Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
sassuolo
Nek, il cantante, aveva previsto tutto. Era il 2013, il Sassuolo era appena salito in serie A e i dirigenti della squadra, essendo lui del paese, gli chiesero di scrivere il nuovo inno sociale, «Neroverdi». Ci infilò dentro un verso che fa così: «Siamo nuova luce che non morirà». Ma che quella luce sarebbe rimasta accesa tanto a lungo lo pensavano onestamente in pochi, allora.
Non basta avere alle spalle un colosso come Mapei per fare calcio, era convinzione diffusa. Quello che è successo negli anni successivi è invece lì da vedere: salvezze regolari, bilanci a posto, uno stadio di proprietà, una storica partecipazione all' Europa League nel 2016 e ora addirittura il secondo posto in campionato alle spalle del Milan.
Gol e spettacolo, nessuno segna come la squadra emiliana: 18 reti. Il successo sul Napoli di Gattuso è stato sbalorditivo non tanto per il risultato in sé quanto per la dinamica, per ciò che ci sta dietro: mancavano Djuricic, Berardi e Caputo, praticamente tutto l' attacco titolare. Interpreti diversi, stesso prodotto.
maxime lopez sassuolo
E ora tutti a chiedersi dove possa arrivare questo club che solo vent' anni fa chiudeva il campionato di C2 al 12° posto. Siamo di fronte alla nuova Atalanta? Vero che siamo solo a novembre, vero che è una stagione strana e vero soprattutto che sarà ancora lunghissima, ma una cosa è certa: il laboratorio Sassuolo è la vera sorpresa di questo avvio.
«Non vendo fumo» dice forte e chiaro l' allenatore Roberto De Zerbi, con quell' aria da finto duro che si porta dietro dai tempi in cui frequentava la Curva del Brescia, squadra di cui è tifosissimo e che sogna di allenare. Da un po' Cellino gli fa la corte, un giorno succederà, ma non ora. E non a breve. Perché il suo contratto col Sassuolo scade a giugno e con ogni probabilità questo sarà l' ultimo anno. «Sono pronto per una grande», ammette lui stesso.
L' elenco degli ammiratori è lungo, c' è anche il Milan, che però adesso è a posto con Pioli. Vedremo. L' autostima ad ogni modo a De Zerbi non manca, come le idee chiare.
napoli sassuolo
Basta il titolo della sua tesi di Coverciano: «Il mio modello di calcio». Che è fatto di velocità, possesso, passaggi corti e palla a terra, di ripartenze dal basso e di ricerca dell' uno contro uno. Il suoi modelli sono Guardiola e Bielsa, non Zeman:
«Voglio una squadra che giochi, ma senza le ballerine ai piedi». Come fa Locatelli, l' uomo chiave, che a soli 22 anni è il miglior regista del campionato. Il Milan che se ne sbarazzò nel 2018 lo rimpiange, la Juve lo sogna come play ideale. Ma il Sassuolo è questo: una miniera di talenti a basso costo, col 13° monte ingaggi della serie A, 35 milioni lordi. Merito delle capacità dell' a.d. Carnevali, che da 4 anni firma bilanci in attivo.
Il modello gestionale è chiaro: si compra a poco, si valorizza, si rivende. Politano, Demiral e Lirola: da soli, quasi 40 milioni di plusvalenze.
napoli sassuolo
Dopo Caputo, dopo Boga, dopo Muldur, dopo Traoré, ora gli occhi di tutti sono per Maxime Lopez, 22 anni, in prestito dal Marsiglia. Con i suoi 167 centimetri sta facendo volare i neroverdi: strepitosa la serpentina con la quale ha seminato mezzo Napoli.
nek
«Sa giocare» dice di lui De Zerbi. Chissà come sarebbe piaciuto al presidente Giorgio Squinzi, mister Mapei, scomparso il 2 ottobre 2019. Se la nuova luce di questo Sassuolo dei miracoli continua a splendere, anzi splende sempre più, è soprattutto merito suo.
de zerbi de zerbi de zerbi nek de zerbi