fuga dalla cabina ho preso con me solo il telefonino e il portafoglio dice Roma in pratica abbiamo perso tutto.
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Ma c'è chi sta peggio di noi, penso agli autotrasportatori che hanno perso carico e mezzo. Una volta che ci hanno soccorsi siamo stati portati prima in una struttura nel porto di Igoumenitsa, dove ci hanno dato acqua e cibo. Poi ci hanno trasferiti in albergo. Qui stiamo aspettando di essere nuovamente imbarcati. È stata un'esperienza che non dimenticherò facilmente». Tutti i passeggeri del traghetto hanno ricevuto assistenza dalle autorità greche e sono stati accolti in un albergo. Ieri sera, poi, sono stati imbarcati sulla nave Florencia che arriverà questa mattina a Costa Morena, a Brindisi, intorno alle 9.30
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