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    VOLLEY, FORTISSIMAMENTE VOLLEY - DA STASERA LA NAZIONALE FEMMINILE DI PALLAVOLO SI GIOCA TOKYO 2020 (RAI2 21:15). PARLA MIRIAM SYLLA, CHE HA DA POCO PERSO LA MADRE, AFFRONTATO UN'ACCUSA DI DOPING (ERA CONTAMINAZIONE ALIMENTARE) E SCRITTO UN'AUTOBIOGRAFIA PER RAI LIBRI: ''ALL'INIZIO AVEVO RIFIUTATO MA POI…''


     
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    1. ITALIA-KENYA OGGI, PREOLIMPICO VOLLEY FEMMINILE 2019: ORARIO D’INIZIO E COME VEDERLA IN TV E STREAMING

    Stefano Villa per www.oasport.it

     

    Oggi venerdì 2 agosto si gioca Italia-Kenya, match valido per il torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. A Catania incomincia il caldissimo weekend che mette in palio un pass per i Giochi, le azzurre esordiranno contro la modesta compagine africana in un match da vincere a tutti i costi: la nostra Nazionale partirà con tutti i favori del pronostico e non dovrebbe avere particolari problemi contro una compagine ben lontana dal massimo livello internazionale. Le ragazze del CT Davide Mazzanti vogliono incominciare con il passo giusto prima di lanciarsi verso le decisive sfide contro Belgio e Olanda che andranno in scena tra domani e domenica.

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    Paola Egonu e compagne cercheranno di giocare con disinvoltura trovando il giusto affiatamento e quell’amalgama necessaria per affrontare con giusto piglio le avversarie di maggior spessore tecnico che incontreranno nel prosieguo del fine settimana. L’Italia è reduce da due amichevoli vinte contro la Turchia e della deludente Final Six della Nations League mentre il Kenya ha perso la Finale dei Campionati Continentali contro il Camerun, il nostro sestetto può fare leva su diverse giocatrici di grande spessore mentre le africane non hanno individualità di spicco.

     

    Di seguito il calendario completo, il programma dettagliato e l’orario d’inizio di Italia-Kenya, match d’apertura del preolimpico di volley femminile. La partita sarà trasmessa alle 21:15 in diretta tv su Rai Due, in diretta streaming su Rai Play e in DIRETTA LIVE scritta su OA Sport.

     

     

     

    Cosimo Cito per ''la Repubblica''

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    Miriam Sylla è e resta, a distanza di un anno dall’argento mondiale di Yokohama, il catalizzatore di energia della Nazionale di volley, che nel fine settimana a Catania si gioca la prima delle due sole occasioni di approdare al torneo olimpico. Contro Kenya, Belgio e Olanda, tra venerdì e domenica, le ragazze terribili che fecero innamorare anche il presidente Mattarella dovranno provare a vincere sempre: Tokyo 2020 sarà solo per la prima del gironcino.

     

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    Poiché nello sport tutto passa e il resto va con una velocità impressionante, l’Italia vicecampione del mondo il suo spazio deve nuovamente conquistarselo a suon di schiacciate. Palla a Sylla, allora, ai suoi 24 anni pieni di cose, storie, drammi, traslochi, amicizie perdute e ritrovate, città, memorie.

     

     

    Chiudere gli occhi e mettere tutto dentro un pallone da scaraventare a terra. O dentro un libro, come Tutta la forza che ho (Rai Libri), la sua autobiografia scritta a quattro mani con Maurizio Colantoni. «Eppure» confessa la schiacciatrice azzurra nata a Palermo da genitori ivoriani, «quando me l’hanno proposto, ho preferito inizialmente rifiutare. Forse per pudore, forse perché non mi sentivo pronta, e poi quante cose avrei potuto raccontare? Ho solo 24 anni. Invece, ripensandoci, l’idea mi è parsa interessante e adatta al momento della vita che sto vivendo. E poi questo libro è come una lettera a mia madre e alle persone che mi vogliono bene».

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    La madre di Miriam, Salimata, è scomparsa a fine 2018. Durante il Mondiale, Sylla ha giocato tenendo stretto nell’anima quel dramma in inesorabile evoluzione. «Spesso, troppo spesso non ci rendiamo conto del tempo che scorre e delle occasioni che perdiamo per dire alle persone quanto le amiamo e quanto sono importanti per noi. Così, ho voluto metterlo per iscritto, perché rimanesse».

     

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    Della storia di Sylla molto si sa: dal papà arrivato in Italia a cercare fortuna con una valigia tenuta assieme con lo spago, alla famiglia di Palermo, “i nonni adottivi” di Miriam, che lo presero in casa a lavorare. Miriam è nata in Sicilia, ma da ragazzina è dovuta emigrare al nord per diventare giocatrice di pallavolo. Il freddo di Olginate e Orago, la vita in convitto, i molti tornei giovanili vinti, e intanto il razzismo subito, «pochi episodi, in verità, ma amari» e le sue risposte folgoranti, «prima vanno al mare ad abbronzarsi e poi ci insultano?».

     

    Più forte di tutto, lei, che dal prossimo anno ritroverà anche nel club, a Conegliano, Paola Egonu, «mia sorella», coppia potenzialmente devastante che nell’ultima stagione si è divisa scudetto (per Sylla, in Veneto) e Champions League (per Novara, l’ex squadra dell’opposto azzurro). Tokyo vendicherebbe Rio, dove l’Italvolley femminile fu in grado di battere solo Porto Rico, e una vecchia storia di doping nata nel 2017 da una contaminazione alimentare che rischiò di costarle la carriera.

     

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    «Sarebbe comodo dimenticare, sui social però ho letto di tutto in quel periodo, e quei messaggi me li ricordo tutti, li ho letti tutti». Si stava perdendo. Da lì è iniziata la sua risalita a tempo di musica e segnata dai molti piercing, «ognuno è un ricordo importante», ma da nessun tatuaggio «perché ai miei genitori non piacevano». Il giorno più bello, al Quirinale, quando Mattarella, elencando i nomi delle azzurre, si soffermò sul suo, «siciliana come me». In Sicilia Miriam ritorna ora, la strada per Tokyo passa dalla sua isola bedda.

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