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    IMMUNITÀ DI GREGGIO: IL GOVERNO HA NAZIONALIZZATO LE RAFFINERIE ISAB DI PRIOLO, IN SICILIA, DI PROPRIETÀ DEL COLOSSO RUSSO LUKOIL – L’ESECUTIVO HA APPROVATO IL DECRETO CHE DELIBERA L’AMMINISTRAZIONE TEMPORANEA DEL POLO INDUSTRIALE PER UN ANNO: UN SALVATAGGIO LAST MINUTE PER SUPERARE L’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, CHE PARTIRÀ IL 5 DICEMBRE E, SENZA INTERVENTO, AVREBBE PORTATO ALLA CHIUSURA CON CONSEGUENTE CATASTROFE OCCUPAZIONALE (CI SONO 10MILA LAVORATORI)


     
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    Federico Capurso per “La Stampa”

     

    raffineria lukoil a priolo raffineria lukoil a priolo

    Tempo serviva e tempo è stato trovato. Il governo ha approvato ieri sera in Consiglio dei ministri il decreto con le misure a «tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici», che mira a salvare le raffinerie Isab, a Priolo, in Sicilia, controllate indirettamente dal colosso russo Lukoil.

     

    La via indicata dall'esecutivo è quella dell'amministrazione temporanea del polo industriale, per un periodo di un anno, prorogabile una sola volta di ulteriori 12 mesi. Una ciambella di salvataggio, seppur provvisoria, utile a superare l'embargo al petrolio russo che scatterà dal 5 novembre e che avrebbe portato allo stop degli impianti, provocando quella che il presidente della Sicilia Renato Schifani ha definito una possibile «catastrofe occupazionale».

     

    ADOLFO URSO GIORGIA MELONI ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

    La premier Giorgia Meloni si dice «soddisfatta» per una norma che potrà «garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo», si legge in una nota diramata da palazzo Chigi. «Scopo dell'intervento d'urgenza - prosegue - è tutelare, al tempo stesso, un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l'intera nazione».

     

    Plauso al governo, «per aver garantito la continuità produttiva occupazionale» che arriva anche dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra. La proposta di mettere la raffineria sotto amministrazione fiduciaria era sul tavolo del governo Draghi già a settembre, portata avanti dal senatore siciliano del Pd Antonio Nicita.

     

    raffineria lukoil a priolo 3 raffineria lukoil a priolo 3

    Con la gestione fiduciaria, spiega Nicita, «possono essere firmati contratti di approvvigionamento di petrolio non russo, validare gli stessi con il sistema sanzionatorio statunitense, far ripartire le linee di credito, permettere cambi proprietari, applicando la normativa sul Golden Power per garanzie occupazionali e di investimento».

     

    È stata poi messa sul tavolo, oltre al decreto salva-Lukoil, l'ipotesi di chiedere a Bruxelles una proroga della deroga sulle sanzioni al petrolio russo, come quella già incassata nei mesi scorsi da Bulgaria e Croazia. Si eviterebbe così che altri operatori possano avvantaggiarsi a danno dell'Italia sfruttando una triangolazione con Paesi, come la Turchia, che non sono soggetti alle sanzioni a Mosca.

     

    adolfo urso giorgia meloni adolfo urso giorgia meloni

    Questa seconda strada è però più lunga, necessita di una trattativa con l'Ue, e non offre certezze. Il salvataggio, invece, andava fatto subito, perché con l'entrata in vigore dell'embargo, lunedì prossimo sarebbero rimasti a casa i circa mille dipendenti diretti dell'azienda e avrebbero perso il posto anche i duemila lavoratori legati all'indotto. Non solo.

     

    La raffineria di Priolo rappresenta il 53 per cento del Pil della provincia di Siracusa. Secondo alcune stime, il colpo mortale dato a quell'area industriale avrebbe quindi messo a rischio, in tutto, diecimila posti di lavoro. La chiusura avrebbe portato un problema ben oltre i confini dell'isola. Il polo industriale della Lukoil, infatti, produce il 22 per cento dei prodotti derivati dalla raffinazione (tra carburanti, gasolio e benzina) usati in Italia.

     

    raffineria lukoil a priolo 1 raffineria lukoil a priolo 1

    Secondo le valutazioni di Confindustria, la percentuale potrebbe essere addirittura del 30 per cento. La scelta di ricorrere all'amministrazione fiduciaria ripercorre quanto fatto dalla Germania, a fine estate, per evitare la chiusura delle filiali tedesche del colosso russo Rosfnet. Caso simile a quello di Lukoil. Come spiegava il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in un'intervista pubblicata ieri su questo giornale, «la Lukoil prima prendeva circa il 10-15% del proprio petrolio dalla Russia. Poi però, essendo un gruppo russo, a causa delle sanzioni ha dovuto prendere il petrolio al 100% dalla Russia, perché non aveva credito per acquistarlo altrove». L'embargo sarebbe stato il colpo fatale.

    GIUSEPPE GIANNI SINDACO PRIOLO GIUSEPPE GIANNI SINDACO PRIOLO inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 1 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 1 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 3 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 3 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 6 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 6 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 2 inchiesta del wall street journal sulla raffineria di priolo in sicilia 2 raffineria lukoil a priolo 2 raffineria lukoil a priolo 2

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