MATTEO RENZI
Fabio Martini per “La Stampa”
Nella sua casa sulle colline fiorentine Matteo Renzi, dopo due mesi vissuti di corsa, tira il fiato e dice: «Abbiamo qualche ora per decidere...».
Espressione davvero inusuale per un decisionista come lui. Incerto se limitarsi a pareggiare, o provare a vincere o addirittura stravincere col rischio di perdere tutto? Renzi prende tempo ma mentre parla, sorride.
È di buon umore: al netto della non trascurabile tempesta araba, il 29 gennaio è destinata a restare la giornata forse più propizia per lui, dal giorno in cui ha lasciato palazzo Chigi, il 12 dicembre 2016: da una parte i Cinque stelle lo hanno «riammesso» in maggioranza, dall'altra il centrodestra ha lasciato due spiragli, uno per un eventualissimo governo di emergenza e uno per un «governo Ursula», in entrambi casi guidati da una personalità diversa da Conte.
MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE
In altre parole, nel giro di un'ora, dalle consultazioni del Quirinale, per Renzi si sono riaperti i tre scenari da lui indicati al Capo dello Stato: la piena «rilegittimazione» di Italia Viva, la prospettiva di un governo politico e di uno di solidarietà nazionale.
DRAGHI RENZI
Ma ora anche lui, un giocatore di poker con la propensione al bluff - per usare due definizioni che Renzi rifiuta - sarà costretto a calare le carte.
Nell'incontro con il presidente della Camera Roberto Fico, una volta preso atto che i partiti della maggioranza uscente non esprimono più un veto nei confronti di Italia Viva, Renzi dovrà rispondere alla fatidica domanda tante volte evasa: vuoi tu, Matteo Renzi, riprendere il matrimonio politico con Giuseppe Conte?
ROBERTO FICO ESPLORATORE
Il Capo dello Stato si aspetta una risposta chiara: sì o no. Anche perché Mattarella a tutte le delegazioni ha espresso un concetto chiaro: non ci sarà un secondo giro di consultazioni. Una volta che si constatasse il dissolvimento della maggioranza, la prospettiva più probabile sarebbe quella di un «governo del presidente», nominato dal Capo dello Stato e destinato a portare ordinatamene alle elezioni a giugno di quest' anno. Oppure, a durare, se i partiti dessero il proprio appoggio.
mario draghi al meeting di rimini 6
E questo è il vero obiettivo di Matteo Renzi: un governo del presidente guidato dall'ex presidente della Bce Mario Draghi. Matteo Renzi è il primo che non vuole elezioni anticipate e, prima di incontrare Fico dovrà decidere come misurarsi la palla. Le uniche cose che ha confidato, nella più assoluta informalità, sono due. La prima: il Conte ter resta la via d'uscita più probabile, ma la situazione è ancora aperta a diverse soluzioni. E questo significa che Renzi non ha ancora rinunciato a disarcionare Conte, anche se si rende conto delle difficoltà.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
E il suo obiettivo, ora è più che mai, ha un solo nome: Mario Draghi. La seconda riflessione di queste ore riassume la vera mission di tutta la sua operazione politica: serve un governo più forte di quello uscente. Un governo Draghi. Certo, se l'orizzonte restasse quello del Conte ter, in quel caso alcune rivendicazioni sono ancora coperte. E riguardano le politiche del governo: economia, pandemia, educazione, ma anche giustizia. Renzi si prepara a chiedere un'inversione di rotta nella politica giustizialista segnata dal Guardasigilli Alfonso Bonafede.
movimento draghi presidente
Un cambio di marcia che implicherà anche la richiesta della «testa» del ministro? Per ora Renzi resta abbottonatissimo e l'unico segno di vita lo ha dato con un post molto misurato su Facebook: «La decisione del Presidente Sergio Mattarella è una scelta saggia che Italia Viva onorerà lavorando sui contenuti: vaccini, scuola, lavoro e ovviamente Recovery Plan sono le priorità su cui il Paese si gioca il futuro».
MATTEO RENZI draghi contestato con i coriandoli 4 WHATEVET IT TAKES - MARIO DRAGHI draghi contestato con i coriandoli 3