ULTIM'ORA dall'#Iran: Vengono segnalate lunghe code ai distributori di benzina delle città in #Iran.
A #Tehran (nel video) la popolazione fa il pieno per il timore della reazione in arrivo da #Israele.@RadioRadicale #Turchia pic.twitter.com/4fQ9MCbPPq
— Mariano Giustino (@MarianoGiustino) April 13, 2024
1. A TEHERAN L’ESULTANZA IN PARLAMENTO MA CI SI PREPARA AL PEGGIO, SCORTE DI CIBO
Estratto dell’articolo di G. Pr. per il "Corriere della Sera"
ALI KHAMENEI IN PREGHIERA PER LA FINE DEL RAMADAN
Se non ci fosse un reale rischio di guerra, i meme che girano nelle chat farebbero anche ridere. Ce n’è uno molto virale in cui si vedono i pasdaran mentre — leggiadri come ballerini — fanno una spaccata sui droni che si dirigono verso Israele. L’ironia, la comicità sono tratti molto comuni del popolo iraniano, «sono antidoti al terrore», dice al Corriere Leyla, una giornalista di un importante quotidiano di Teheran.
Ieri, per tutto il giorno, la tv di Stato ha ripetuto a reti unificate «abbiamo sconfitto Israele»: «Peccato che mandassero in onda immagini visibilmente false, di altri conflitti», continua Leyla. […]
festeggiamenti in iran per l attacco in israele
Gli unici a festeggiare la pioggia di droni e missili sullo stato ebraico sono i pochi, pochissimi, sostenitori del regime. Li abbiamo visti esultare in Parlamento e in qualche video che mostra una decina di persone ululanti e dei fuochi d’artificio.
[…] Subito dopo l’attacco, i sindacati dei lavoratori hanno scritto un comunicato molto chiaro: «Con questo bombardamento, la Repubblica islamica ha iniziato una guerra che farà male a 90 milioni di persone, questo regime sta per compiere la sua ultima missione per distruggere una volta per tutte l’Iran».
festeggiamenti in iran per l attacco in israele
Mentre il popolo non riesce a pagare gli affitti e a fare la spesa, ieri la valuta iraniana, il rial, ha toccato il minimo storico. «Anche chi ha pensato che, forse, con un intervento esterno ci potremmo liberare del regime, sono certo che in questo momento la pensa diversamente. Nessuno vuole una guerra contro Israele: vogliamo pace e libertà. I miei parenti piangono, hanno paura», dice Azizi. […]
2. TEHERAN SILENZIA IL NEMICO INTERNO NUOVA STRETTA SUL VELO E ARRESTI
Estratto dell’articolo di Francesca Paci per “La Stampa”
festeggiamenti in parlamento per l attacco in israele 2
La Guida suprema Ali Khamenei l'aveva annunciato venerdì, durante la preghiera della fine di Ramadan. «Colpiremo il nemico esterno e il nemico interno». Aveva detto proprio così il massimo esponente del clero sciita, chiamando alle armi pasdaran e ciechi sostenitori del regime sul duplice fronte, la rappresaglia contro Israele da una parte e dall'altra l'offensiva contro l'opposizione più pericolosa, quella delle donne che da quasi due anni, inossidabili alla violenza, sfidano a capo scoperto la polizia religiosa e l'intero impianto ideologico della Repubblica islamica.
Ali Khamenei Ismail Haniyeh e due leader di hamas
Sabato, mentre tra le due sponde dell'oceano rimbalzavano le informazioni delle intelligence sull'attacco imminente, la repressione era già al lavoro nelle strade di Teheran, Eshfan, Karaj, Qum, Saqqez, in quell'indomito Kurdistan iraniano dov'è nata Mahsa Amini, l'icona della rivoluzione "donna, vita, libertà".
«Poliziotte vestite di nero sbucano da ogni vicolo e, spalleggiate dai colleghi uomini, circondano le donne senza velo, ormai sempre più numerose, per trascinarle nelle camionette parcheggiate dappertutto» racconta Shirin su Telegram, la piattaforma considerata più sicura.
I DETTAGLI DELL ATTACCO DELL IRAN A ISRAELE
Nata nel 1993 da genitori che […] avevano contribuito al terremoto del 1979, è testimone di quanto sta accadendo a Karaj: «Dopo le giovani donne tocca alle madri che le difendono, agli uomini che indossano i bermuda, a chi passeggia con il cane al guinzaglio, la mobilitazione contro il nemico esterno è, ancora una volta, l'occasione migliore per silenziare il dissenso interno». Vietato disturbare il manovratore che sfida Israele. Voci analoghe giungono da tutte le principali città dell'Iran.
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«La possibilità che venga uccisa dalla polizia religiosa è migliaia di migliaia di volte superiore a quella che muoia durante un bombardamento» scrive – disperato messaggio nella bottiglia – la venticinquenne Pardis di Teheran, spiegando di essere pacifista come la stragrande maggioranza del movimento "donna, vita, libertà" ma di aver oltrepassato il limite della umana sopportazione. Tutto fuorché il giogo della Repubblica Islamica, l'hybris religiosa di Khamenei che ieri sera su X rilanciava, «Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani e i musulmani celebreranno la liberazione della Palestina».
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C'è addirittura chi, in queste ore concitate, è arrivato ad auspicare le bombe israeliane pur di fare piazza pulita del regime. Quando il sito del ministero degli esteri di Tel Aviv ha postato su Instagram il messaggio in farsi in cui diceva di avere tutto contro gli ayatollah e niente contro il popolo iraniano sono arrivate quasi trecentomila risposte in poche ore.
«Abbiamo lo stesso nemico, mirate bene». «Aspettiamo il rovesciamento del regime». «Siamo l'unico Paese al mondo in cui il governo si preoccupa del popolo meno di quanto facciano i nemici». Molti post sono sicuramente propaganda, altri riflettono l'umore minoritario dei monarchici e quello velenoso dei "mojahedin del popolo", ma c'è, nell'esasperazione delle iraniane e degli iraniani, una genuina speranza nel colpo di grazia al regime.
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«È passato un anno e mezzo dalla rivoluzione di Mahsa Amini e la pressione che il regime iraniano esercita sulle donne per farle tornare indietro è sempre più forte» racconta l'attivista Narsis. «Il numero delle donne cosiddette "malvelate" aumenta e loro impazziscono». […] Da qualche giorno i controlli incalzano, nella metro sono comparsi "volontari" che impediscono alle "malvelate" l'accesso alle carrozze. Il nemico esterno è una bandiera. Quello interno, chiosa Shirin, «è la malattia che nessuna bandiera più nascondere». Svelandosi, le donne iraniane hanno messo a nudo il regime che ora può soltanto colpire, fuori, dentro, alla cieca.
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3. LA FESTA DI TEHERAN E GLI INEDITI CONTATTI CONIL“GRANDESATANA” PER EVITARE LA GUERRA
Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per “la Repubblica”
[…] Per la prima volta in 44 anni la Repubblica islamica di Ali Khamenei decide di colpire direttamente dal suo territorio il nemico di sempre. La guerra ombra che iraniani e israeliani si sono combattuti per oltre dieci anni adesso è uno schema del passato.
Le televisioni e i media di Stato mandano in onda in loop le immagini dei cieli israeliani attraversati dai droni Shahed, i missili che sorvolano la Cupola della Roccia, a Gerusalemme.
festeggiamenti in parlamento per l attacco in israele
A Teheran caroselli di fedelissimi in festa rendono omaggio ai generali e agli ayatollah. Dal Libano degli Hezbollah allo Yemen degli Houti, il cosiddetto asse della Resistenza plaude all’operazione “Vera promessa”: l’onta dell’attacco israeliano al consolato in Siria è lavata. In Parlamento gli ultraconservatori celebrano il “grande schiaffo” a Israele, ma in coda ai distributori di benzina c’è l’altro Iran, la maggioranza, terrorizzata dalla prospettiva di una guerra nella regione e oltre.
ATTACCO IRANIANO A ISREALE
resti di un missile iraniano
IRANIANI FESTEGGIANO L ATTACCO A ISRAELE ATTACCO DELL IRAN A ISRAELE ATTACCO IRANIANO A ISRAELE IRAN ATTACCA ISRAELE I DETTAGLI DELL ATTACCO DELL IRAN A ISRAELE