Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
BRENDAN COX
È accusato di aver molestato una collega di Save the Children spingendola contro un muro e stringendola alla gola, all' uscita di un bar. «Voglio f», le avrebbe detto, ubriaco fradicio. Lei non era d' accordo, però. E adesso lui tenta di spiegare - «Pensavo fosse parte di un corteggiamento» - e si scusa «profondamente».
Non basta per giustificare la violenza, aggravata dal ruolo e dal nome dell'aggressore: Brendan è il vedovo di Jo Cox, la deputata laburista anti-Brexit uccisa da uno squilibrato di estrema destra il 16 giugno 2016, una settimana prima del referendum. È l'ennesimo (e forse non ultimo) scandalo che scuote le associazioni britanniche di aiuto umanitario, dopo il caso Oxfam. Un mondo in cui i Cox hanno lavorato a lungo e ai massimi livelli. Si erano conosciuti proprio in Oxfam.
BRENDAN E JO COX
Prima della sua elezione ai Comuni, la defunta Jo era stata capo della «filiale» britannica e promoter delle campagne internazionali - impegnandosi in prima persona nella campagna contro la guerra civile in Siria - mentre Brendan si era in seguito spostato a Save the Children, in qualità di «chief strategist», incaricato di gestire vari programmi tra cui, ironicamente, anche quello per l'«empowerment» delle donne (termine intraducibile, che definisce l' attuale ricerca di eguaglianza fra i generi). Ma mister Cox, a quanto pare, era ben noto anche per le sue «mani lunghe», tant' è che molte colleghe avevano minacciato le dimissioni.
È stato il giornale Mail on Sunday a rivelare i «comportamenti scorretti» di Brendan. In particolare, una «segnalazione interna» a Save the Children - l' aggressione all' uscita da un bar londinese - e un' analoga denuncia presentata invece alla polizia Usa da un'«alta funzionaria statunitense». Entrambi i casi risalgono al 2015, cioè prima dell' omicidio della moglie Jo.
BRENDAN COX
In seguito alle accuse, Save the Children sospese Cox - sposato dal 2009 e già padre di due figli - e avviò un processo disciplinare interno, ma poi gli permise di dimettersi, senza macchie sul suo «curriculum umanitario». Quattro mesi dopo, lasciò l' incarico anche il suo superiore Justin Forsyth, amico intimo dei Cox, già direttore di Oxfam ed ex collaboratore del premier laburista Gordon Brown.
L'operazione di «pulizia interna», come nel caso di Oxfam, non era finora trapelata al di fuori della ong. Forsyth venne in seguito nominato vicedirettore esecutivo dell' Unicef a New York, carica che ancora oggi detiene, mentre Brendan Cox, alla morte della moglie, si è messo a capo delle due fondazioni istituite in suo onore, «More in Common» e «Jo Cox Foundation». Ora si copre il capo di cenere: «Non volevo sconvolgere o offendere nessuno.
BRENDAN COX
Non è una difesa, è l' ammissione di un fallimento - ha detto in un' intervista - . Grazie al movimento #MeToo le persone, me compreso, stanno riflettendo sullo squilibrio di potere che si crea in alcuni incontri». Forse Jo lo aveva capito, in silenzio, prima di lui.
BRENDAN E JO COX