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Viviana Mazza per www.corriere.it
Una folla di persone di tutte le età si è riunita a Central Park sabato scorso. L’intento iniziale del concerto «I love NYC», organizzato molti mesi fa, era di festeggiare la fine della pandemia. Solo che la pandemia non è finita.
Ma i newyorchesi si sono riuniti lo stesso, a celebrare il fatto che «l’epicentro della pandemia è diventato l’epicentro della ripresa», come spiegava Kathy Brew, artista 68enne che è venuta con un’amica di 68 anni e che sorseggiava vino rosso sul prato con la sua amica 78enne Jo (nella foto), in attesa di ascoltare Patti Smith. Per entrare era necessario esibire il green pass, come accade dal 16 agosto nei ristoranti e luoghi al chiuso di New York (per i gestori che non lo fanno scatteranno multe salate a settembre).
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Le ragazze più giovani, sedute davanti a Kathy, cantavano «O sole mio» in coro con Andrea Bocelli. «Il virus è qualcosa con cui dovremo convivere a lungo», ammetteva la signora. «Ma a New York non c’è mai niente di gratis, questo concerto lo è, quindi non potevamo perdercelo».
Non è stato il Covid a fermare il mega spettacolo dove dovevano esibirsi anche Bruce Springsteen, Paul Simon e molti altri, ma l’uragano Henri ha costretto a evacuare sotto la pioggia migliaia di persone (Patti Smith e Bruce Springsteen non hanno mai cantato, ma il senatore Chuck Schumer si è preso molti applausi, mentre Long Island «dove nessuno si vaccina» e il sindaco Bill de Blasio molti insulti).
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La variante Delta
Il concerto era stato organizzato prima dell’ondata di variante Delta che preoccupa gli Stati Uniti. I nuovi casi sono 149mila al giorno, un dato simile alla pandemia in febbraio. I morti sono circa 1.000 al giorno. La situazione è più grave nel sud degli Stati Uniti.
Se a New York si registrano in media 4500 contagi al giorno, in Florida sono 23.314, in Texas 17.508. Nella costa del Golfo non ci sono più letti in terapia intensiva. I ricoveri in ospedale sono al livello più alto dall’inizio della pandemia in Alabama, Florida, Louisiana, Mississippi, Oregon e Washington.
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Pandemia dei non vaccinati
L’amministrazione Biden fatica a controllare quella che, a questo punto, è soprattutto una «pandemia dei non vaccinati».
Il 51% della popolazione è completamente vaccinato (tra le persone al di sopra dei 18 anni si tratta del 62%), con tassi più alti in città come New York (59%) e più bassi nella fascia meridionale (37% in Mississippi, 36% in Alabama, 39% in Arkansas).
In molti di questi Stati le scuole hanno già riaperto ma alcuni governatori hanno proibito o limitato l’obbligo della mascherina in classe.
I vaccini
vaccino pfizer
È arrivata intanto la piena approvazione del vaccino Pfizer da parte dell’agenzia federale Food and Drugs Administration. L’approvazione — finora concessa in emergenza a Pfizer, Moderna, J&J — dovrebbe facilitare gli obblighi alle vaccinazioni da parte di organizzazioni pubbliche e private, incluse alcune università.
C’è chi spera che questa ulteriore conferma dell’Fda potrà convincere anche una parte degli scettici. Il Pentagono per esempio attendeva questo passaggio per poter richiedere l’obbligo di vaccinazione a 1,3 milioni di soldati «al più tardi a metà settembre».
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L'amministrazione Biden ha stabilito che i dipendenti federali debbano vaccinarsi o sottoporsi a tamponi regolari e sta progressivamente ampliando i provvedimenti a vari settori. Ma lo stesso Donald Trump ad un comizio in Alabama ha detto sabato ai sostenitori di vaccinarsi (lo hanno fischiato).
Le scuole
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Nelle scuole, dove le famiglie speravano che i giorni peggiori fossero alle spalle, si registra soprattutto stanchezza e rabbia. Uno studente americano su quattro è tornato a scuola a metà agosto, quasi tutti faranno lezione in presenza, e quasi il 90% degli insegnanti sono vaccinati. Ma sette Stati americani guidati da repubblicani hanno proibito alle scuole di imporre agli studenti di indossare le mascherine in classe, attraverso leggi statali o ordini esecutivi dei governatori.
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Si tratta di Texas, Florida, South Carolina, Utah, Iowa, Oklahoma e Arizona, dove i governatori rivendicano che la mascherina debba essere una scelta individuale, nonostante la raccomandazione a indossarla dell'agenzia federale per la Sanità, i Centers for Desease Control a causa della preoccupante nuova ondata di contagi causata dalla variante Delta. Ma alcuni distretti si sono opposti all'interno di quegli stessi Stati.
GREG ABBOTT
In Texas, dove solo il 45% della popolazione è vaccinato, i distretti scolastici di Dallas, Houston e Austin hanno violato l'ordine esecutivo del governatore Greg Abbott, e la città di San Antonio si è rivolta a un tribunale per contestarlo. Il governatore Abbott ha vietato l'obbligo delle mascherine mentre l'emergenza era così grave che lui stesso ha dovuto chiedere aiuto fuori dallo Stato.
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La scorsa settimana Abbott, che è vaccinato, è risultato positivo al virus dopo aver partecipato a numerosi eventi senza mascherina. Almeno tre cause sono state aperte in Florida contro il governatore Ron DeSantis: il suo ordine esecutivo non è un divieto vero e proprio alle scuole di imporre le mascherine ma prevede che i genitori possano scegliere che i figli non le usino.
DeSantis ha minacciato di togliere lo stipendio ai dirigenti scolastici — funzionari eletti — che violano l'ordine esecutivo, mentre il suo collega della South Carolina Henry McMaster ha minacciato di sottrarre i fondi statali agli istituti ribelli. I genitori sono divisi: a Houston quelli contrari alle mascherine fanno causa alle scuole che le impongono. Un genitore in North Carolina ha dato un pugno in faccia all’insegnante della figlia, perché la scuola richiedeva le mascherine agli studenti.
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In un istituto del Texas, un altro genitore ha strappato la mascherina dalla faccia del professore. In Kansas, i funzionari locali della contea di Douglas sono stati contestati da una folla infuriata quando hanno imposto l’obbligo a indossarle ai bambini tra i 2 e i 12 anni. Dirigenti scolastici, funzionari distrettuali, medici e leader locali vengono paragonati ai nazisti e ai talebani.
A New York le scuole pubbliche impongono l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, senza opzioni alternative.
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Terza dose
L‘Amministrazione Biden ha deciso che la maggior parte degli americani dovrebbe ricevere una terza dose di vaccino anti-Covid otto mesi dopo la seconda. L’obiettivo è di fornire a chi ha ricevuto Pfizer o Moderna una protezione rafforzata, in un momento in cui la variante Delta sta causando una nuova ondata di contagi in gran parte degli Stati Uniti.
VACCINI AMERICANI
La data di inizio della somministrazione delle terze dosi potrebbe essere metà settembre, ma dipenderà anche dall’autorizzazione della Food and drugs administration, l’agenzia sanitaria federale. Dovrebbe esserci un richiamo disponibile anche per chi si è vaccinato con Johnson&Johnson — scrive il New York Times — ma si aspettano i risultati dei test clinici, che dovrebbero arrivare a fine agosto.
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La terza dose è già stata autorizzata negli Stati Uniti per le persone immuno-compromesse. Poi sarà il turno dei lavoratori del settore sanitario, dei residenti nelle case di cura e dei settori di emergenza, seguiti dalle persone anziane, che sono state le prime a ricevere le due dosi e per i quali a settembre saranno passati otto mesi.
È una decisione che solleva anche il tema delle diseguaglianze tra i cittadini dei Paesi che hanno disponibilità di vaccini e quelli che ancora vorrebbero ricevere la prima o la seconda dose. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto una moratoria sulle terze dosi fino alla fine di settembre.
VACCINI A NEW YORK
Le aziende
Aziende come Walmart, Google, Facebook, McDonald's, Walt Disney, Citigroup, United Airlines hanno iniziato a esigere che alcuni o tutti i dipendenti siano vaccinati. Quando, lo scorso marzo, la rete di ospedali Houston Methodist Hospital ha obbligato lo staff di 25mila persone a vaccinarsi, in 178 hanno rifiutato e diversi di loro hanno fatto causa dopo essere stati licenziati. Il giudice ha dato ragione all'azienda.
Sono circa 500 gli ospedali e 700 le università pubbliche e private che lo richiedono al personale, ha detto ieri Jeff Zients, lo «zar del Covid» della Casa Bianca la scorsa settimana. Anche se i tribunali hanno storicamente difeso il diritto dei datori di lavoro di chiedere ai dipendenti di vaccinarsi, molte aziende all'inizio temevano le reazioni dei dipendenti «no vax», tra l'altro in momento di carenza di manodopera.
politica e vaccino negli usa
Alcuni Stati hanno firmato leggi per proibire la discriminazione del personale non vaccinato e alcuni esperti dicono che per evitare denuncie sia meglio aspettare che i vaccini ricevano la piena autorizzazione (non solo di emergenza), ma il dipartimento di Giustizia sostiene che la legge federale non impedisce ai privati di imporre l'obbligo anche ora.
vaccinazioni anti coronavirus negli usa
Nelle ultime settimane il calcolo è cambiato. Con metà circa della popolazione ancora non vaccinata, le aziende temono che la variante Delta o l'emergere di varianti peggiori mettano a rischio la ripresa dell'economia.
Devono però tener conto di due eccezioni: chi si rifiuta per ragioni mediche o religiose (dovrebbero offrire loro un'alternativa all'inoculazione). La Chiesa cattolica nella maggior parte dei casi non sta però appoggiando i fedeli che cercano di evitare il vaccino con una esenzione religiosa.
coronavirus vaccino
Il cononavirus è qui per sempre?
Molti pensavano che, una volta vaccinati, la pandemia sarebbe finita. Lo stesso presidente Joe Biden aveva previsto che il 4 luglio sarebbe stato il giorno dell’indipendenza dal virus. Ma il Covid è cambiato e con esso le aspettative.
Oggi nel dibattito sui richiami c’è chi dice che è possibile che la terza dose sarà anche l’ultima e chi invece crede che ci saranno richiami annuali nel caso in cui il virus continui a mutare (sarebbero necessari richiami con una formula un po’ diversa, come accade con l’influenza).
APPUNTAMENTI COVID
I ricercatori stanno valutando anche quali siano gli intervalli più efficaci tra una dose e l’altra. L’intervallo tra la prima e la seconda dose era basato sul tentativo di proteggere più persone possibile nel minor tempo possibile, non necessariamente di proteggerle più a lungo possibile.