Adriana Bazzi per il ''Corriere della Sera''
Lo scarno bollettino ufficiale di ieri, sulle condizioni di Silvio Berlusconi, parla di «condizioni cliniche stabili» e di «un cauto ma ragionevole ottimismo» sull' evoluzione della sua malattia. Per saperne qualcosa di più, abbiamo sentito Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell' ospedale San Raffaele di Milano (dove il leader di Forza Italia è ricoverato): è la sua équipe che analizza i tamponi dell' illustre paziente e si occupa degli esami virologici.
Come sta davvero Silvio Berlusconi e quali terapie sta seguendo?
MASSIMO CLEMENTI
«Non sono un clinico, ma so che l' onorevole Berlusconi non è sottoposto a ossigenoterapia e non lo è mai stato (l' ossigenoterapia è un aiuto, a chi ha problemi ai polmoni, per respirare meglio, ndr ). Ora sta seguendo una terapia con antivirali».
Quali?
«Il Remdesivir, l' unico farmaco anti-virale finora autorizzato dagli enti regolatori per la cura di infezioni da virus Sars-Cov-2: è stato sviluppato per combattere il virus Ebola (quello che provoca gravi forme emorragiche, soprattutto in Africa), non è specifico per il nuovo coronavirus, ma funziona anche in questo caso, se utilizzato nelle fasi precoci. È una terapia che può essere somministrata solo in ospedale ed è per questo che si è ritenuto necessario il ricovero al San Raffaele di Berlusconi: è indispensabile, infatti, monitorare, passo dopo passo, gli effetti di questa trattamento».
Ci risulta, però, efficace solo nelle prime fasi della malattia.
«Ecco, è proprio questo il punto. La scelta di questo trattamento testimonia che l' infezione (che ha provocato, in Silvio Berlusconi, una polmonite bilaterale allo stadio iniziale, secondo quando evidenziato da una Tac ai polmoni) è limitata a una replicazione virale. In altre parole, Berlusconi non è andato incontro alla famosa tempesta citochinica (che provoca uno stato di infiammazione generalizzata dell' organismo, richiede cure speciali e, nello scorso marzo, ha provocato tante morti, ndr ). Sta solo combattendo contro il virus e dal punto di vista respiratorio le cose stanno andando bene».
Prende anche i cortisonici, vecchi farmaci che si sono dimostrati particolarmente utili nel caso di Covid 19?
«No».
silvio berlusconi alberto zangrillo
Forse perché potrebbero interferire con terapie per malattie già presenti?
«Probabilmente sì. I medici stanno cercando di adattare in maniera sartoriale le terapie su un paziente che può essere definito "fragile"».
In che senso?
«Berlusconi ha avuto problemi alla prostata e al cuore. I clinici devono tenere conto anche di questo».
Torniamo all' infezione. Berlusconi è risultato positivo al Coronavirus qualche giorno fa.
«Sì. Era costantemente monitorato ed eseguiva tamponi regolarmente. Dopo tanti esami negativi, l' ultimo, la settimana scorsa, si è rivelato positivo e con una carica virale alta. E questo è stato un elemento che ne ha suggerito il ricovero e l' uso di antivirali».
E adesso?
silvio berlusconi alberto zangrillo
«Stiamo eseguendo tamponi per vedere se, grazie alle terapie, la carica virale diminuisce. Ma occorre almeno una settimana (meglio dieci giorni di tempo) per valutare l' evoluzione».
L' ultima domanda. Grazie ai tamponi, eseguiti nel tempo, si può risalire al momento del contagio?
«No. Alcune persone diventano positive, dopo il contatto con infetti, in tempi brevi, altri richiedono tempi più lunghi».