Alessandro Vinci per www.corriere.it
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Avrebbe dovuto solcare mari e oceani di mezzo mondo già da quest'estate. Invece Y721, il superyacht da 500 milioni di dollari ordinato l'anno scorso da Jeff Bezos, si trova nell'esatta situazione di una nave in bottiglia, tipico suppellettile da casa vacanza: impossibilitata a spostarsi a causa della sua stessa grandezza. Teatro della singolare impasse sono i cantieri navali Oceanco di Rotterdam, in Olanda, dove la costruzione della futura barca a vela più grande del mondo – misurerà 127 metri, più di un campo di calcio – è finita in stand-by a causa di un inconveniente di ordine pratico: la necessità di smantellare un ponte per consentirle di prendere il largo.
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Si tratta del Koningshavenbrug, più semplicemente noto come De Hef. Edificato nel 1927 per collegare Rotterdam a Breda tramite la linea ferroviaria, permette infatti il passaggio di navi alte fino a 40 metri. Y721, con i suoi tre «enormi alberi», ne conterà però molti di più.
Un monumento da tutelare
In un primo momento Oceanco aveva pensato di risolvere il problema semplicemente inoltrando alle autorità cittadine una richiesta di rimozione temporanea (e a proprie spese) della parte centrale del ponte. I lavori sarebbero dovuti durare non più una settimana, dopodiché tutto sarebbe tornato alla normalità. Considerato che il De Hef non viene più utilizzato dal 1993, nessuna difficoltà sembrava profilarsi in vista dell'intervento.
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Tuttavia, è stato proprio lo status di monumento nazionale di cui la struttura ha iniziato a godere dopo la sua dismissione a innescare una serie di inattese proteste da parte dei residenti, decisi a impedire che un pezzo di storia cittadina venisse letteralmente rimosso per soddisfare l'ultimo «capriccio» del secondo uomo più ricco del mondo. A febbraio, per esempio, in ben 16 mila si erano dichiarati «interessati» a prendere parte a un lancio collettivo di uova marce contro Y721 organizzato su Facebook, e non sono neppure mancate minacce più o meno velate nei confronti della stessa Oceanco.
Jeff Bezos e Lauren Sanchez
Il dietrofront
In un clima tale, secondo quanto riferito la scorsa settimana dal giornale Trouw, alcuni lavoratori hanno iniziato a temere per la propria incolumità, mentre i vertici societari hanno ritenuto fosse il caso di non rischiare che l'imbarcazione finisse nel mirino dei vandali. Risultato: dietrofront completo. Come riportato giovedì dal New York Times, nessuna richiesta di smantellamento del ponte verrà mai inoltrata al Comune. Resta ora da capire che fine farà lo yacht di mister Amazon, i cui tempi di consegna si sono inevitabilmente dilatati rispetto al previsto.
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L'ipotesi principale è che venga trasportato in un altro cantiere per essere ultimato senza ostacoli di sorta. Nel frattempo Bezos non resterà certo a piedi. Per godersi le ferie potrà infatti eventualmente contare sull'altrettanto lussuoso Flying Fox, acquistato nel 2019 e avvistato l'anno scorso anche al largo delle coste italiane. Con i suoi sei piani e 137 metri, tutto fuorché una brutta consolazione.
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