Guido Santevecchi per il "Corriere della Sera"
wuhan a un anno dal lockdown 16
Un anno e mezzo dopo il primo allarme sulla «polmonite sconosciuta in Cina», le accuse, le teorie complottiste, c'è un rapporto di 120 pagine sull'origine del Sars-CoV-2, il coronavirus che ha diffuso la pandemia. Lo hanno compilato 34 scienziati: 17 dell'Organizzazione mondiale della sanità e 17 cinesi (che li hanno assistiti, guidati e seguiti in ogni spostamento a Wuhan).
La pubblicazione ha riacceso lo scontro politico tra l'Occidente e Cina, con un commento denso di sospetti scritto da Washington, i dubbi inattesi del direttore generale dell'Oms e una risposta sdegnata da Pechino. Il documento dell'Oms presentato a Ginevra ha affrontato quattro ipotesi:
1) trasmissione diretta del coronavirus da una specie animale all'uomo;
2) salto attraverso una specie intermedia;
3) diffusione anche lungo la catena alimentare dei surgelati;
4) errore di laboratorio durante lo studio di un virus.
tedros adhanom ghebreyesus
Gli esperti internazionali a febbraio, alla fine della missione a Wuhan, avevano già anticipato di ritenere «estremamente improbabile» che il Sars-CoV-2 sia sfuggito per un incidente dall'Istituto di virologia di Wuhan, il famoso (e per i complottisti famigerato), laboratorio dove si studiavano anche i pipistrelli.
Come hanno ricavato questa «quasi certezza» i ricercatori dell'Oms? Discutendo con i colleghi cinesi e visitando la struttura a metà gennaio, quando finalmente sono stati ammessi a Wuhan per un'indagine durata un mese, con due settimane trascorse in una stanza d'albergo per la quarantena. In quel laboratorio e negli altri visitati a Wuhan, compreso uno che era stato spostato il 2 dicembre 2019 vicino al mercato Huanan, non sono state comunque rilevate «falle nella sicurezza».
BEN EMBAREK E LA MISSIONE OMS A WUHAN
Ma Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell'Oms che nel gennaio del 2020 era andato a Pechino a congratularsi con Xi Jinping per la reazione efficace della Cina ed era stato bollato da Donald Trump come «marionetta del Partito comunista» ha improvvisamente cambiato linea: ora dice che bisogna tornare ad indagare, «tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo», servono «dati più robusti» anche sul laboratorio. «Il quadro è parziale, le autorità cinesi non sono state trasparenti, non hanno fornito dati cruciali», ha aggiunto la portavoce della Casa Bianca senza fare riferimento al laboratorio di Wuhan.
joe biden
E subito l'Amministrazione Biden ha coalizzato un gruppo di 14 Paesi nella denuncia di ritardi e omissioni e invocato una «Fase 2» di inchiesta in Cina. Tra i firmatari della dichiarazione del Dipartimento di Stato di Washington, i governi di Australia, Canada, Giappone, Gran Bretagna e Sud Corea.
L'Unione Europea ha espresso preoccupazione, ma in forma più sfumata: «La missione è stata un primo passo utile, ma ha avuto un limitato accesso ai primi dati e campioni raccolti dai cinesi» a Wuhan all'inizio dell'epidemia. «Se l'Oms crede di dover indagare ancora e non ha trovato niente sulle origini del coronavirus in Cina, è chiaro che deve spedire i suoi ricercatori in altri Paesi del mondo, magari anche nel laboratorio militare americano di Fort Detrick», ribatte il ministero degli Esteri di Pechino. Gli scienziati Oms non sono nemmeno certi che il coronavirus sia partito dal mercato Huanan di Wuhan, dove si vendeva principalmente pesce, ma c'erano anche banchi di carne selvatica e gabbie con animali vivi.
joe biden presenta l american jobs plan
Il loro studio ammette la carenza di «raw data», tutti i dati grezzi sulle cartelle cliniche dei primi pazienti: è stato fornito solo un riassunto statistico secondo il quale dei 174 primi casi, registrati dai cinesi a partire dall'8 dicembre 2019, solo il 28% aveva un collegamento con il mercato Huanan; il 23% era passato attraverso altri mercati di Wuhan e il 45% non aveva «una storia di esposizione» ad alcun mercato. Per mesi le autorità cinesi hanno passato alla loro stampa notizie sull'individuazione di «tracce di coronavirus» negli scatoloni dei surgelati alimentari importati dall'estero.
I ricercatori dell'Oms non hanno scartato del tutto l'ipotesi della contaminazione degli imballaggi nella catena del freddo, ma non hanno trovato alcun caso di contagio con il personale che li ha maneggiati.
Perché neanche la propaganda di Pechino li ha trovati. La ricerca valuta come «molto probabile» il passaggio del coronavirus da un animale «serbatoio» a uno «ospite» e quindi il salto al genere umano. I pipistrelli restano i principali indiziati, seguiti dai pangolini.
joe biden xi jinping
Ma ammesso che il primo «colpevole» della lunghissima evoluzione e adattamento del coronavirus sia stato il pipistrello, bisogna continuare a studiare per identificare la specie intermedia che ha permesso al Sars-CoV-2 di insediarsi nell'organismo umano.
laboratorio di wuhan
Si è molto parlato dei pipistrelli che infestano le grotte dello Yunnan, lontane duemila chilometri da Wuhan, dove aveva fatto lunghe ricerche la professoressa Shi Zhengli dell'Istituto di virologia di Wuhan, soprannominata Bat Woman. Ma gli esperti dell'Oms spiegano che i pipistrelli portatori del coronavirus potrebbero essere annidati in altri Paesi e «il percorso è stato molto complesso». Inutile leggere le 120 pagine di relazione se si vuole sapere perché l'epidemia abbia investito per prima Wuhan. l'Oms osserva solo che «un focolaio esplosivo cominciò a Wuhan nel dicembre 2019. Solo i casi più gravi furono esaminati e riconosciuti dal sistema sanitario cinese». Dopo 16 mesi, 128 milioni di malati e 2,8 milioni di morti, il mondo aspetta ancora una spiegazione.
xi jinping wuhan institue of virology pipistrelli joe biden