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    IL TEDESCO CHIAGNE E FOTTE - SE LA PRENDE CON SUPERMARIO DRAGHI PER I BASSI TASSI D’INTERESSE, MA (CONTRO LA SUA NATURA) INZIA AD INVESTIRE NEL MATTONE, CON BUONA PACE DELLA MORALE - A BERLINO “DEBITO” E “PECCATO” SI DICE NELLO STESSO MODO: “SCHULD”


     
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    Tonia Mastrobuoni per la Repubblica

     

    DRAGHI HANDELSBLATT DRAGHI HANDELSBLATT

    In Germania è tale l´unanimismo nella condanna dei tassi bassi che ormai l´assiduo frequentatore di quotidiani e settimanali fatica a distinguere le copertine. E capita di chiedersi se la foto di Mario Draghi che fuma un rotolo di banconote era l’Handelsblatt o la Welt. O di avere un attacco di sbadigli all´ennesimo titolo sullo “scippo ai risparmiatori”.

     

    Alla vigilia delle riunioni del consiglio direttivo della Bce come quella di oggi, il fuoco di fila sui giornali, tipicamente, si intensifica. Purtroppo, nel panorama da Pravda dei commenti, raramente qualcuno che ricordi i benefici dell´era dei rendimenti zero, a partire dal fatto che se Wolfgang Schäuble può rivendicare oggi di aver mantenuto già per il terzo anno consecutivo la sua “schwarze Null”, lo “zero nero” del pareggio di bilancio, è anche grazie a centinaia di miliardi di euro di servizio sul debito risparmiati negli ultimi anni.

     

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    L´austerità di cui la Germania si vanta volentieri ha anche un padre italiano: Mario Draghi. Persino il boom del mercato immobiliare, che nelle grandi città ha ormai assunto i contorni di una bolla - secondo la Bundesbank - viene invariabilmente raccontata dal punto di vista dell´affittuario, mai di chi ha l´opportunità storicamente più unica che rara di comprare case e terreni con mutui che in Germania vantano spesso tassi attorno all´1 per cento. E di guadagnarci, volendo, grazie a prezzi immobiliari che secondo l´associazione dei costruttori IVD stanno aumentando quest´anno del 6%, dopo un +5% registrato l´anno scorso.

     

    mario draghi 6 mario draghi 6

    È vero che i tedeschi sono tradizionalmente dei grandi risparmiatori ma raramente dei proprietari di casa. Ed è altrettanto vero che detestano indebitarsi – la coincidenza nella parola “Schuld” di “peccato” e “debito” è un retaggio culturale serio, non solo una formuletta da conferenze stampa ed editoriali. Tanto che secondo un rapporto di Allianz la Germania è in coda, cioè al 20esimo posto tra i Paesi più ricchi, per attitudine a fare investimenti, giocare in Borsa o fare debiti.

     

    Nel 2015, i debiti sono cresciuti del 4,5 per cento al livello mondiale: in Germania neanche della metà, il 2,2 per cento. Ma il rapporto quantifica anche quanto costa la “Angst” tedesca agli stessi tedeschi. Se negli ultimi quattro anni avessero tolto soltanto dal 40% di patrimonio tenuto sui conti correnti a rendimento zero un 10 % e lo avessero investito in Borsa o in altre attivitá meno anestetizzate dei loro conti in banca, avrebbero gonfiato le loro ricchezze dal 3,4 al 4,4 per cento.

    MERKEL BUNDESTAG MERKEL BUNDESTAG

     

    Risultato: sarebbero stati più ricchi di 200 miliardi di euro. Hanno preferito essere più poveri e arrabbiati. Infine, nessuno che ricordi, come ha fatto l´unico economista keynesiano tra i “saggi della Merkel”, Peter Bofinger, che anche negli anni Settanta i rendimenti delle formichine tedesche venivano corrose da un´inflazione ben piú alta dei tassi concessi dalle banche, assicurazioni o fondi.

     

    All´epoca questa tipica “tassa occulta” non ha mai fatto vacillare nessuno, né ispirato foto del presidente della Bundesbank che fumasse rotoli di deutschmark.

     

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