Leonardo Coen per il “Fatto quotidiano”
Yves Beigbeder
Lei c’era, professore Yves Beigbeder, è uno dei pochissimi testimoni oculari rimasti. Ci racconti la sua esperienza”, chiede l’esimio professore John Q. Barrett, che insegna diritto alla St. John’s School di New York. Ed è autore della biografia di Robert Houghwout Jackson, procuratore capo del processo di Norimberga. L’uomo si accomoda. Ha 91 anni, ben portati. Si guarda attorno.
E la memoria lo riporta indietro nel tempo. Tutto è rimasto come allora. Come settant’anni fa. Qui si aprì, il martedì 20 novembre del 1945, la prima di 407 udienze, qui furono ascoltati 166 testimoni, qui vennero depositati e presi in esame più di centomila documenti, quattromila dei quali vennero tradotti dal tedesco in russo, in inglese, in francese e furono usati come prove.
truppe naziste a norimberga
“Aula 600 del Palazzo di Giustizia di Norimberga”, sussurra il professore Beigbeder, più a se stesso che alla gente che lo ascolta. Durante i week-end l’aula 600 è aperta a chi vuole vedere dove cominciò lo storico processo ai principali gerarchi del Terzo Reich. Ed immergersi nell’atmosfera di allora. Quando il mondo reclamava giustizia. E castigo. “Per la prima volta nella storia, i dirigenti di uno Stato erano accusati di crimini contro l’umanità”, ricorda Barrett.
“Sì. Il reato era ben definito dall’articolo 6 dello statuto del Tribunale militare internazionale di Norimberga: l’assassinio, lo sterminio, la deportazione e la riduzione in schiavitù e ogni altro atto disumano commesso contro le popolazioni civili, così come ogni persecuzione per motivi di ordine politico, razziale,religioso, sono atti che caratterizzano il crimine contro l’umanità. Questa stessa definizione venne ripresa nel 1946, in occasione delle risoluzioni adottate dall’assemblea generale dell’Onu,che gli dette una portata e un significato universali”.
processo di norimberga
“Qui venne posata la prima pietra di una giustizia internazionale... però bisognerà attendere mezzo secolo perché siano istituite, su iniziativa dell’Onu, due istituzioni giuridiche internazionali che abbiano la potestà di giudicare i responsabili di crimini di guerra e di genocidio...”.
“Il tribunale penale internazionale per la Ex-Yugoslavia, nel 1993, e il tribunale penale internazionale per il Ruanda...”. “So che la materia è di sua competenza...”
“Comincio dall’inizio. Il 20 novembre di settant’anni fa stavo ancora a Parigi, dove mi ero appena laureato. Pochi mesi dopo, nel marzo del 1946, divenni l’assistente di Henri Donnedieu de Vabres, che era uno dei giudici principali. Il mio compito finì ad agosto. Il processo si concluse il primo di ottobre. Poi ho fatto carriera in alcune organizzazioni internazionali (Fao,Oms). Sono stato docente universitario in Francia, Svizzera, Canada e negli Stati Uniti. Ho pubblicato saggi su giustizia e crimini di guerra”.
processo di norimberga
“Dunque, fu fondamentale essere stato presente alle udienze del processo di Norimberga?”
“Certo. I grandi capi del nazismo erano lì. Uno accanto all’altro, Hermann Goering, Rudolf Hess, il delfino di Hitler, l’impeccabile Joachim von Ribbentrop, il ministro degli Esteri nazista. Il feldmaresciallo Wilhelm Keitel in divisa...”
“Chi mancava?”
“Hitler e Goebbels si erano suicidati. Heinrich Himmler si ammazzò subito dopo essere stato catturato dai britannici . Robert Ley, il ministro del Lavoro, si era tolto la vita il 24 ottobre, nella sua cella della prigione di Norimberga. Era stato uno dei primi sostenitori di Hitler. Morì lo stesso giorno in cui venne fucilato a Oslo Vidkun Quisling, colpevole di ‘collaborazione criminale’. Martin Bormann venne giudicato in absentia: era fuggito e ancora oggi non si sa bene che fine abbia fatto”.
AULA DEL PROCESSO DI NORIMBERGA
“Il nazismo e i suoi orrori alla sbarra...”
“Inizialmente il processo doveva tenersi a Berlino, ma non c’era spazio per accogliere gli addetti ai lavori e i giornalisti che si erano accreditati. Lì si svolse la sessione inaugurale. Dopo, il processo fu spostato a Norimberga”.
“Immagino anche per il suo carico simbolico”.
“Certo. Era stata la sede di oceaniche manifestazioni di regime, soprattutto proprio a Norimberga furono emanate le infami leggi discriminatorie del 15 settembre 1935, quelle sulla protezione del sangue e dell’onore tedesco e la legge sulla cittadinanza del Reich”.
“Crimini contro la pace. Contro l’umanità. Crimini di guerra: erano queste le accuse?”
PROCESSO DI NORIMBERGA
“A Norimberga c’era l’Europa, come società di tutti i popoli europei, che giudicava i crimini commessi contro la sua civiltà, contro se stessa. Voglio ricordare le parole del procuratore britannico Hartley Shawcross, che durante una delle prime udienze concluse il suo intervento, sostenuto da una schiacciante documentazione: ‘Ora che l’incubo è finito, ora che i popoli hanno potuto rialzare la testa e trarre un respiro di sollievo, ora tocca a noi depositari della giustizia internazionale, di esaminare la frode che ha permesso agli attuali detenuti di perpetrare quella serie infinita di crimini, di assassinii, di devastazioni e di saccheggi che hanno lasciato il mondo insanguinato e pieno di rovine’.
hitler
“Dopo 218 giorni di dibattimento, le sentenze furono lette dal magistrato inglese sir Norman Birkett. Dodici imputati vennero condannati all’impiccagione: Goering, von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunnen, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyss-Inquart e Bormann,contumace. Tre ebbero l’ergastolo: Hess, Funk, Raeder. Von Schirach e Speer presero vent’anni. Von Neurath, 15 anni. L’ammiraglio Doenitz, 10 anni.
MARTIN BORMANN
Tre le assoluzioni: von Papen, Schacht e Fritsche. Le condanne a morte furono eseguite nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 1946. Al capestro sfuggì Goering: qualche ora prima di essere condotto al patibolo, inghiottì una capsula di cianuro.
Così fu: è storia. Mentre l’incontro di Barrett e Beigbeder è discronia. Ma verosimile. Quello vero ci sarà tra pochi giorni: venerdì 20 novembre, alle 19 e 30, in occasione della commemorazione intitolata “70 anni dopo il Processo di Norimberga: i testimoni oculari ricordano” che si svolgerà dentro la fatidica aula 600 del Palazzo di Giustizia di Norimberga. Con Beigbeder e Barrett discuteranno altri due “che c’erano”.
hermann goering
Uno è George Sakheim, 92 anni che ama definirsi un “testimone della Storia”. Ebreo tedesco, emigrò con la famiglia negli anni Trenta e fu reclutato dagli Alleati per fare l’interprete durante il processo. L’altro è padre Moritz Fuchs, aitante novantenne.
Per diciotto mesi, dall’estate del 1945, il soldato Fuchs (che aveva combattuto nei ranghi della First Infantry Division, 26th Regiment, 3rd Battalion) fu guardia del corpo del procuratore capo Jackson, che era stato 58esimo procuratore generale degli Stati Uniti. Lasciato l’esercito nel 1947, Fuchs divenne un prete cattolico e servì la Chiesa per trent’anni. E’ Storia pure questo.
RUDOLPH HESS Himmler con sua figlia Gudrun IL PROCESSO DI NORIMBERGA IL PROCESSO DI NORIMBERGA IL PROCESSO DI NORIMBERGA IL PROCESSO DI NORIMBERGA ribbentrop