Pierluigi Panza per il “Corriere della sera”
uomo vitruviano
«C' è un giudice a Venezia» twittavano, trionfalmente, cinque giorni fa gli oppositori del prestito dell'«Uomo vitruviano» di Leonardo al Louvre alla notizia della sospensione della partenza chiesta dal Tar. E questo giudice c' è davvero: si chiama Alberto Pasi, è il presidente della Seconda sezione del Tar del Veneto che ieri ha però respinto il ricorso di Italia Nostra contro la partenza del disegno di Leonardo e contro il memorandum firmato il 14 settembre tra il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e il suo omologo francese. Nella grande mostra che aprirà il 24 ottobre al Louvre su Leonardo, dunque, il celebre disegno custodito alle Gallerie dell' Accademia ci sarà.
Il ricorso, scrive il Tar nell' ordinanza, «non presenta sufficienti elementi di fondatezza» e il Mibact non è incompetente perché intervenuto «in un momento in cui le attività istruttorie da parte degli organi competenti si erano già concluse». Inoltre, il memorandum tra i ministeri di Italia e Francia «non costituisce di per sé un vincolo per l' azione amministrativa».
L' ordinanza offre anche interpretazioni su nodi scoperti nelle controversie sui prestiti.
franceschini
Il «carattere identitario» dell'«Uomo vitruviano» nelle Gallerie dell' Accademia «non esclude tassativamente l' opera dal prestito», che viene ricondotta tra quelle prestabili «in attuazione di accordi culturali con istituzioni museali straniere in regime di reciprocità» come, in passato, «La Tempesta di Giorgione» e il disegno di Michelangelo «La caduta di Fetonte». Le criticità conservative, conclude l' ordinanza, «possono considerarsi risolvibili con precise cautele sulla movimentazione, sulla riduzione del numero di giorni di esposizione» e, soprattutto, con un lungo «riposo al buio» al rientro dell' opera il 14 dicembre.
Per il ministro Franceschini, «il Tar dichiara pienamente legittimo l' operato del Mibact e ora può partire la grande operazione culturale italo-francese delle due mostre su Leonardo a Parigi e Raffaello a Roma». Aggiunge il ministero in una nota: «Il Tar riconosce che l' amministrazione dei beni culturali ha agito in modo corretto e trasparente».
sgarbi
Punta su altro il giudizio della ricorrente sconfitta, Italia Nostra: «Se l' essere inseriti nella lista dei beni che appartengono al fondo principale di un museo non riesce a impedire l' espatrio e le indicazioni dei conservatori sono tutte opinabili, oggi non è un bel giorno per la tutela. Italia Nostra non si arrende e non si ferma perché considera una vittoria aver sollevato con determinazione e coraggio la questione irrisolta da tanti, troppi anni, dei prestiti».
Secondo il presidente del Codacons Veneto, Franco Conte, l' ordinanza «ha ribadito che l' arte è importante se è usufruibile, un punto che è stato espresso in udienza anche dall' Avvocatura di Stato».
Ancora un po' diviso il mondo della cultura. Per Vittorio Sgarbi è «una vittoria per l' Italia e l' Europa»; per Tomaso Montanari «il potere politico ha deciso estromettendo il sapere scientifico».
Tomaso Montanari