Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “la Stampa”
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Da qualche giorno, ormai, al solo sentire la parola "Mes", il senatore della Lega Claudio Borghi sfodera un sorriso luciferino. «È il profumo della battaglia», scherza parlando con La Stampa mentre esce da palazzo Madama.
Lui che non ha mai visto di buon occhio l'euro, spesso nemmeno l'Europa, adesso aspetta con ansia che arrivi in Parlamento la ratifica del nuovo Trattato del Mes, il cosiddetto Fondo salva-Stati: «Non vedo l'ora. Faremo un bel cinema».
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[…] Nonostante tutto, resta quasi superfluo chiedere a Borghi, da membro della maggioranza, come voterà in Aula. Anzi, senza il "quasi": «È perfettamente inutile, quasi provocatorio - puntualizza il senatore -. Ovviamente, combatterò il Mes con ogni mezzo possibile e non voterò mai una ratifica con qualsivoglia postilla o rassicurazione dovesse essere accompagnata».
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[…] Sa bene che nella Lega la sua non è una posizione isolata. Matteo Salvini, che finora ha sempre evitato di fare da contraltare a Meloni, sul Mes sembra invece pronto ad alzare una barricata. La premier ha altri piani, ma «esistiamo anche noi», ricorda Borghi.
[…] Il primo voto contrario, ricorda Borghi, è arrivato nel 2012. «Dalla nostra parte c'è una lunga tradizione, mentre dentro Fratelli d'Italia l'unico a votare contro allora fu Guido Crosetto. Per loro è diverso».
[…] Borghi vorrebbe evitare altre uscite pubbliche contro il Mes, «per non dare l'impressione di aver messo le cose apparecchiate sul tavolo ancora prima di parlarne tra di noi», ma la sua non è certo una posizione nuova. Lo dice da tempo e lo ripete a questo giornale: «Questo nuovo trattato del Mes è peggiore di quello vecchio».
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[…] «Se noi ora mettiamo dei soldi nel Mes - chiede Borghi -, chi saranno gli unici che in prospettiva potranno averne bisogno? I tedeschi». Il capitale che l'Italia dovrà mettere nel Mes in futuro è pari a 130 miliardi di euro. Al momento ne abbiamo dati 15. «Ma nel nuovo trattato - nota il senatore leghista - c'è scritto che la mancante parte del capitale può essere richiesta, a totale discrezione del direttore del Mes, e che lo Stato deve adempiere entro una settimana. In altre parole, si può chiedere all'Italia di saldare i mancanti 115 miliardi in una settimana, portandola verso il fallimento. E il direttore del Mes godrebbe, sempre secondo il trattato, dell'immunità penale e civile».
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Ipotesi estreme, al confine con il fantascientifico, questo Borghi lo sa. Ma ai suoi occhi rendono evidente che «non è una questione di prendere o non prendere i soldi del Mes. È una distinzione priva di pregio». […] «È che in questo Mes ci sono cose senza senso. Il mio nome, sulla ratifica, non ci sarà».
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