Tiziana lapelosa per "www.liberoquotidiano.it"
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Meglio tenere sotto controllo il cuore o la testa? Non passa giorno senza leggere qualche suggerimento sulla dieta corretta da seguire, sui cibi da non mangiare o su cibi miracolosi per la salute e per la linea. Non passa giorno in cui non arrivi una notizia che, come una pallina da biliardo, contribuisca ad alimentare ancora di più la confusione che alberga più o meno in tutti in fatto di cibo, croce e delizia dell' epoca che viviamo.
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L' ultima riguarda i vegetariani e i vegani, quelli, questi ultimi, che dai loro piatti non soltanto hanno escluso la carne (e pazienza), ma anche tutti i derivati animali. Che vuol dire latte, formaggi, uova, miele (e ci vuole davvero tanto coraggio)...
Secondo uno studio inglese, questo tipo di alimentazione a base di "foglie", seitan (un impasto ricavato dal glutine del grano tenero o farro o khorasan che assomiglia un po' alla carne), tofu (un derivato della soia), latte di riso, legumi e cloni di hamburger e spezzatino, aumenterebbe il rischio di ictus, la chiusura o la rottura di un vaso cerebrale con conseguente danno alle cellule cerebrali per mancanza di ossigeno. Ma, attenzione, ridurrebbe il rischio di infarto.
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È quanto emerge da uno studio condotto dalla Oxford University e pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal. Funzionerebbe così, in base a quanto emerso dalla ricerca durata circa dieci anni e che ha messo sotto osservazione 50mila britannici di età superiore a 18 anni.
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Non mangiare carne abbasserebbe il livello di colesterolo oltre a ridurre l' apporto di alcune vitamine, in particolare la B12 e la D, proprio quelle che proteggono il corpo umano dall' ictus. Ne è emerso che il 20% della popolazione vegana sarebbe più predisposta a questo tipo di malattia rispetto a chi invece la carne la mangia.
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E questa è la nota negativa. Perché c' è anche un "lato b" meno preoccupante: preferire legumi, tofu, seitan e compagnia, infatti, ridurrebbe del 22% il rischio di avere un infato o una qualsiasi malattia cardiaca. Forse, dicono gli esperti ricercatori inglesi, per via di una più bassa pressione del sangue e anche di una minore incidenza del diabete.
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Ma sarà vero? Fatto lo studio, trovato il difetto nel variegato mondo dell' alimentazione.
Tom Sanders, professore del King' s College di Londra, la quarta più antica università britannica, fa notare, per esempio, che lo studio pecca di attendibilità.
«È probabile che le persone che seguono diete alternative abbiano meno probabilità di assumere farmaci per l' ipertensione e di conseguenza soffrono di ictus», ha suggerito al Guardian.
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Un "limite" che si associa al fatto che la ricerca si sia basata sull' autodichiarazione e al fatto che abbia coinvolto per lo più persone bianche che vivono nel Regno Unito e quindi difficilmente applicabile ad altre popolazioni. Gli stessi ricercatori, del resto, hanno sottolineato che lo studio merita un maggiore approfondimento e che nessuno dovrebbe allarmarsi dal momento che lo studio non dimostra un rapporto di causa ed effetto.
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Per stare tranquilli, insomma, meglio scegliere la via di mezzo, quella della moderazione, senza rinunciare ai piccoli piaceri della tavola. Certo, con una attenzione in più verso le verdure come del resto suggeriscono tutti i nutrizionisti.
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