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    IL SEGRETO DI SPALLETTI? "KAMA.SPORT" - DIETRO I SUCCESSI DEL NAPOLI C'È ANCHE LA COLLABORAZIONE CON LA STARTUP LOMBARDA CHE SI OCCUPA DI ANALISI TECNICO-TATTICA, DI DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA DI GIOCO E DELLA CAMPAGNA DI SCOUTING PER INDIVIDUARE I CAMPIONI DEL FUTURO - I TRE RAGAZZI DELLA STARTUP: "ABBIAMO CREATO UNA PIATTAFORMA SULLO STILE DI TRIVAGO O SKYSCANNER CON LA QUALE GLI STAFF POSSONO GESTIRE TUTTO" - IL PROGRAMMA HA ATTIRATO L'ATTENZIONE ANCHE DI FILIPPO INZAGHI E ITALIANO...


     
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    Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

     

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    Non siamo i primi a scrivere di Kama Sport e non saremo gli ultimi perché si tratta della startup rivelazione nel mondo dei data applicati al calcio e allo sport.

     

    In meno di un anno ha moltiplicato di oltre sette volte il proprio valore, passando da 2,5 a 21 milioni di euro, a conferma che è la cosa giusta (una piattaforma digitale che raccoglie, analizza e integra tutti i dati inerenti al calcio, ma non solo) al momento giusto (in piena spinta da Industria 4.0) e nel posto giusto (in Italia, dove l'utilizzo dei dati nel calcio è in ritardo rispetto agli altri quattro top campionati europei).

     

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    «Basti pensare che in Premier ci sono in media 4 o 5 Data Scientist nello staff di ogni club, in Bundesliga, Liga e Ligue 1 sono circa due, in serie A poco più di zero», spiega Carlo Bertelli, CFO di Kama Sport, laureato in fisica con master ad Harvard e fresco di elezione nella "top 30 degli under 30 del 2022" di Forbes: insomma, un geniaccio. E se dunque siamo indietro, per paradosso è questo ritardo ad aver dato vita ad un'eccellenza.

     

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    Come nei film, Kama Sport nasce dalla menti di giovani brillanti. Per fortuna, prima che emigrassero all'estero. Un bel giorno del 2017, Carlo chiama a sé gli amici ingegneri informatici Davide Ragazzi (oggi CEO) e Nicola Bosio (CTO) per partecipare all'Hackathon, una maratona di innovazione organizzata dall'università di Trento e promossa dalla Figc.

     

    Non vincono ma in quella due giorni capiscono che «l'industria del calcio era incredibilmente ricca di dati male organizzati». Eureka: «Abbiamo così creato una piattaforma sullo stile di Trivago o Skyscanner con la quale gli staff possono gestire tutto: allenamenti, match, scouting e qualsiasi cosa desiderino aggiungere. Oltre all'integrazione dei dati, il segreto è la personalizzazione: per Pioli, ad esempio, abbiamo creato un indice di performance specifico», spiega Bertelli.

     

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    Poche settimane dopo, Carlo invia mail a decine di club italiani, dalla serie A alla D. Nel giro di qualche ora risponde la Juventus: interessante, verreste a Torino a presentare il progetto? Stop agli studi per due settimane e il tridente si presenta nella sede del club bianconero, attirando a sé l'interesse del calcio italiano. Essere al posto giusto, si diceva: «Da quell'incontro ne sono partiti altri, ad esempio con il Milan, l'Atalanta e il Napoli che allora era allenato da Ancelotti.

     

    A giugno 2019 abbiamo fondato la società, eravamo pronti perché nei precedenti due anni abbiamo capito che esisteva un enorme gap tra chi i dati li fornisce e chi li usa: ci siamo posizionati in quel dislivello». In sostanza, la mole di dati era immensa ed esisteva già («Solo quelli posizionali sono milioni a partita, qualche migliaio quelli che descrivono ogni giocata, più quelli medici e atletici»), ma le società «usavano dai 12 ai 15 software diversi per gestire tutto». L'obiettivo non è fornire risposte ma offrire ad allenatori e dirigenti le basi per prendere le migliori decisioni.

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    Club come il Cagliari, il Sassuolo e lo stesso Napoli hanno deciso di investire sulla piattaforma, adottandola come "gestionale" assoluto. Non a caso Spalletti ha ottenuto subito risultati e può puntare allo scudetto al primo anno nel Golfo. Altri tecnici hanno preferito investirci personalmente per tenere traccia di ogni virgola del lavoro e portare con sé il tutto in un eventuale futuro altrove: è successo a Filippo Inzaghi (Brescia), Italiano (Fiorentina) e De Zerbi (Shakhtar). Quest' ultimo, bresciano come il tridente under 30 di Kama Sport, «è sempre stato interessato alla personalizzazione della piattaforma».

     

    AD HOC PER SPALLETTI

    Il progetto più completo, però, «è quello con il Napoli, per cui abbiamo creato anche un avanzato sistema di ricerca dei giocatori sul mercato: a seconda delle caratteristiche desiderate, il software profila un ventaglio di calciatori ideali». Se i partenopei acquisteranno qualche nuovo Osimhen che si rivelerà formidabile, si pensi ai 22 di Kama Sport (tante sono le persone nell'azienda, le stesse dei giocatori in un campo di calcio). «Siamo partiti dall'Italia anche perché siamo italiani.

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    Ora abbiamo aperto una sede in Brasile, dove però la fornitura di dati è un passo indietro, e puntiamo agli Usa», prosegue Bertelli. L'America è l'Eldorado perché gli investimenti nel calcio - anche in vista dei Mondiali 2026 - sono sempre più cospicui. «Da lì si scala in altri sport», dove Kama sta già avviando esperimenti (negli sport di combattimento e nel tennis, soprattutto). Non è questione di "se" ma di "quando". A sensazione, molto presto.

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