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    “ORMAI VIVO NEL TERRORE” – DOPO IL FURTO DEL TROLLEY IN CUI C’ERANO OGGETTI PREZIOSI DAL VALORE DI UN MILIONE DI EURO SUBITO DA MADALINA GHENEA A FIUMICINO, ORA ALLA MODELLA È STATO HACKERATO IL CELLULARE – DAL DISPOSITIVO SONO STATE RUBATE FOTO E DATI DELLA BANCA – CHI SI CELA DIETRO LA PERSECUZIONE CHE DA ANNI COINVOLGE LA GHENEA? TUTTO È INIZIATO 8 ANNI FA QUANDO QUALCUNO SI INTRODUSSE IN CASA SUA SENZA RUBARE NULLA E DA ALLORA...


     
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    Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”

     

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    Non è rancore per una storia d'amore finita, nemmeno un tentativo di estorsione e non può essere spiegato con la semplice invidia. Quello che sta colpendo Madalina Ghenea è qualcosa di più sottile e perfido, visti i danni professionali e le difficoltà personali che le sta causando chi da tempo l'ha presa di mira. Facendo terra bruciata delle sue amicizie, sabotandone la carriera, colpendone con metodo l'immagine, facendola sentire sempre «esposta» e vulnerabile.

     

    Dopo il furto anomalo, 10 giorni fa a Fiumicino, del trolley in cui custodiva gioielli per un milione di euro utilizzati in un impegno di lavoro a Riad, l'attrice, modella e produttrice rumena è stata vittima dell'hackeraggio del suo profilo iCloud. «Sono disperata, hanno avuto accesso a tutte le mie foto, quelle di mia figlia, i dati bancari...».

     

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    Chi sia l'autore di questa persecuzione non è ancora chiaro e la 35enne, diretta tra gli altri da Paolo Sorrentino e Ridley Scott, spera di scoprirlo attraverso le denunce in serie presentate negli ultimi 8 anni presso le Procure di Milano (assistita dallo studio legale Steccanella) e Roma (tramite l'avvocato Ilenja Menhilli). Stalking, minacce, diffamazione, molestie i reati ipotizzati. «Pensavo a episodi separati, ma ora sono certa che ci sia la stessa mano di una o più persone e un unico disegno per colpirmi», dice. Le denunce verranno integrate le une con le altre.

     

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    Tutto è iniziato otto anni fa circa. Un giorno, quando in casa non c'è nessuno, la porta del suo appartamento a Milano viene divelta e sugli stipiti vengono lasciati segni riconducibili a minacce.

     

    Niente viene rubato. A distanza di qualche tempo il nome di Ghenea e quello della sua connazionale e collega Catrinel Menghia sono associati ad affari illeciti, senza ovviamente fondamento, da una serie di post sui social, ripresi da giornali rumeni e rilanciati online. Poi spuntano una serie di profili falsi («Matteo Messina Denaro», tra gli altri) che sistematicamente intervengono, con insulti e illazioni, a commento di notizie su Ghenea, le sue apparizioni in pubblico, gli snodi della sua carriera.

     

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    A subire il bombardamento di messaggi sono anche persone che le si avvicinano per lavoro o che banalmente le lasciano apprezzamenti in rete. Semplici amici, registi, manager legati alla sua attività imprenditoriale. Alcune intimidazioni sono esplicite con allusioni a violenze fisiche imminenti e foto di pistole, altre contengono offese personali. Il nome della 35enne continua poi a spuntare come «acchiappa click» (senza contenuti) su siti porno o blog di oscenità varie.

     

    Il furto del trolley, che Ghenea come sempre custodiva di persona, è stato preceduto da un tentativo anonimo di cambiarle la prenotazione aerea ed è avvenuto mentre la valigia veniva caricata sull'auto a lei riservata in un punto riparato da occhi indiscreti. Alla notizia apparsa sui quotidiani è seguita in neanche 48 ore l'intrusione degli hacker. «È una macchinazione, ormai vivo nel terrore», si sfoga in lacrime la 35enne.

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