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    "ALLA RAI, NOMINE SENZA UN PROGETTO" - IL SOTTOSEGRETARIO ALLE COMUNICAZIONI, ANTONELLO GIACOMELLI, UCCELLA CAMPO DALL’ORTO: “IL CAMBIO DEI DIRETTORI DEI TG? AVREI PREFERITO UN PIANO INDUSTRIALE SOLIDO E CONVINCENTE E UN PIANO EDITORIALE INNOVATIVO PRIMA DELLE SCELTE SUI NOMI...”


     
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    antonello giacomelli antonello giacomelli

    Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

     

    «L'errore fatto con le nomine dei tg è lo stesso fatto per le reti: dovevano arrivare dopo un progetto complessivo che ancora non si vede». Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, non crede che in Rai sia avvenuta alcun tipo di epurazione.

    Ma ai vertici di viale Mazzini e al nuovo consiglio di amministrazione dice: «Serve un altro passo».

     

    Sottosegretario, cosa manca alla nuova Rai?

    «Siamo ancora in attesa rispetto alle premesse di riforma del servizio pubblico che prevedevano una rilettura del numero delle reti e dei canali, una forte spinta all' internazionalizzazione, l'idea di una Rai protagonista su tutte le piattaforme. Si intravedono alcuni segnali, ma non ci sono risposte compiute».

     

    Cosa pensa del cambio dei direttori dei tg?

    CAMPO DALL ORTO E MONICA MAGGIONI CAMPO DALL ORTO E MONICA MAGGIONI

    «Avrei preferito vedere un piano industriale solido e convincente e un piano editoriale innovativo prima delle scelte sui nomi».

     

    Una fretta che imputa solo al direttore generale? Non c'è un ruolo del governo?

    «Campo Dall' Orto ha tutti i poteri e le prerogative per fare le scelte. Chi sostiene che in Rai sia in corso una normalizzazione credo abbia difficoltà a spiegare che a Bianca Berlinguer vengono dati due programmi di approfondimento, che tornano Michele Santoro e Gad Lerner e che ci sarà una trasmissione anche per Massimo Giannini. Semmai avrei altre questioni: l'impianto delle testate è quello uscito dall' accordo del 1975».

     

    Tg1, tg2 e tg3 vanno superati?

    VERDELLI 4 VERDELLI 4

    «Certo. Ne avevamo discusso già quando c'era Luigi Gubitosi che aveva presentato un suo piano. Non ce n'è traccia, nulla di male, ma non capisco da cosa sia stato sostituito. Il rapporto tra rete e testata nell'informazione va ridefinito. I format di approfondimento innovativi rispetto ai talk show che linea editoriale hanno? Dopo Giovanni Floris è possibile che si faccia ancora un investimento su giovani di talento e professionalità dell' azienda?".

    luigi gubitosi con la moglie luigi gubitosi con la moglie

     

    Il piano editoriale deve ancora essere presentato.

    «Appunto. Dopo un anno quelli che mancano sono gli atti di indirizzo e di programmazione che danno corpo all' idea di trasformazione profonda del servizio pubblico, mentre trovo surreale la tesi delle epurazioni: semmai suggerisco a qualche altro professionista di farsi fare un paio di agenzie di attacchi da Michele Anzaldi. Penso ad Andrea Vianello che aveva inventato il ritorno del Rischiatutto e non ha ancora alcun ruolo».

     

    Michele Anzaldi Michele Anzaldi

    Crede che un anno sia sufficiente a trasformare una realtà complessa come la Rai?

    «No, ma la politica è andata veloce con la riforma della nuova governance, le linee guida, la consultazione pubblica, il canone in bolletta. Se penso che oggi nel bilancio Rai la vendita dei prodotti all' estero vale 6 milioni, vedo ampi margini di miglioramento. Dai vertici mi aspetto più velocità. Mi auguro che dall' autunno si cominci con un nuovo passo».

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