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    IL VOLO DI STATO RIFIUTATO DA ZAKI HA MANDATO IN SUBBUGLIO I SERVIZI E LA DIPLOMAZIA ITALIANA – LA DECISIONE DEL 32ENNE EGIZIANO DI TORNARE NEL NOSTRO PAESE CON UN AEREO DI LINEA HA MESSO IN GRANDE IMBARAZZO IL PRESIDENTE EGIZIANO AL SISI, CHE PENSAVA DI AVER LIBERATO “UN AMICO DELL'ITALIA” E NON “UN DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI” (LA REAZIONE DEL CAIRO: “FINO A DOMENICA A MEZZOGIORNO ESISTE UN DIVIETO DI ESPATRIO”) – NEANCHE IL GOVERNO ITALIANO HA APPREZZATO IL RIFIUTO DEL “PASSAGGIO” OFFERTO DIRETTAMENTE DAL SOTTOSEGRETARIO, CON DELEGA AI SERVIZI, ALFREDO MANTOVANO...


     
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    Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini per “la Repubblica”

     

    patrick zaki patrick zaki

    C’è chi la chiama “libera scelta”. Chi “provocazione”. E chi “coerenza”. Fatto sta che la decisione di Patrick Zaki di tornare in Italia con un volo di linea, e non come era stato predisposto con un mezzo messo a disposizione dal nostro Governo con tanto di passerella e photo-opportunity a Ciampino, ha movimentato le ultime 24 ore, dando molto da fare alla nostra diplomazia e ai Servizi di intelligence che pensavano, invece, di aver archiviato ormai il capitolo.

     

    E creato una tensione per le prossime: bisognerà tenere il fiato sospeso fino a domani a mezzogiorno, quando il vecchio divieto di espatrio che il ragazzo aveva sui suoi documenti dovrebbe scadere. E quindi Zaki potrà finalmente partire alla volta di Bologna. Fino a quel momento la linea è chiara: profilo basso.

    alfredo mantovano giorgia meloni alfredo mantovano giorgia meloni

     

    Patrick sarebbe dovuto salire tra venerdì e sabato su un volo messo a disposizione del Governo italiano, con destinazione Ciampino. A deciderlo era stato direttamente palazzo Chigi, con il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha seguito personalmente il dossier nelle ultime settimane quando, appunto, ha conosciuto una brusca e favorevole accelerata. […]

     

    Ma, soprattutto, che quella scelta non sarebbe stata coerente con quello in cui ha sempre creduto, con il suo ruolo cioè “di difensore dei diritti umani, che per natura è indipendente dai governi” spiegano alcune delle persone che gli stanno vicine. Una “libera scelta” appunto.

    alfredo mantovano giorgia meloni alfredo mantovano giorgia meloni

     

    Che, però, ha inevitabilmente provocato non pochi problemi con l’Egitto. Perché il governo di al Sisi credeva un di aver graziato un amico dell’Italia e invece ha trovato davanti a sé prima di tutto un “difensore dei diritti umani”. Creando così un precedente che – spiegano fonti della nostra intelligence – mette in grande imbarazzo il Cairo sul fronte interno, data la linea dura che il presidente Sisi ha sempre avuto con tutte le ong che lavorano nel paese.

     

    patrick zaki patrick zaki

    A conferma che la scelta di Zaki non sia stata indolore, la comunicazione egiziana arrivata una volta ricevuta la notizia del rifiuto di salire sul volo italiana: “Fino a domenica a mezzogiorno esiste un divieto di espatrio per Zaki. Non può prendere un volo di linea”. […] Resta il fatto che l’esecutivo non ha certo apprezzato la scelta dell’attivista.

     

    Questo lo sanno anche gli “amici” di Zaki che infatti ci tengono a dire che “Patrick è assai grato all’Italia e a questo governo. Non c’è nessun problema, il suo non è un gesto contro. Ma per: per la sua coerenza, per rispetto a quello in cui crede. Nessun problema con la premier Meloni. La stessa scelta l’avrebbe fatta anche se il presidente del consiglio fosse stato, Giuseppe Conte, per dire”. […]

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