aldo cazzullo foto di bacco (2)
Caro Aldo, mi chiedo i criteri di questa manovra. Flat tax: perché io devo pagare circa il 40% e chi ha un reddito doppio meno della metà? Aumento pensioni minime: bene, peccato che queste derivino dai pochi o nulli contributi versati. Reddito di cittadinanza: concordo, ma non si ruba ai (reali) poveri per quota 41. Dulcis in fundo: non si adeguano all'inflazione pensioni discrete, ma normali e guadagnate con 43 anni di lavoro e relativi contributi.
Lei che ne pensa?
Francesco De Pace, Pavia
Risponde Aldo Cazzullo
Caro Francesco, i l governo ha potuto fare poco perché non aveva molti soldi da spendere, e i due terzi sono andati alla riduzione dei prezzi dell'energia. Ma un segnale ideologico l'ha dato, ed è apertamente punitivo nei confronti degli elettori che hanno votato per l'opposizione. Legittimo; ma innegabile.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Il più evidente è l'abolizione del Reddito di cittadinanza, misura bandiera dei Cinque Stelle. Però - come fa notare lei, signor De Pace - è altrettanto importante la distinzione, che già esisteva ma ora diventa esplicita e rivendicata, tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. I primi avranno una flat tax del 15% fino a 85 mila euro (comprensiva di Irpef, Irap, Iva).
Un lavoratore dipendente da 50 mila euro l'anno continua a pagare il 43% di Irpef, cui si aggiungono addizionali e contributi: un lavoratore da 2.500 euro netti al mese è considerato il più ricco d'Italia (essendo i veri ricchi spesso indisturbati a Montecarlo e in Svizzera). A voi decidere se prevale lo scandalo o il ridicolo.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Se poi apre una partita Iva per arrotondare - con 2.500 euro al mese si fatica a mantenere una famiglia numerosa in una grande città -, la flat tax per lui non vale. In campagna elettorale Fratelli d'Italia aveva promesso anche ai lavoratori indipendenti la flat tax «incrementale», cioè sugli aumenti di stipendio.
In effetti è stata introdotta; ma non per i lavoratori dipendenti, solo per gli autonomi che non scelgono il regime forfettario. E qui siamo al limite dell'incostituzionalità, alla violazione del principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E il ceto medio dipendente non può neppure sperare in futuro nel Pd, l'unico partito dai tempi dei Tories e dei Whigs a punire i suoi elettori (come fece il secondo governo Prodi quando aumentò le aliquote Irpef).
giorgia meloni giancarlo giorgetti