Estratto dell'articolo di Francesco Curridori per “il Giornale”
ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA
Fine vita, aborto, matrimonio egualitario. I diritti, con Elly Schlein alla guida del Pd, tornano pienamente di moda. Le femministe e il mondo Lgbt aspettano e guardano con interesse alla nuova segretaria affinché il principale partito dell’opposizione torni a parlare dei temi cari alla sinistra.
La Schlein non intende deluderli, ma rischia seriamente di perdere il voto moderato. «Esiste un 4-6% di riformisti che potrebbero andare via se il Pd diventasse un partito speculare ai Cinquestelle», spiega Carlo Buttaroni, fondatore dell’Istituto Tecné. «C’è, però, un 3-4% che potrebbe guadagnare a scapito dei pentastellati. Pd e M5S insieme non arrivano al 30%», sentenzia. Il centrosinistra può raggiungere al massimo il 33%, comprendendo anche gli altri cespugli di sinistra, ma orientativamente quello schieramento non vale molto più di un terzo dell’elettorato. Fondamentalmente, anche se la maggioranza degli italiani li dà per scontati, i temi etici «non portano consenso».
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«L’area legata ai diritti e ai temi etici sta intorno al 20-25% e, pertanto, un partito che rivendica in modo eccessivo temi che non hanno molto a che fare con la vita dei cittadini rischia di allontanarsi dalle periferie», insiste. Chi ha un buon reddito e non ha il problema di come pagare le bollette può anche permettersi di pensare ai diritti civili, ma «chi, invece, deve pensare tutti i giorni a lavorare dalle cinque del mattino alle dieci di sera, questo tempo non ce l’ha«, assicura il sondaggista. Si tratta di elettori che, di per sé, non sono contro i matrimoni gay, ma che pensano solo a come migliorare la propria condizione di vita.
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« Se ci fosse una caratterizzazione molto marcata sui diritti, il Pd perderebbe il voto moderato che è cosa ben diversa dal voto cattolico dei primi anni del ‘900», ribadisce, sottolineando che il disinteresse verso questi temi non nasce da una contrarietà di tipo ideologico o religioso. «Voto cattolico e voto moderato non vanno sovrapposti. Semplicemente, oggi, è moderato chi rappresenta una classe socio-economica più una classe socio-religiosa», spiega il fondatore di Tecné, convinto che l’anima progressista che pensa ai diritti e che guarda a figure come Laura Boldrini e quella riformista difficilmente potranno coesistere nello stesso partito.
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