Annachiara Sacchi per il “Corriere della Sera”
La preoccupazione?
STEANO BOERI
«Il tempo, ne abbiamo pochissimo. E la situazione sanitaria: dobbiamo portare migliaia di persone a Rho. Ma sono ottimista».
Ripensamenti?
«Ormai ci siamo».
Punto di forza?
«L'allestimento unico senza stand, gli oggetti in vendita online, l'apertura al pubblico tutti i giorni, gli eventi anche serali, il verde».
Se ha timori, l'architetto Stefano Boeri non li dimostra: «L'unico modo per rilanciare il Salone del Mobile dopo il fermo del 2020 e i dubbi sul 2021 era proporre un evento imperdibile». L'ha illustrato ieri, in veste di curatore. Partendo dal nome: a Milano dal 5 al 10 settembre ci sarà il «supersalone».
Stefano Boeri curatore del Salone del Mobile
Tipo Expo?
«Tipo la Fiera campionaria di una volta, che diventava un happening per le famiglie e attirava visitatori da tutta Italia. Noi vogliamo proporre un progetto sostenibile e inclusivo. Con i migliori marchi e i migliori prodotti subito in vendita (basterà un Qr code per ritirare la merce in negozio), incontri, lezioni, spettacoli dal vivo, aree relax mantenendo una costante connessione con la città».
SALONE DEL MOBILE AFFIDATO A STEFANO BOERI
La fiera di sua natura è business, non intrattenimento.
«Ma questo è un anno speciale in cui dobbiamo tenere conto delle esigenze del pubblico che dopo mesi di sofferenze ha bisogno di uscire e di ripensare gli spazi dell'abitare. Per questo è importante presentare mobili di prima qualità, nuovi e di catalogo. Poi il business sarà garantito con aree destinate agli incontri di lavoro».
Così ha convinto i capitani di FederlegnoArredo?
«La discussione è stata lunga e molto franca».
stefano boeri
Tesa, a volte…
«Sono stato tra i primi a dire che non si poteva rinunciare al Salone e quando mi è stato proposto l'incarico ho detto: lo faccio ma con un'idea nuova. Hanno accolto le mie proposte con elasticità. È stato un lavoro di squadra. A cui si è aggiunta quella dei co-progettisti: Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari ed Elisa Pasqual dello Studio Folder, Giorgio Donà».
salone del mobile
Ma perché «supersalone»?
«Perché non sarà né mini, né light, né "ino". Super».
Perché niente stand?
«Perché si tratta di un'esposizione collettiva con il meglio del design».
È vero che l'allestimento è fatto da pareti lineari e che chi fa letti dovrà appenderli?
«No, si potranno presentare anche in orizzontale, stiamo studiando varie formule».
salone del mobile
Non si era detto che ci sarebbero stati sconti sui mobili in vendita?
«Decideranno le aziende. Sono certo che sui prodotti di catalogo ci saranno prezzi speciali».
E il biglietto per entrare?
«Secondo me il costo dell'ingresso è da valutare bene».
Ambizione?
«Che le prossime edizioni possano prendere spunto dal nostro lavoro. E che al supersalone tornino le aziende che non partecipavano più».
Rapporto con la città?
salone del mobile
«La Triennale (di cui Boeri è presidente, ndr) sarà l'hub urbano della rassegna, con eventi e una mostra che avrà come oggetto il Salone».
E il resto di Milano? Il Fuorisalone?
«Milano non può fare il Fuorisalone senza Salone. Non esiste dualismo, sono realtà complementari».
Non tutti la pensano così.
«E sbagliano».
Avete coinvolto le scuole di design: ci sarà spazio per il Salone Satellite, quello dei giovani talenti?
«Ci stiamo lavorando».