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    IL SUK DI PALAZZO MADAMA – AL SENATO È TUTTO UN FIORIRE DI PROMESSE IN CAMBIO DEL VIA LIBERA ALLA RIFORMA DEL SENATO CARA A RENZI – IN BALLO CI SONO LE PRESIDENZE DELLE COMMISSIONI, POSTI ALL’ASSEMBLEA SICILIANA, POLTRONE IN CDA STRAPAGATI E CANDIDATURE BLINDATE ALLE PROSSIME ELEZIONI – LE FATICHE DI LOTTI E VERDINI


     
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    renzi a cernobbio con la boschi ni renzi a cernobbio con la boschi ni

    La centrale operativa dell’acquisto senatori, ovviamente gestita dalla simpatica coppia di fatto Lotti-Verdini, non sa più cosa inventarsi per promettere, lusingare, blandire, convincere, e ovviamente conquistare/acquistare un voto in più per la supercazzola costituzionale di Matteo Renzi.

     

    Il censimento dei magnifici 70 del Corriere, quelli pronti a spernacchiare il premier cazzone, non fa una grinza. Ma… ma… ma… Siamo sicuri che il quadro sia proprio definitivo? Vediamo un po’ le lusinghe che girano.

     

    luigi zanda anna finocchiario luigi zanda anna finocchiario

    Uno. La presidenza delle commissioni del Senato. Luigi Zanda, noto capogruppo Pd-ex-Dc ora convertito al renzismo di sfondamento, ha preteso (ribadiamo: preteso) che a Villa Arzilla le commissioni venissero rinnovate dopo (e ribadiamo: dopo) l’approvazione delle riforme di madama Boschi. Alla Camera, guarda caso, la vituperata presidenta Boldrinova le ha fatte rinnovare a luglio. Al Senato, invece, il presidente Grasso… Pietro Grasso… dov’è questo Grasso, scusate, mentre promettono le future presidenze a destra e a manca, in cambio di un voto a favore delle riformette?

     

    Due. Pure i posti in giunta all’assemblea regionale siciliana sono una merce di scambio parecchio allettante. Per non parlare della candidatura, più o meno blindata, alla successione di Crocetta alla presidenza. Pare che in pole position ci sia il senatore D’Alia, casiniano doc. Pissi pissi.

    maria elena boschi e luca lotti 5 maria elena boschi e luca lotti 5

     

    Tre. Che cosa offrire alle tre senatrici ex leghiste, le tosiane? Non ci è ancora molto chiara la merce di scambio sul tavolo. Si mormora di “compensazioni territoriali”, ossia probabilmente posti, incarichi sul territorio, robe così; ma nessuno sa spiegare, pane al pane, di cosa si tratta. Tiremm innanz.

     

    Quattro. I fittiani. Beh, questa è ovvia, Lotti e Verdini fanno di tutto per spaccare il gruppo al Senato. Per esempio, si dice, offrendo alla capitana, Cinzia Bonfrisco, un qualche remunerato posticino in un bel Cda. Banche, si dice. O dintorni. Accetterà?

     

    denis verdini denis verdini

    Cinque. I malpancisti del Pd e i nuovi acquisti come Dario Stefàno, arrivato a Palazzo Madama con Sel, benchè nato Udc (ah, ah) in quel di Puglia. Beh, per loro una promessa blindata di una candidatura blindata con elezione blindata ci sta tutta.

     

    E però, a questo punto, il popolo di Villa Arzilla è un po' angustiato: c’è da fidarsi delle promesse di quel furbastro di Matteo Renzi, oppure no?

     

    La plebe propende assolutamente per il no. In sala Garibaldi, tra una tisana diuretica e una camomilla, ieri i senatori facevano una bella gara nel diffidare: Pittibimbo è capace di portare a casa la riforma, grazie a noi, e poi, zac!, mandarci a casa nel 2017. Così la legislatura non arriva a termine, e il vitalizio non matura, e l’infame si vanta: abbiamo risparmiato milioni e milioni!

     

    Chiediamocelo: meglio un uovo (e una pensioncina) oggi o una gallina domani? E ciascuno si regoli di conseguenza.

    CINZIA BONFRISCO CINZIA BONFRISCO

     

    In effetti il dubbio è atroce. Ma B. di dubbi (dicono) non ne ha più. Stavolta è disponibile a soccorrere Renzi solo e se si verifica un grosso incidente di percorso. E in tal caso, è già pronto il conto: Pittibimbo dovrà mollare il ripristino del premio di coalizione.

     

    Tale premio, dicono, nei suoi piani servirà a B. per ricostruire un centro-destra degno di questo nome, preparando innanzitutto la strada al ritorno dei senatori Ncd, oggi in preda ad acute nostalgie. C’è già l’accordo con Salvini, dicono. Ma Salvini pone anche il problema più spinoso: cosa fare di Alfano.

    Salvini non lo vuole, Alfano.

    Alfano non se lo vuole caricare nes-su-no.

    RAFFAELE FITTO E IL SIMBOLO DEL SUO MOVIMENTO RAFFAELE FITTO E IL SIMBOLO DEL SUO MOVIMENTO

     

    E dunque: povero Matteo, dovrà proprio tenerselo lui sul gobbo?

     

    L’unica apertura di B. sull’argomento transfughi, in effetti, l’unica porta davvero spalancata riguarda la dolce coppia dei senatori Repetto-Bondi. A Silvio, sappiatelo, Sandro Bondi da Fivizzano manca molto. Che poi Fivizzano è pure, e incredibilmente, la terra natale di Denis Verdini. Ma vuoi mettere la differenza? La fedeltà inossidabile di Bondi, le sue poesie, la sua aria da curato, il suo strenuo leccaculismo perinde ac cadaver. Sì, il buon Bondi gli manca, a Silviuccio nostro. Ci manca. Torna a casa, Sandro!

    SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI SANDRO BONDI E MANUELA REPETTI

    E’ tutto perdonato!

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