Da “la Stampa”
jafar Panahi
Il regista e oppositore iraniano Jafar Panahi, arrestato l'11 luglio, rischia di rimanere sei anni in carcere. Era andato alla Procura di Teheran per avere aggiornamenti sul caso di un collega, Mohammad Rasoulof. È finito lui stesso dietro le sbarre e adesso dovrà scontare una condanna per "propaganda contro il regime", per aver sostenuto il movimento di protesta del 2009 contro la rielezione dell'ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad a presidente della Repubblica islamica.
La condanna gli era stata inflitta nel 2010, e Panahi era stato detenuto solo per due mesi, godendo poi del regime di semilibertà condizionale che poteva essere revocato in qualsiasi momento. Gli era anche stato imposto il divieto di dirigere o scrivere film, viaggiare o addirittura parlare ai media. Negli anni che seguirono, le autorità iraniane hanno chiuso un occhio.
jafar panahi
Una tolleranza finita di colpo all'ufficio del procuratore della capitale. Panahi, 62 anni, ha ottenuto un Leone d'Oro nel 2000 a Venezia per Il cerchio e il Premio per la Sceneggiatura a Cannes nel 2018 con Tre volti, tre anni dopo l'Orso d'Oro a Berlino per Taxi Teheran. È il terzo regista iraniano ad essere arrestato recentemente.
tre volti di jafar panahi
La repressione iraniana ha infatti investito Mostafa Aleahmad e Mohammad Rasoulof, anch' egli Orso d'Oro a Berlino nel 2020 con il film There Is No Evil. Arresti eccellenti che hanno suscitato clamore in Europa: gli organizzatori dei festival di Berlino e Cannes hanno infatti condannato il pugno duro degli ayatollah contro la libertà di espressione e hanno chiesto il loro rilascio. -