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    ILARIA DE ROSA, LA HOSTESS ITALIANA ARRESTATA IN ARABIA SAUDITA PERCHÉ BECCATA DALLA POLIZIA CON UNO SPINELLO NEL REGGISENO DURANTE UNA FESTA IN SPIAGGIA, TRASCORRERÀ SEI MESI IN UN CARCERE ARABO. L’ITALIA NON HA ACCORDI CON I SAUDITI PER UN EVENTUALE TRASFERIMENTO IN UN PENITENZIARIO ITALIANO E LA LORO LEGGE NON CONTEMPLA LA CONDIZIONALE NONOSTANTE LA CONDANNA A POCHI MESI – LEI SOSTIENE CHE…


     
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    Estratto dell’articolo di Denis Barea per il "Corriere della Sera"

     

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    Ha sempre ripetuto: «Io con la droga non c’entro». E lo ha ripetuto anche davanti al giudice di Jeddah, in Arabia Saudita, dove era stata arrestata per il possesso di uno spinello trovato nel suo reggiseno, in circostanze poco chiare.

     

    Ma dopo due ore di camera di consiglio Ilaria De Rosa, la hostess di 23 anni di Resana (Treviso) arrestata il 4 maggio scorso e rinchiusa in un carcere saudita con l’accusa di possesso di stupefacenti, è stata condannata a sei mesi di reclusione. Gli altri tre amici, accusati dalla severissima giustizia locale, sono stati condannati a un anno e sei mesi.

     

    Ora Ilaria De Rosa avrà un mese per ricorrere in appello, una possibilità che potrebbe arrivare quando il tempo dietro alle sbarre sarà di fatto terminato. La legge saudita non contempla la condizionale, tanto più che alla hostess non è stata riconosciuta alcuna attenuante. La pena, qualora diventasse definitiva, dovrà inoltre essere scontata in un carcere arabo, visto che non intercorrono accordi con l’Italia che permettano di essere trasferita in un penitenziario italiano.

     

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    […] La hostess il 4 maggio scorso era a una festa con amici tunisini in spiaggia. A cena il blitz della polizia locale che le avrebbe trovato, dopo una perquisizione, uno spinello nascosto nella biancheria intima. […] «Nel rispetto della magistratura locale — si legge in una nota della Farnesina — il Consolato e l’Ambasciata d’Italia stanno prestando tutta l’assistenza possibile alla connazionale. Dopo la sentenza è stata chiesta un’altra visita consolare per permettere alla sorella di visitarla».

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