Marcello Sorgi per la Stampa
DRAGHI SALVINI
Il lungo (forzatamente lungo) addio di Draghi si colora a tinte forti in una conferenza stampa in cui, prendendo spunto dal legittimo orgoglio di presentare un nuovo decreto Aiuti da 14 miliardi, il premier mette a posto i suoi ex-alleati e avversari. Ce n’è per tutti, con toni ora sornioni (più consoni a Draghi) ora risentiti, ora superiori, tanto che a un certo punto SuperMario accetta anche di sentirsi definire «sceso dall’alto», per dire che non ha mai avuto bisogno, né ha voluto, fare i conti con le miserie della politica quotidiana. E conferma il suo «no» a un secondo mandato.
SALVINI DRAGHI
Il primo ad affacciarsi nel mirino è Salvini, a cui sembra rivolto quel «pupazzo prezzolato» che continua a «parlare di nascosto» con Mosca. Draghi si prende la soddisfazione di far notare che l’ammontare degli ultimi due decreti è superiore, 31 contro 30 miliardi, all’ammontare dello scostamento di bilancio chiesto ogni giorno dal leader leghista. E di precisare che grazie ai suoi contatti con Blinken e l’amministrazione Usa il governo è stato in grado di scagionarlo completamente dal Russiagate. Della serie “So’ ragazzi”.
Il secondo, ma sempre associato a Salvini, è Conte per lo scetticismo sulle sanzioni per Mosca, «che invece funzionano», e quell’ipocrita plauso alla resistenza dell’Ucraina «che avrebbe dovuto difendersi a mani nude«.
GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO
La terza è Meloni, alla quale, dopo il voto a favore di Orban, Draghi ricorda che la tradizionale collocazione dell’Italia in Europa con Francia, Germania e i maggiori membri dell’Unione è scelta di pragmatismo: sono Paesi che hanno gli stessi nostri problemi, in cerca di una soluzione comune. Consiglio non richiesto.
Il limite di queste considerazioni, sollecitate dalle domande dei giornalisti, è che sono state tutte senza fare nomi. Sassolini, o pietre, tolte dalle scarpe fuori tempo limite.
Draghi ovviamente rifiuta di dare un giudizio sulla campagna elettorale in corso, anche se è evidente che non gli è piaciuta, e fa un solo appello: al voto. Rivolto a tutti i cittadini, perché in fondo, anche se non lo ha detto apertamente, il premier pensa che gli italiani siano meglio dei partiti che li rappresentano, e il meglio del meglio forse si annidi tra quelli astensionisti, che potrebbero cambiare le cose facendo uno sforzo per andare alle urne.
MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI
comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3
CONTE DRAGHI