Claudio Bozza per corriere.it
NICOLA ZINGARETTI STEFANO BONACCINI
Per il Pd, le elezioni europee del 2019 erano state una Waterloo in un fortino rosso come l’Emilia-Romagna, dove la Lega centrò una vittoria storica: il centrodestra superò del 7% la coalizione di centrosinistra. Alle Regionali di domenica scorsa, però, nonostante molti sondaggi dessero i due candidati governatori Stefano Bonaccini (Pd) e Lucia Borgonzoni (Lega) praticamente alla pari, le cose sono andate in maniera assai diversa, visto che la coalizione dem ha recuperato 14 punti rispetto alle Europee 2019.
grillo
La grande rimonta del centrosinistra è stata sì una questione di sentimento, di richiamo alle radici politiche del territorio, ma in questa dinamica è stato decisivo un fattore chiave: «Gli elettori del M5S si sono spostati in blocco, votando per il Pd e per Bonaccini». È il cuore dell’analisi realizzata dall’Istituto Cattaneo, che ha fotografato i flussi elettorali confrontando Europee 2019 e Regionali 2020: in media, due elettori su tre delusi dal Movimento hanno virato su Pd e Bonaccini. Una dinamica di voto «anti Salvini», insomma, amplificata anche in parte dal voto disgiunto.
Forze terze decisive
stefano bonaccini prima del dimagrimento
«L’analisi che abbiamo condotto su quattro città (Forlì, Ferrara, Parma, Ravenna) mette in rilievo il ruolo determinante dei Cinque Stelle sull’esito del voto — scrivono Marta Regalia, Marco Valbruzzi e Salvatore Vassallo —. I due candidati hanno fatto quasi il pieno dei rispettivi elettorati, quindi le scelte degli elettori delle terze forze — in particolar modo del M5S — si sono rivelate decisive». Molti elettori pentastellati (il 71,5% a Forlì, il 62,7% a Parma, il 48,1% a Ferrara) hanno scelto la candidatura di Bonaccini e solo una minoranza ha deciso di optare per il candidato del M5S (Simone Benini) o per Borgonzoni.
Nella rimonta è stato rilevante anche il fattore «sinistra»: il profilo politico tenuto da Stefano Bonaccini è stato in grado di attrarre quei voti che, probabilmente, un altro candidato governatore non sarebbe stato in grado di conquistare. Il forte aumento della partecipazione al voto, dati alla mano, è stato registrato soprattutto nei grandi centri (a Bologna il record con quasi il 71% di affluenza), dove i consensi per il centrosinistra sono aumentati in maniera così rilevante da rivelarsi decisivi sul risultato finale.
BONACCINI MANGIA A UN GIORNO DA PECORA
Regione «contendibile»
Quasi tutte le liste del centrodestra hanno ottenuto un risultato positivo, sia in termini assoluti che percentuali, con l’unica eccezione di Forza Italia. Infatti, il partito di Berlusconi ha raccolto soltanto il 2,6% dei consensi, perdendo oltre 45mila voti e quasi 6 punti percentuali rispetto alle precedenti Regionali. Sia la Lega che Fratelli d’Italia, invece, hanno fatto registrare una crescita significativa. «Il partito di Salvini è passato dal 19,4% al 31,9% — evidenziano i ricercatori del Cattaneo —, incrementando i consensi di oltre 457mila voti.
Ugualmente, il partito guidato da Giorgia Meloni è cresciuto di 6,7 punti nel corso degli ultimi sei anni, passando dall’1,9% del 2014 all’attuale 8,6%». Complessivamente, la coalizione di centrodestra ha raccolto più voti della candidata alla presidenza regionale, arrivando al 45,4%, con un distacco di appena 2,7 punti rispetto allo schieramento di centrosinistra.
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2
Rimane infine chiara la struttura della divisione politica della regione, «con le aree più urbanizzate lungo la via Emilia, dove l’elettorato favorevole al centrosinistra rimane maggioranza o ritorna a prevalere, e le aree periferiche o montane nelle quali accade il contrario». Un fenomeno ormai così rilevante, che porta a i ricercatori del Cattaneo ad affermare senza dubbi che, nonostante la vittoria di domenica, «l’Emilia-Romagna non è più una regione “rossa” e che rimane contendibile».
L’exploit di Forza Italia in Calabria
salvini
In Calabria Jole Santelli, candidata di Forza Italia e sostenuta da tutto il centrodestra, ha stravinto con il 55,3 %. Il partito di Berlusconi è stato protagonista di un exploit (12,3%), affermandosi come primo partito della coalizione poco davanti alla Lega (che ha dimezzato i voti). In un quadro molto frazionato il Pd, pur incassando una sonora sconfitta con Pippo Callipo (30,4%), si è affermato come primo partito in assoluto (15,2%). Mentre il Movimento, in due anni, è passato dal 43 al 7 per cento.
LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 5 analisi voto emilia ZAYTSEV BONACCINI