Giacomo Amadori per ''la Verità''
Sofri Bompressi Pietrostefani
La notizia che Giorgio Pietrostefani, ex leader di Lotta continua, latitante a Parigi dal Duemila, percepisca una pensione di vecchiaia di circa 1.500 euro al mese ha suscitato un vespaio di proteste. Come è possibile che lo Stato italiano finanzi un signore di 75 anni per stare lontano dall' Italia e non scontare la pena definitiva a 14 anni e 2 mesi a cui è stato condannato dallo stesso Stato che gli eroga l' assegno previdenziale?
Qualcuno sta provando a trovare una soluzione in tempi rapidi.
Sulla vicenda delle pensioni versate ai latitanti scoperchiata da Panorama si sta muovendo pure il governo. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha già chiesto al suo ufficio di gabinetto di attivarsi per avere un quadro chiaro della questione.
La vicenda della cattura di Cesare Battisti e il video intitolato «Una giornata che difficilmente dimenticheremo» sul rimpatrio dell' ex terrorista, filmino che tante polemiche ha suscitato, non lasciano dubbi sulla volontà del Guardasigilli di far rimpatriare tutti e trenta i latitanti della black list in mano anche al ministro dell' Interno Matteo Salvini.
Giorgio Pietrostefani
Il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, sulle pensioni ai latitanti in queste ore è stato tranchant: «Questo è un problema reale che dobbiamo risolvere in fretta» ha dichiarato. E quale sarebbe la soluzione? «Proseguiremo la strada aperta nel 2010, ma non conclusa, da una proposta di legge del leghista Massimiliano Fedriga e in parte recepita dalla legge Fornero, di revocare la pensione a soggetti condannati per atti di terrorismo, stragi, mafia. La nostra idea è di estendere la norma anche ai latitanti e agli autori di altri reati che destano particolare allarme sociale.
Stiamo valutando la possibilità di inserire un articolo specifico nella legge di conversione del decreto su quota 100 e reddito di cittadinanza. Assicuriamo ai cittadini che interverremo in tempi rapidi. Dobbiamo solo stare attenti che la nuova norma non abbia profili di incostituzionalità».
L' ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, eletto come indipendente nelle fila del Pd alle ultime elezioni, ha pronta una strada alternativa per impedire che le primule rosse degli anni di piombo possano vivere all' estero a spese dello Stato: «Sto lavorando su una proposta di legge che tolga il diritto alla pensione ai latitanti. Il sistema normativo vigente presenta un' anomalia che deve assolutamente essere corretta attraverso un intervento mirato: chi si sottrae alla Giustizia italiana attraverso la latitanza non può percepire impunemente la pensione, anche se per assurdo si è versato i contributi.
Giorgio Pietrostefani
La via più semplice è la modifica della Fornero, perché si tratterebbe solo di un innesto in una cornice normativa già esistente per reprimere queste storture». Quanto tempo ci vorrà per varare la legge che immagina? «Lavoro su una proposta su cui auspico che tutte le forze politiche convergeranno così che la legge possa essere deliberata già in sede in commissione e accelerare i tempi. È una strada percorribile se c' è la richiesta unanime dei capigruppo della commissione assegnataria o di 4/5 dei membri della commissione stessa».
Per il parlamentare andrebbero riviste anche le convenzioni che regolano le pensioni in regime internazionale. Per esempio Pietrostefani può percepire il proprio assegno grazie ai contributi versati in Francia per 15 anni, ma riconosciuti anche dall' Italia. «Quelle convenzioni sono state ideate per favorire la mobilità lavorativa in una società globalizzata, ma non erano state certamente pensate per favorire i latitanti» conclude Ferri.
durigon salvini
La vicenda denunciata da Panorama ha interessato anche la Procura generale di Milano e in particolare il sostituto Procuratore generale Bianca Bellucci che ha in carico il fascicolo sulla latitanza di Pietrostefani ed è titolare dell' ordine di carcerazione. Ha ricevuto dal Procuratore generale di Milano anche l' incartamento che riguarda Raffaele Silvio Ventura, sessantanovenne originario di Varese che deve scontare in Italia 24 anni di galera per banda armata e altri reati. Il magistrato dopo aver appreso la notizia della pensione a Pietrostefani si è subito attivato per approfondire il caso.
Per la toga milanese si tratta di decisioni politiche e per questo si metterà in contatto con il ministero dove ha già lavorato alla direzione generale giustizia penale. «L' orientamento politico attuale mi sembra abbastanza favorevole al rientro dei latitanti e anche da parte del presidente Emmanuel Macron forse qualche apertura c' è. Vedremo. Io ora non posso dire nulla, è prematuro parlarne». Anche se pure lei trova «assurdo» che un latitante percepisca la pensione.