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Mesi fa l’app Immuni era stata annunciata come un qualcosa di rivoluzionario per capire se si è vicini a qualcuno potenzialmente positivo, peccato che finora abbia fatto flop.
Basta vedere i numeri per farsi un’idea: l’app creata dal ministero dell’Innovazione doveva automatizzare il lavoro di tracciamento e allerta, sgravando le strutture sanitarie. A oggi è installata sul 20% degli smartphone e ogni giorno si registrano oltre 60 mila nuovi download.
Ma per ora incide poco: su 232 mila casi da giugno a oggi, finora sono stati solo 1134 (0,5%) i casi in cui la app è entrata in funzione, allertando 22 mila contatti. Le regioni in cui la app si è attivata più volte sono la Lombardia, con 261 casi (lo 0,7%), l’Emilia-Romagna con 100 casi (0,7%), il Lazio con 76 (0,4%).
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Questo vuol dire che l’app forse non è in grado di attivarsi e di segnalare il virus. Oppure funziona ma i casi finora sono stati davvero pochi a fronte dei download. Difficile pensare a questa seconda ipotesi visti i numeri in crescita della seconda ondata.
E pensare che vogliono renderla obbligatoria
Il governo infatti pare voglia rendere obbligatoria l’app immuni per gli ingressi nei locali e sui trasporti pubblici. Ma come si fa a controllare? Un retroscena de La Stampa spiega che attualmente l’app per il tracciamento dei positivi non sta funzionando come dovrebbe e gli italiani non vogliono scaricarla. Per questo due settimane fa è partita una campagna pubblicitaria che ha incrementato i download, ma non abbastanza.
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Ma il presidente del Consiglio, d’accordo con gli esperti, sta maturando la convinzione di renderla obbligatoria. Sabato è uscito allo scoperto il capo politico del M5S Vito Crimi: “Occorre potenziare l’utilità di Immuni, rendendola obbligatoria per l’accesso a determinati luoghi o servizi e verificando che tutto il sistema sanitario sia in grado di sfruttarne le potenzialità”.
Ristoranti, locali e mezzi di trasporto sono luoghi dove secondo il premier Conte è immaginabile applicare l’obbligatorietà della app. Il punto è capire come farlo, viste le complicate implicazioni sulla privacy e i risvolti costituzionali. Come si controlla chi ha scaricato l’app?
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Per le Asl obbligo segnalare contagio su app Immuni
Intanto le Asl sono obbligate, così come dice il nuovo Dpcm, a segnalare i contagi sulla App Immuni. “Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività”. E’ una nuova disposizione introdotta dal dpcm con le norme anti contagio da Covid, in vigore da oggi. (Fonti Il Manifesto e LA Stampa).
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