Estratto dell’articolo di Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
zerocalcare 3
Poche cose mi innervosiscono quanto l’insostenibile pesantezza del maschio di sinistra, qualità (si fa per dire) che si nota soprattutto quando il nostro sta all’opposizione e dunque avendo meno da fare del solito si diletta a elaborare un’immagine dalla quale una persona di buon senso prende subito le distanze.
Colpa dei modelli, dei libri, dei film, creati ad hoc per il pubblico di sinistra e “condivisi” con le proprie compagne, che non capiamo cosa ci possano trovare di interessante, almeno loro. Il maschio della sinistra contemporanea vuole assomigliare a Zerocalcare, a lui e ai suoi personaggi.
Intendiamoci il fumettaro romano è pure bravo, però a 40 anni ancora si presenta in bermuda esplicitando una selva di peli sparsi ovunque tranne che in testa, un’esibizione orrenda che si può tollerare al massimo al mare e neppure sempre.
zerocalcare salone del libro
Nelle storie che racconta c’è un alterego incerto, imbranato eppure logorroico come solo un maschio della sinistra contemporanea, parla parla ma non prende mai una decisione e quando finalmente si decide di invitare a cena una (asociale come lui) le chiederà di fare a metà del conto, più per tirchiaggine che per aspirazione alla parità.
La popolarità di Zerocalcare ha, purtroppo, sdoganato il pantalone corto anche in città dove i più estremisti (di sinistra) sfoggiano il sandalo Birkenstock con relativo apparato ungulare artiglioso, avendo loro scambiato le vie del centro per un percorso di vacanza alternativa là dove si può osare la rinuncia al calzino. Ai primi raggi di sole primaverile ne vedo uno ogni mattina a scuola di mio figlio, è una storia di vita vissuta.
sandali da uomo
[…] Il maschio della sinistra contemporanea guarda solo film d’autore, possibilmente al cinema, sennò su Mubi o qualche piattaforma di “controinformazione”. Bruciati da tempo Hollywood e i Blockbusters, la sua ultima crociata si scatena contro le rappresentazioni e gli stereotipi politicamente scorretti. […]
Se parli con lui di architettura o design, di scienza o tecnologia, il maschio della sinistra contemporanea insisterà con l’aggettivo “etico” che un po’ come il blu sta bene su tutto ed è indispensabile per iniziare un dialogo, mentre tu sei lì giustamente a preoccuparti se negli ultimi tempi ti sei comportato secondo il suo manuale d’istruzioni.
Etica è anche la cucina, qualche volta equosolidale, e questo nuovo soggetto umano mangia solo determinati cibi, tende al vegetarianesimo, al veganesimo e se non lo fa è solo perché il dottore gli ha detto che a furia di non ingerire proteine avrebbe rischiato il ricovero. Pranzare con un maschio della sinistra contemporanea può essere deleterio, ti guarda nel piatto, ti ammonisce, ti consiglia dove andare e quando arriva il vino deve essere biologico, di un piccolo produttore e non filtrato, cioè il più delle volte fa schifo. […]
vegani
Non capirò mai come maschi del genere possano piacere alle donne, parlando ovviamente di “gente comune” dai gusti normali e non attratti dalla reciproca sofferenza. Quel che è certo è che i maschi della sinistra contemporanea li sto progressivamente spuntando dalla mia agenda, per totale e irreversibile incompatibilità.