DANIELA RANIERI
Dagorecensione
Esiste una scrittrice a Roma (ovviamente non al ninfeo del Premio Strega!). E alla faccia delle murgiate boldrinesche dall’asterisco egualitario (“Va bene a tutt*?”), scrive con l’ampio lessico della lingua italiana, quasi latina, ed è di profonda psicologa - così profonda che Massimo Recalcati se la porterebbe volentieri… in tribunale (Lacan permettendo).
Ha scritto un Don Giovanni in senso inverso, un Madamgiovanni: Madamino, il catalogo è questo; prendi visione e poi chiediti: “Sarò all’altezza?”. Non c’entrano i centimetri né la durata, se per durata non si intende la resistenza per leggere un catalogo-romanzo di 700Settecentopagine, con sfondo Roma, non Siviglia.
Stradario aggiornato di tutti i miei baci
Daniela Ranieri è vittima di un randagismo sentimentale e sospetta di essere così: “Sono un cane affamato che si aggira per una città fantasma: ogni forestiero, anche quello che nasconde un bastone, per me rappresenta la speranza. Così mi comporto esattamente come quando voglio un prodotto che vedo online o in una vetrina: desidero che la merce apparsami mi appartenga, per il solo fatto di essermi apparsa nella sua distanza perfetta: colmando il vuoto che prima di vederla non avvertivo ma è di colpo diventato ancestrale: esportando il mio modello mentale consumistico alle relazioni amorose”.
L’uomo è una merce e l’autrice di questo repertorio fenomenologico di maschi non Alfa, di questo romanzo gaddiano rigonfio di digressioni mitologiche, olfattive (il lettore si sentirà annusato) e teverine, è nata “sulla barca-vongola di pietra tra le due anse che abbracciano l’Isola Tiberina: la testa rivolta a ovest, verso il tramonto quasi invernale di Fiumicino; i piedi puntati verso l’Adriatico, sulla direttiva dell’autostrada A24 Roma-L’Aquila, aperta proprio in quei giorni”. È l’immagine, riattualizzata della stampa di Piranesi – allora c’erano le pecore a Roma, oggi i cinghiali, ma è lo stesso.
Daniela Ranieri, Aldo Busi e Cinzia Monteverdi
Sarò all’altezza, dunque, di questa femmina irrequieta? Molti principi stranieri, ridotti a “casi umani”, quasi lombrosiani, sono caduti sotto la scure di Turadot da Tivoli: mentitori, cialtroni, vanesi… “È bastato che un uomo mi scrivesse un messaggio con un errore grammaticale di grave livello per smettere di desiderarlo all’istante; che si mostrasse cattivo con gli animali per detestarlo e auspicarne la sparizione molecolare senza appello; che mi rispondesse al telefono urlando: Carissima! o mandando messaggi vocali in numero superiore di tre al minuto, per cancellarne il numero e immaginarmelo appeso nel Colosseo…”.
Avanti un altro. “Uomini molto ammirati, prima, e supposti speciali, a dire non convenzionali, sono caduti come soldati sul Carso nell’esprimermi (alla prima cena insieme, alla prima passeggiata!) un debole per la lingerie femminile di pizzo bianco o nero (si permettono di farlo per il motivo che mai nessuna donna ha chiesto loro: ma come ti permetti? Stiamo forse parlando di mutande?”).
BACIO INASPETTATO
Avanti un altro. E il dottore? “Il dottore scopava sentendosi un ventenne (così diceva). Del resto, come un ventenne scriveva gli sms: «t kiamo», «c6?» Si lasciava andare con sbigottente entusiasmo egotico all’autoindulgenza di liberarmi addosso una stupida foga. Sbagliava tutti i calibri, il carato”. Avanti un altro: è l’intellettuale radiografato, esecrato… e questo ci rende felici! Ma poiché scrive per “il Fatto” verrebbe da chiedergli: e Travaglio, che maschio è?
Io no, non mi sento il prode Calaf e starei al largo da questa Turandot. Specie a Roma, perché quando sei a Roma, nell’amore uno “ci crede pochissimo o non ci crede”. A Roma “tutto si rimpicciolisce, perché è il luogo dell’affanno e della privazione che mi perseguita, oltre che delle schiere infernali dello spreco d’amore”.
fontana di trevi 2
Dove andremo a finire, signora mia! Beh, questo lo sa anche la Ranieri, che in questo fluviale romanzo-memoir cita il Lamento di Arianna di Monteverdi: si va a finire nel dolore, che è di tutte le relitte d’amore, punite per aver creduto all’incredibile: “Così va chi tropp’ama e troppo crede”.
Dopo aver letto “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (Ponte alle Grazie, euro 19,80), stradario aggiornato al 2021, s’intende (ma a Roma, si sa, anche le targhe dello stradario hanno i nomi sbagliati), uno o si sente Enea oppure resta solo, “senza una parola”: Roma o morte? Roma. Amore o morte? Morte.
BACIO RIFIUTATO 2
Daniela Ranieri
Daniela Ranieri 3