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    IL “VICTORIA’S SECRET SHOW”? E’ UNA MASCHERATA ASESSUATA DI MODELLE ALTE COME GIRAFFE E INNOCENTI COME FATINE - VIENE SEGUITA IN TV SOPRATTUTTO DALLE DONNE, GLI UOMINI NON RIESCONO AD ECCITARSI


     
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    Frank Cobola per “Cosmopolitan”

     

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    Quando ero piccolo, il catalogo di “Victoria's Secret” significava erezione sicura. Per le donne di casa riguardava la lingerie sexy, ma per me era materiale da masturbazione recapitato a domicilio. Se eri fortunato, lo agguantavi prima che tua madre lo gettasse nella spazzatura.

     

    Ora “Victoria's Secret” significa ibrido intimo a centrino e modelle sotto i riflettori che sfilano come nel video di "Smooth Criminal”. Guardavo lo show dell’”Earl's Court Exhibition Theater” a Londra e mi domandavo: “Come ci si fa a masturbare con questo? E se non si vuole né masturbazione né spendere soldi per comprare la lingerie, come si interagisce?”

     

    Sulla canzone dei T.Rex "Bang a Gong" hanno cominciato a marciare le valchirie ed ecco l’intimo del futuro, che poi è normale, se togli le gigantesche ali dorate. Sarebbe stato noioso senza la performance di Taylor Swift o di Ed Sheeran, continuamente distratto dai culi delle modelle.

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    Il primo reggiseno fa effetto, ma dopo poco non ti interessa più. Ti stupiscono quegli addominali, li vorrei avere io. Immagino che la passerella sia una prodezza da atleti, ma è più noiosa che guardare una partita di football. Inoltre, una volta spenta la tv, pupi andare a vedere esattamente le stesse immagini su internet ed avere esattamente la stessa esperienza. Forse anche migliore. Quando è finita la sfilata, ero felice. Strano a dirsi, dopo un’ora di splendide donne mezze nude. E’ stata una mascherata, un guazzabuglio di luci, suoni e costumi, che non so come possa eccitare.

     

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    Sonia Saraiya per “Salon”

     

    Il “Victoria’s Secret Fashion Show” è un fenomeno difficile da descrivere. E’ una sfilata ma registrata e pesantemente editata che va per un’ora in onda in prima serata. Le popstar si esibiscono e interagiscono con le supermodelle che marciano su e giù. Modelle chiamate “angeli”, che infatti indossano ali, anche se a tutti sfugge cosa c’entrino gli angeli con la lingerie. I reggiseni sono sapientemente potenziati, le terga attentamente abbronzate, i baci volano alla telecamera, e l’immagine sessuale è discutibile.

     

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    Come ogni anno, è arrivata la tradizionale lamentela dal “Parents’ Television Council”, che s’infervora per la semi-nudità e per l’immagine sessualizzata, soprattuto perché proposta subito dopo i cartoni animati. Il problema, per come la vedo io, è il contrario, e cioè che lo show non è abbastanza sexy. I comportamenti e i manierismi sono ipersessualizzati ma il contenuto è di plastica, vuoto, robotico.

     

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    In genere queste sfilate sono per gli addetti ai lavori, servono a presentare i prodotti e le tendenze della prossima stagione. E’ marketing camuffato da spettacolo. “Victoria’s Secret” fa la stessa cosa ma la porta direttamente al pubblico, senza intermediari. Invece di convincere investitori, critici e direttori di riviste di moda, il marchio mette tutto in negozio e mostra la merce al potenziale compratore.

     

    Lo show è concepito come reality, sfilata e pubblicità. Le modelle sono chiamate per nome, e sembrano giraffe, incredibilmente alte e magre, ma che traballano sullo stiletto. Quasi tutte frequentano o hanno sposato uomini ricchi e famosi, atleti, attori o popstar, continuando il loro percorso di impeccabile perfezione.

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    Eppure ogni donna sul palco, comprese Taylor Swift e Ariana Grande, appariva penosamente desessualizzata. La Grande si è presentata con una mise simil bondage che si scontrava con il volto da ragazzina, la Swift creava invidia più quando cantava che quando si mostrava in vestaglia, le modelle, dalle più famose alle meno famose, si ostinavano a tenere un’espressione di innocenza pur non avendo quasi niente addosso.

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    Sono angeli, fatine con le ali, favole esotiche. Queste sono la fantasie di chi? Soprattutto delle donne tra i 18 e i 34 anni, non degli uomini. C’è di più. “Victoria’s Secret” non vende solo lingerie, ma tutto ciò che bisogna fare per poterla indossare: esercizi fisici, dieta, regime. Il tipo di negazioni a cui la donna è abituata nella nostra cultura. Saremo tutti d’accordo che è molto difficile simulare l’entusiasmo per il sesso se non puoi mangiare nemmeno un pezzo di pizza.

     

    Il “Victoria’s Secret Fashion Show” serve a rendere le donne consumatrici. Se le donne su quella passerella possedessero davvero la propria sessualità, separatamente dallo spettacolo, dal trucco e dalla magrezza, forse le donne a casa si convincerebbero che anche loro possono essere sexy. E il marchio “Victoria’s Secret” andrebbe in crisi, perché è difficile vendere qualcosa di sexy alle donne che già ci si sentono.

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