Massimo Calandri per “la Repubblica”
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Avreste dovuto vedere che facce, gli altri, quando il Cannibale si è presentato con quell'odioso sorrisetto in conferenza stampa: piccoli cenni del capo, gelide strette di mano. Ancora tu. Marc Marquez è tornato, questa volta per sempre. La pacchia è finita? In Aragona è scattato come un indemoniato dalla quinta fila, i soliti sorpassi marziani hanno finito per provocare la caduta di Quartararo e di Nakagami già al primo giro.
«È un fuoriclasse, ma ancora una volta ha esagerato»: Zarco lo ha attaccato anche dopo la pole sul bagnato ieri in Giappone, il francese giura di essere stato danneggiato. La MotoGp torna sull'orlo di una crisi di nervi. E pensare che fino all'altro giorno filava tutto liscio, con tanti bravi ragazzi a giocarsi il titolo: nel 2020 aveva vinto il maiorchino Mir su Morbidelli, nel 2021 Quartararo su Bagnaia.
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«Bravo». «No, bravo tu». Fabio e Pecco sono sempre protagonisti, Aleix Espargaró a sua volta ci prova così come Bastianini, le gare si decidono all'ultimo giro: i campionati non erano mai stati così equilibrati. Eppure sereni, zero polemiche.
Invece, rieccolo: è come una scarica elettrica. Se quest' anno non può più prendersi il Mondiale - ma parte già favorito per il prossimo - vale comunque la pena far saltare il banco. È un modo per mettere pressione sugli avversari, strategia in cui ha superato pure Rossi. Lo aveva fatto anche nello sciagurato 2015, quando - fuori dai giochi - s' era messo di mezzo nel duello tra Valentino e Lorenzo, scegliendo lui il vincitore: «Meglio che il titolo vada a uno spagnolo ».
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Quel talentuoso, irascibile, carissimo Marc Marquez. I bravi ragazzi lo soffrono terribilmente, e lui lo sa. Così come sa che la sua ingordigia gli è costata tre mondiali. Dopo la frattura al braccio, si era messo a fare le flessioni qualche giorno dopo l'operazione e poi era tornato in pista a tempo di record: solo per mettere paura agli avversari. Ci ha riprovato ancora, due volte, gli è andata peggio. Ha ragione Zarco: è sempre stato il più forte di tutti. Ma esagera. Non riesce a tenere a bada i suoi stessi demoni. Che lo divorano.
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Qualcuno nel paddock giura di averlo visto piangere, al Mugello. È allora che qualcosa nella sua testa ha fatto: clic. «Devo fermarmi, fare le cose per bene e con calma». Il chirurgo spagnolo Joaquín Sanchez Sotelo dal Minnesota ha fatto una riproduzione in 3D: «Stai continuando a correre con un osso che ruota di 33 gradi su sé stesso: fermati!». Ha obbedito, è volato negli Usa per una quarta operazione.
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Si è finalmente comportato come una persona "normale": la lunga rieducazione, poi il progressivo ritorno in pista. E i demoni sono lì, che spingono di nuovo. Ha 29 anni. Un "vecchio", rispetto a Quartararo e Bagnaia. Vuole battere il record iridato dell'odiato Valentino (siamo 8 a 9), che festeggiò l'ultimo successo a 31. A guardarlo di nuovo in sella alla sua Honda - che senza di lui sembra un ferrovecchio: riusciranno i giapponesi a riportarla almeno all'altezza delle altre moto? - sembra rinato: «Mi sento in paradiso», giura. Pronto a scatenare di nuovo l'inferno.