Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
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«E vidi che ciò che divideva me dal mondo non era qualcosa che riguardava noi neri in modo specifico, bensì si trattava della ferita inferta da coloro che ci hanno dato un nome, e che ora danno a quel nome più valore che a ciò che abbiamo realizzato, o che potremo mai arrivare a fare in futuro. In America, la ferita non è nata con la pelle più scura, labbra più piene, naso più largo, ma da tutto ciò che gli è stato costruito intorno». Così scrive Ta-Nehisi Coates nel libro Tra me e il mondo, un memoir sotto forma di lettera al figlio Samori nel giorno del suo quindicesimo compleanno.
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Pubblicato nel 2015, vincitore del National Book Award, è stato adottato da diverse insegnanti americane, tra cui Mary Wood, alla Chapin High School, una scuola superiore della South Carolina. […] Ma a febbraio, il «mese della Storia dei neri», alcuni studenti hanno scritto a un membro del consiglio scolastico che quel libro li faceva sentire «a disagio» e li faceva «vergognare» di essere bianchi.
Allora i testi sono stati requisiti e il corso sospeso; Wood, che è bianca, ha ricevuto una lettera di rimprovero dal preside. La scorsa settimana Coates è volato nello Stato per partecipare al Consiglio scolastico distrettuale, seduto al fianco della professoressa. Lo scrittore non ha detto una parola: il suo scopo era attirare i riflettori su di lei.
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Coates ha scritto quel libro in parte perché crede che sia le strade che le scuole abbiano fallito nello spiegare l’ingiustizia razziale, impedendo che si intraprenda davvero la via del cambiamento. «Insegnare letteratura significa raccontare storie. Gli studenti devono essere esposti a storie che li riguardano ma anche a quelle per loro poco familiari», ha detto alla riunione Tess Pratt, dirigente del dipartimento di Inglese della Chapin.
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«Nel giorno in cui ho tolto ai ragazzi i libri di Ta-Nehisi Coates, ho messo a tacere la sua storia. Non era una mia decisione ma rimpiangerò per tutta la vita quel momento perché è stato un errore». Il deputato repubblicano Robert J. May ha sostenuto invece che a scuola bisogna rappresentare una società che non vede il colore della pelle e non discrimina contro i bianchi a causa del razzismo del passato. Un altro adulto ha affermato che Wood merita il licenziamento: «Non è pentita, anche se ha violato la legge».
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