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    IL VIDEO È FAKE MA LO SCAZZO È DEEP - RICCI CONTRO MASSIMILIANO PANARARI, CHE AVEVA CRITICATO IL DEEPFAKE DI RENZI A ''STRISCIA'' (VIDEO): ''LA BUTTA IN CACIARA, PER FORTUNA STAVOLTA CI RISPARMIA LA SOLITA SPOLVERATA DI DELEUZE E BAUDRILLARD CHE USA PER INSAPORIRE I SUOI SOUFFLÉS'' - IL GIORNALISTA: ''UNO SI SFORZA DI FARE ANALISI, DI PRODURRE ARGOMENTAZIONI E, INVECE, ZACCHETE, GIÙ BOTTE, E KALASHNIKOV VERBALE'' - RICCI SVELA: HANNO CENSURATO LA MIA REPLICA!


     
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    RICCI: PUBBLICANO LA REPLICA DOPO 3 GIORNI E LA CENSURANO PURE!

    https://www.striscialanotizia.mediaset.it/news/clamorosa-autorete-de-la-stampa_9721.shtml

     

     

     

     

    1. IL VIDEO DEL RENZI FALSO L' ULTIMO SALTO DI QUALITÀ NELLA MANIPOLAZIONE TV

    Massimiliano Panarari per ''la Stampa'' del 25 settembre

     

    Incredibile, ma verosimile. O, piuttosto, verosimile proprio perché tutt' altro che incredibile. Il video deepfake di Striscia la notizia, dove un falso Matteo Renzi sbeffeggia gli ex compagni di strada del Pd, il premier Conte e il presidente Mattarella, costituisce un autentico salto di qualità dal punto di vista della manipolazione. Peraltro, ancora una volta, all' insegna di quell' ambiguità costitutiva (e, non di rado, "pelosa" e strumentale) che caratterizza l' infotainment del programma-corazzata di Antonio Ricci. E anche se il "machiavellico" Matteo Renzi si è affrettato a complimentarsi con l' operazione, quanto andato in onda non si sottrae a una sfilza di interrogativi di vario genere.

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    La tecnologia deepfake circola a livello pubblico già da qualche tempo negli Stati Uniti, con filmati come quello in cui Barack Obama "confessa" di aver votato per Donald Trump alle presidenziali del 2016, e quello nel quale la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi appare in stato di ubriachezza. E così, lo Stato della Virginia ha approvato una pionieristica legge contro l' utilizzo dei deepfake (nella fattispecie, per cercare di limitarne l' applicazione sotto la forma del revenge porn). Con la messa in onda del fuorionda, presentato come «esclusivo» da Striscia la notizia (anche se qualificato come un fake, in seconda battuta, sul sito e sui social), siamo al primo caso di suo impiego su una televisione generalista e durante una prima serata.

     

    E, dunque, all' interno del palinsesto rivolto al pubblico "di massa", che si siede sul divano o sta cenando, e abbassa le difese dei filtri cognitivi allo scopo (più che legittimo) di rilassarsi. Il grande pubblico che risulta popolato di telespettatori - che sono anche, e soprattutto, cittadini-elettori - più anziani, o meno avvezzi alla conoscenza delle tecnologie.

     

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    Ricci ha così confermato il proprio ruolo avanguardistico nell' ambito della tv per tutti; e, del resto, dell'«ultima avanguardia storica» - il situazionismo - si è sempre proclamato erede. E con la deep fake news di lunedì sera la trasmissione di Canale 5 si è infatti dimostrata capace di realizzare un riuscito "matrimonio allargato" tra sberleffo neosituazionista, operazione politica (avente come bersaglio un potente un po' meno potente del passato, e che compete ora direttamente nella stessa prateria politica di Silvio Berlusconi) e l' ultimo grido delle tecnologie. A condire il tutto, infine, il consueto "marchio di fabbrica" di Striscia con il suo repertorio scatologico e sonoro di pernacchie, gesti dell' ombrello e risate registrate.

     

    E, fin qui, siamo nel combinato disposto nazionalpopolare e acchiappa-audience di cui Ricci è campione. Ma se dal simulacro baudrillardiano (e assai ingrassato) del leader della neonata Italia Viva passiamo a scenari più larghi dai dubbi si arriva all' inquietudine vera e propria e ai sudori freddi. Perché l' intelligenza artificiale e il machine learning consentono già ora di effettuare simulazioni pressoché perfette, e di sovrapporre immagini e audio rendendo l' attività di manipolazione praticamente irriconoscibile. E, mentre stiamo scrivendo, la tecnologia deepfake continua, minuto dopo minuto, ad avanzare, col rischio che il verosimile manovrato da qualcuno scacci il vero, e l' artificio cancelli il reale.

     

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    Alterando la competizione elettorale e politica, decostruendo la credibilità dei media e dell' informazione, condizionando pesantemente l' opinione pubblica, fiaccando ulteriormente la già infragilita legittimità delle nostre democrazie liberali.

    E se ci riesce un programma televisivo, figuriamoci cosa possono fare le macchine della disinformazione e della propaganda e i servizi delle potenze nemiche dell' Occidente (dalla Russia alla Cina).

     

     

    2. RICCI-PANARARI IL CONFRONTO SULLA MANIPOLAZIONE IN TV

    Lettera dell'ufficio stampa di Striscia (in realtà è Ricci che scrive) a ''La Stampa''

     

    Gentile Direttore, in merito all' articolo dal titolo "Il video del Renzi falso. L' ultimo salto di qualità nella manipolazione tv" (La Stampa, 25 settembre), precisiamo che Massimiliano Panarari afferma il falso quando scrive che solo in seconda battuta il filmato era stato qualificato da noi come fake sul sito e sui social.

     

    Come lei ben sa, avendolo pubblicato sul suo giornale il 20 settembre, ne avevamo già dato notizia in conferenza stampa davanti a decine e decine di giornalisti.

    ANTONIO RICCI ANTONIO RICCI

    Il Panarari, non solo non legge il giornale per cui scrive, ma neppure vede integralmente le trasmissioni di cui si perita di discettare. Infatti, in uscita dal filmato (riferendosi a Renzi), Ezio Greggio e Michelle Hunziker così commentavano: Greggio: "Ma è lui o non è lui? Certo che non è lui!"

     

    Michelle: "Ma è identico!"

    Greggio: "Ma scusi, secondo lei Renzi può dire cose di questo tipo?"

    Michelle: "Certo!"

    Greggio: "Ma no, al massimo le pensa, ma non le dice, non le dice, non le dice". Nei titoli di coda della trasmissione, inoltre, veniva chiaramente specificato: la voce di Matteo Renzi è di Claudio Lauretta.

     

    Da 31 anni Striscia esemplifica, scova e combatte quelle che un tempo venivano chiamate bufale e oggi sono diventate fake news, insinua il dubbio con il suo stile provocatorio che di certo non può piacere a chi è completamente privo di ironia.

    L' ufficio stampa di Striscia la notizia.

     

     

    3. IL GIORNALISTA: QUELL’IRONIA PERDUTA

    Massimiliano Panarari per ''La Stampa''

     

    antonio ricci antonio ricci

    Che dire? A volte non c’è gusto in Italia a essere diligenti (libera parafrasi da Roberto “Freak” Antoni). Uno si sforza diligentemente di fare analisi – discutibili e opinabili, naturalmente (e ci mancherebbe altro) –, di produrre argomentazioni, di passare in rassegna i fatti, e, invece, zacchete, giù botte, e raffiche di kalashnikov verbale. Piovono (parole come) pietre.

     

    Nell’articolo da cui ha preso le mosse questa querelle si cerca di indicare come, con il video deepfake su Renzi, Striscia la notizia abbia ulteriormente spinto in avanti i confini dell’infotainment nostrano, riconfermando il suo ruolo di trasmissione portatrice di un’«ambiguità costitutiva». Per cui, tra l’altro, alla bisogna e à la carte, questo programma campione di ascolti può autodefinirsi informativo oppure satirico – e, in questo modo “doroteo”, punta a sfangarsela sempre da critiche e obiezioni. E, soprattutto, avvolge i suoi telespettatori in una nebulosa molto postmoderna dove il verosimile può prevalere sul dato di fatto.

    antonio ricci antonio ricci

     

    Un «ruolo avanguardistico» rispetto alla tv generalista, come si scriveva, che si presta a molte riflessioni e, nella fattispecie del video, anche a qualche inquietudine, dal momento che il modello del cittadino informato è quello a cui tutti quanti teniamo, anche se la pensiamo in maniera diversa su tante cose (o mi sbaglio?). Ecco, di qui, a pensare di essere stati accusati di rappresentare una minaccia per le democrazie liberali ce ne corre, e parecchio (nell’articolo il riferimento era, un po’ realisticamente, alla Russia e alla Cina). Quell’inusitata imputazione sarebbe, decisamente, «troppa grazia Sant’Antonio!».

     

     Ah, stiamo parlando del santo patrono, non del nome di battesimo dell’inventore del programma – sempre a scanso di equivoci, che qui non si mai come vengono prese le parole da chi dell’ambivalenza ha fatto il proprio marchio di fabbrica. E, già che ci siamo, potremmo pure dire che, dal berlusconismo al grillismo, c’è tanto riccismo nella politica e nell’antipolitica italiane. Una valutazione analitica, e pure una considerazione che riconosce il ruolo rilevante che gli spetta nell’immaginario televisivo (e non) italiano di questi ultimi decenni, ma c’è il rischio che qualcuno se la prenda a male, e allora meglio “sopravvolare” (come diceva Corrado Guzzanti).

     

     Del resto, si sa, il Ricci è ispido come un vero ricci(o). Mica è tondo come il Gabibbo. E, quindi, la «precisazione» non lesina fattoidi, affermazioni strampalate e offensive (“scie chimiche” de che?) e anche qualche attacco sul piano personale. E la butta in caciara, termine romanesco che rende perfettamente il significato delle armi (comunicative) di distrazione di massa utilizzate per distogliere l’attenzione dai veri punti in questione. E dire che il situazionismo teorizzava l’ironia e, soprattutto, l’autoironia, come dovrebbe ben sapere chi se ne dichiara erede.

     

     

    4. LA CONTRO-REPLICA

    Lettera dell'ufficio stampa di Striscia (in realtà è Ricci che scrive) a ''La Stampa''

     

    MASSIMILIANO PANARARI MASSIMILIANO PANARARI

     

    Le chiacchiere stanno a zero.

    Ribadiamo che Massimiliano Panarari ha semplicemente, e con la solita approssimazione, riportato fatti non veri.

    Tra l' altro è a disposizione di tutti sul nostro sito il filmato della conferenza stampa dove Ricci, davanti a decine e decine di giornalisti, ha chiarito il senso della provocazione dell'«inquietante» filmato che in seguito è stato trasmesso.

     

    È Massimiliano Panarari a buttarla in caciara, questa volta per fortuna ci risparmia la solita spolverata di Deleuze e Baudrillard che usa per insaporire i suoi soufflés.

    Spiace però notare che l' esperto di ambiguità (scrive per la casa editrice di B.) non abbia colto anche quanto riccismo ci sia nel trumpismo e nel putinismo.

     

    Apprezziamo il suo tentativo di fare l' ironico e il simpatico, se vuole ci proponiamo gratuitamente come tutor per un corso, ci piacciono i casi disperati.

    L' ufficio stampa di Striscia la notizia.

     

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