Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
WALL STREET FESTEGGIA
Wall Street ha reagito ieri con un forte rialzo vicino al 5% (Dow Jones +4,98% guadagnando 1.086,38 punti a 22.878,31 punti, Nasdaq +5,84% a 6.554,36 punti), cercando di scrollarsi di dosso i timori per la presunta recessione in arrivo, che tengono col fiato sospeso l' America e il mondo. Il presidente Trump mette le mani avanti, scaricando la responsabilità dell' incertezza sulla rigidità della Federal Reserve, ma intanto proprio il suo segretario al Tesoro Mnuchin ha contribuito ad alimentare la paura, rivelando di aver chiamato i principali banchieri degli Stati Uniti per assicurarsi che abbiano abbastanza liquidità per alimentare l' economia.
STEVE MNUCHIN GIOVANNI TRIA
Lo scenario è contraddittorio da mesi. I fondamentali americani sono buoni, se non ottimi, con la crescita sopra al 3%, la disoccupazione sotto al 4%, e l' inflazione che fatica a sfiorare il 2%. I mercati però sono in territorio di correzione, con gli indici Dow Jones e S&P vicini ad una perdita complessiva del 20%, e il Nasdaq già oltre questa soglia, che sancirebbe la fine del «bull market» più lungo della storia, iniziato due mesi dopo l' insediamento di Obama.
I rimproveri a Obama
WALL STREET 1
Trump ha sempre rimproverato al predecessore di aver frenato la ripresa, e ha promesso di far correre la crescita verso il 4% annuo, spingendola con la riforma fiscale e l' eliminazione delle regole che ostacolano gli imprenditori. Il presidente si è sempre vantato del rialzo di Wall Street, sventolandolo come prova della correttezza delle sue scelte, e quindi ora è imbarazzato dai crolli, che mettono in discussione la stessa narrazione con cui punta alla rielezione nel 2020.
DONALD TRUMP JEROME POWELL
L' economia per lui conta più di tutto il resto, e l' ha usata spesso come contraltare al «Russiagate», chiedendosi «come sarebbe possibile decretare l' impeachment di una persona che sta lavorando così bene». Non potendo accettare l' onta di aver provocato la correzione dei mercati, dopo averne rivendicato il rialzo, durante le feste natalizie è tornato ad attaccare il capo della Fed Powell, accusato di boicottare la crescita con i suoi aumenti del costo del denaro finalizzati a garantire un «atterraggio morbido».
Le paure però le ha alimentate proprio il segretario al Tesoro Mnuchin, quando ha chiamato i capi delle sei principali banche americane, e poi ha emesso un comunicato per rivelare di aver ricevuto rassicurazioni sulla loro liquidità.
JEROME POWELL
Voleva farsi perdonare di essere stato in vacanza in Messico durante gli ultimi rovesci della Borsa, e rassicurare i mercati, che però hanno reagito in maniera opposta: ma come? La situazione è così grave, che il segretario al Tesoro deve controllare la liquidità delle banche? Allora stiamo peggio di quanto temessimo. Non a caso ieri è dovuto intervenire Kevin Hassett presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, per garantire che Trump non ha intenzione di licenziare Powell ed è felice di Mnuchin. Lo stesso presidente ha sollecitato gli investitori a tornare a Wall Street, perché i prezzi delle azioni sono scesi così tanto che offrono opportunità straordinarie da saldi di fine stagione.
WALL STREET 2
In realtà gli analisti sono incerti. Tutti prevedono una frenata nel 2019, ma alcuni cominciano a temere una recessione entro il 2020, che Wall Street starebbe già scontando. Una minaccia ferale per Trump, perché gli farebbe mancare il pilastro su cui conta di poggiare la rielezione.
Lieve frenata o recessione
mattis
Le preoccupazioni nascono dalla frenata già in corso in Europa e Cina, ma anche in altre regioni; dalle possibili guerre commerciali con Pechino e Bruxelles; dal rialzo dei tassi che potrebbe essere eccessivo; dal calo del prezzo del petrolio per la riduzione della domanda; dall' incertezza politica che va dallo shutdown in corso per la disputa sulla costruzione del muro lungo il confine col Messico, al licenziamento del capo del Pentagono Mattis e le minacce contro Powell.
Questo nonostante i fondamentali restino buoni, e i consumi abbiano battuto i record degli ultimi anni durante le compere natalizie, confermando anche la fiducia degli americani.A guardare bene, molti timori nascono proprio dalle mosse autolesioniste di Trump, che lui stesso potrebbe correggere.