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Dal profilo facebook di Guy Chiappaventi
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C’era un filo rosso ieri, la matassa stava a Marsiglia. Cominciava nel ’38, dove la Nazionale italiana giocò la prima partita dei Mondiali di Francia. Trovò “un’accoglienza fragorosamente ostile, rappresentava un nemico politico da umiliare, non solo la squadra da battere (Giorgio Tosatti). Diecimila fuoriusciti anti-fascisti e una folla scatenata contro la “squadra di Mussolini”. Fu Silvio Piola nei supplementari contro la Norvegia ad ammutolire lo stadio.
A Marsiglia, è un vecchio vizio francese, in Francia pensano ancora che i tribunali italiani siano quelli degli anni ’30, ieri un’altra battaglia. Come se rigiocasse la squadra del fascio. La nota del ministero dell’Interno, la scenografia antifascista, i poliziottI a proteggere con gli scudi i calciatori della Lazio sui calci d’angolo. Poi, quasi 90 anni dopo Piola, è arrivato l’attaccante ossimoro, Immobile. Una spina nel fianco. Il corpo che ruota attorno alla gamba destra. Goal. Lo stadio zitto. È un filo rosso, lega i due centravanti-simbolo della Lazio. È una storia bastarda. È la nostra.
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