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    IL ROCK? NON SAREBBE MAI ESISTITO SENZA BURROUGHS – UN LIBRO RIVELA L'INFLUENZA DELLO SCRITTORE BEAT SU DYLAN, McCARTNEY E TOM WAITS CHE UTILIZZO’ LA TECNICA DEL CUT-UP E PRESE A VESTIRSI COME LUI, SEMPRE DI NERO – BISESSUALE, CONSUMO' OPPIACEI TUTTA LA VITA, UCCISE LA MOGLIE GIOCANDO A GUGLIELMO TELL. IL FATTO NON EBBE CONSEGUENZE GIUDIZIARIE PERCHE'... - IL FIGLIO MORTO A 33 ANNI, LA PASSIONE PER LE ARMI E LA CONVINZIONE CHE IL LINGUAGGIO FOSSE UN VIRUS. L'OBIETTIVO DEGLI ARTISTI ERA... - VIDEO

     


     
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    Piero Negri per la Stampa

     

    BURROUGHS BURROUGHS

    Piccolo ricordo personale: l' anno è il 2004, il luogo un ristorante chiamato Little Amsterdam con tanto di piccolo mulino a vento sulla facciata, a nord di San Francisco e non lontano da Bodega Bay dove Hitchcock girò Gli uccelli.

     

    Tom Waits parla di Real Gone, l' album che uscirà in ottobre e spiega chi e cosa gli ha ispirato queste canzoni fatte a pezzi, registrate con pochissimi strumenti, con la sua sola voce a cantare la melodia e a costruire ritmo e armonia: «William Burroughs. Per anni ho usato la sua tecnica del cut-up per scrivere i testi, seguendo l' ispirazione di parole ritagliate, rimescolate e accostate a caso.

     

    Ora applico il cut-up ai suoni, canto i testi su basi che registro da solo in casa, perlopiù in bagno». Una decina di anni prima, Waits aveva messo in musica le parole di Burroughs per uno spettacolo ideato da Robert Wilson, The Black Rider, e dunque il rapporto tra lo scrittore beat e il cantautore non era certamente una novità.

    BURROUGHS 1 BURROUGHS 1

     

    Nel tempo, Waits aveva preso a vestirsi come Burroughs, sempre di nero, indossava come lui un cappello e sembrava come lui un mix tra prete, spia, bounty killer e becchino. Ma quelle parole furono ugualmente sorprendenti: Tom Waits mi stava dicendo che oltre a Dylan («Senza di lui, nessuno di noi esisterebbe») era stato Burroughs la sua ispirazione.

     

    Esce ora in Italia un libro (William S. Burroughs e il culto del rock' n'roll, di Casey Rae, edizioni Jimenez, pp. 368, 19) che racconta come il rock' n'roll stesso, quello più intellettuale e interessante, quello meno legato alle fortune passeggere del successo pop, non sarebbe mai esistito senza l' opera, il pensiero, il modo di stare al mondo dell' autore del Pasto nudo. Non sono opinioni, sono fatti: Burroughs, che è nato nel 1914 e dunque è un prodotto dell' età del jazz, ha avuto incontri significativi, che Rae racconta e analizza, con Bob Dylan, David Bowie, Patti Smith, i Beatles (in particolare Paul McCartney) e i Rolling Stones (Brian Jones), Lou Reed, Frank Zappa, Iggy Pop, Laurie Anderson, Joy Division, Nirvana, R.E.M., Sonic Youth, Hüsker Dü.

     

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    L' ultima immagine conosciuta di Burroughs è l' ultimo fotogramma del video degli U2 per la canzone The Last Night on Earth, in cui si toglie gli occhiali scuri e guarda fisso in camera senza emozioni apparenti, se non un vago senso di minaccia.

     

    È la fine del mondo, è la fine di Burroughs: ha 83 anni, morirà tre mesi dopo quelle riprese.

     

    Kurt Cobain, che lo venerava, si era suicidato tre anni prima, Allen Ginsberg, che gli fu sempre vicino e che si era addirittura speso per farlo incredibilmente entrare nella American Academy of Arts and Letters, era morto quattro mesi prima. È la fine di un' epoca, l' epoca del rock' n'roll.

     

    Burroughs credeva che il linguaggio fosse un virus. Non è una metafora: lui pensava che il virus del linguaggio avesse infettato gli umani e che avesse riscritto il nostro sistema nervoso e il modo in cui vediamo il mondo. E che, anzi, il mondo in cui noi crediamo di vivere non sia altro che un prodotto del linguaggio.

     

    Gli uomini sono «macchine morbide» programmate da una forza esterna che chiama «Controllo». Per questo, come scrive Rae, Burroughs riteneva che l' obiettivo degli artisti fosse «spezzare i meccanismi del Controllo, hackerandone e distruggendone i programmi base attraverso i suoi stessi strumenti: parole, suoni e immagini».

    William Burroughs, Laurie Anderson e John Giorno nel loft di Giorno a New York City nel 1980 William Burroughs, Laurie Anderson e John Giorno nel loft di Giorno a New York City nel 1980

     

    È evidente che questa visione tra i rockettari più intellettuali non potesse che suscitare sentimenti di identificazione: significava essere dentro e al tempo stesso contro il Sistema, una condizione ideale. Tanto più che Burroughs sembrava vivere fino in fondo la condizione di outsider, senza sconti: bisessuale, per tutta la vita fece uso di oppiacei, le armi da fuoco erano la sua unica passione: fu seppellito con la sua 38 Special in tasca.

     

    William Burroughs e John Giorno William Burroughs e John Giorno

    Ebbe un figlio che morì a 33 anni per le conseguenze dell' abuso di alcol dopo che nel 1951, a Città del Messico, aveva visto Burroughs uccidere sua madre, forse per colpire un bicchiere che lei teneva sulla testa, come un folle e ubriaco Guglielmo Tell. Il fatto non ebbe conseguenze giudiziarie perché la famiglia Burroughs, molto benestante, corruppe i giudici e gli organizzò la fuga negli Stati Uniti, ma il senso di colpa lo tormentò sempre. Probabilmente l' alcol e l' eroina furono il mezzo per tentare di metterlo a tacere, senza fortuna.

     

    WILLIAM BURROUGHS 8 WILLIAM BURROUGHS 8

    Il linguaggio sarà anche un virus, ma è ciò che assicura a Borroughs un posto nella storia.Ha inventato una lingua, più moderna e vicina a noi di quella degli altri due maestri Beat, Allen Ginsberg e Jack Kerouac (che in Sulla strada lo fa apparire con il nome di Old Bull Lee): le sue parole ora identificano generi musicali (heavy metal), gruppi rock (Soft Machine, Steely Dan), danno il titolo alle canzoni (perfino Wild Boys dei Duran Duran) e a libri di futuri premi Nobel (Tarantula di Bob Dylan, molto burroughsiano).

    TOM WAITS TOM WAITS

     

    «Quando incidi il presente, il futuro fuoriesce», diceva Burroughs, e immaginava anche qualcosa di simile alla Rete pervasiva di oggi, che è del resto la migliore conferma alla sua teoria del virus e del Controllo.

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