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    CASALEGGIO PARAGURU-SHOW A TORINO: “NON HO I SUPERPOTERI. SONO COME VOI”


     
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    Nadia Ferrigo per "la Stampa"

    GIANROBERTO CASALEGGIOGIANROBERTO CASALEGGIO

    Di Gianroberto Casaleggio, si sa poco. Allergico al pubblico, vive tra Quincinetto, poco più di mille abitanti ai piedi delle Alpi, e Milano, sede della Casaleggio Associati. Ma si sa, il mistero è la più antica - e in questo caso la più efficace - arma di seduzione. Così l'arrivo alla Galleria di Arte moderna di Torino del «guru» del Movimento 5 stelle è preceduto da una baraonda di giornalisti, cacciati poco prima dell'inizio della conferenza dei piccoli imprenditori organizzata da Confapri.

    OGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTAOGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTA

    Tra il pubblico - non più di qualche decina di persone, giornalisti imbucati compresi - si rumoreggia, tutti sono curiosi di sentirlo parlare dal vivo. Casaleggio si presenta: «Io sono un piccolo imprenditore, come voi. Ho i vostri stessi problemi, se li risolvo per me, li risolvo anche per voi. È un conflitto di interessi». A seguire una breve biografia: «Sono stato progettista alla Telecom, poi ho fondato la mia piccola attività a Milano. Mentre noi stiamo parlando, c'è un'azienda che muore. Un genocidio».

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    Cravatta blu, giacca grigia stonata, segue punto per punto la scaletta e illustra il programma. Made in Italy, pagamenti alle piccole imprese entro 60 giorni, meno burocrazia, chiusura di Equitalia, meno tasse e abolizione dell'Irap, da ripianare con tagli ai costi della politica per 15 miliardi. Per finire l'innovazione.

    «Sono legato all'Olivetti, tuttora ho buoni rapporti con la famiglia. Quando passo in macchina in via Gervis, dove c'è l'Olivetti, preferisco accelerare. Dove c'erano 70 mila dipendenti, ora lavorano in 300. Abbiamo perso il valore dell'innovazione e con questo anche la speranza. Con la globalizzazione ogni prodotto si può vendere ovunque. Certo che non basta una pagina web scritta in italiano, ma si può fare. Grazie».

    GIANROBERTO CASALEGGIOGIANROBERTO CASALEGGIO

    Il suo intervento è finito, tocca alle domande dei piccoli imprenditori. Lui ascolta, annuisce, prende appunti. C'è chi dice di aver votato a 5 stelle già due volte e giura di essere disposto a farlo ancora, chi apertamente ammette di non averli mai votati, ma il punto per tutti è lo stesso: «Ora che siete in Parlamento, cosa avete intenzione di fare?».

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    Casaleggio svicola, parla sempre al plurale e torna più volte sulle commissioni parlamentari. «Noi cerchiamo di riportare il Parlamento alla sua centralità, per far lavorare le commissioni il prima possibile». «Ringrazio per le domande, ma non è in mio potere fare le leggi. Io sono come voi, mi sono esposto, non ho più una vita privata né una reputazione. Su di me scrivono falsità. Ho dato il mio contributo, fatelo anche voi».

    L'atmosfera si scalda quando una signora in platea lascia da parte le buone maniere: «Siete in Parlamento da un mese, se volete vi posso aiutare, darvi una mano. Di cosa avete bisogno per mandare via quelli lì?». Casaleggio ascolta con attenzione, le mani incrociate. «Noi siamo in Parlamento da poco tempo, siamo una forza di minoranza. Abbiamo occupato il Parlamento, più di così cosa possiamo fare? Entro due o tre settimane avremo tre decreti legge pronti per essere votati».

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    Si parla di banche («Se la banca non sostiene l'impresa sul territorio a cosa serve?»), di giornalisti («Abbiamo provato almeno all'inizio a parlare con i grandi media, ma abbiamo rinunciato. Noi diciamo A, loro scrivono B») e di euro («Non è importante che il Movimento sia favorevole o contrario, il Movimento propone, poi decidono gli italiani»). Tra le ultime testimonianze, quella di un ambulante che racconta la sua storia, guarda il guru e chiede: «Che cosa darò da mangiare ai miei figli?».

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    Casaleggio pare in imbarazzo, quasi sussurra: «Non ho i superpoteri, mi guardate sempre come se io potessi risolvere tutto». E poi, per la prima volta, forse per l'imbarazzo, sorride. Non passa inosservato. Luca Peotta, presidente della rete Imprese che resistono, si alza in piedi: «Casaleggio per la prima volta ha sorriso!». Applausi.

     

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