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    IN ATTESA DI RISOLVERE IL MISTERO SULLA SUA ETA', IL BABY RAPINATORE SERIALE BILAL, CHE HA MESSO A SEGNO ALMENO SETTE RAPINE A MILANO, RESTERÀ IN UN CARCERE MINORILE - IN UNA VECCHIA DICHIARAZIONE IL GIOVANE AVEVA DICHIARATO DI ESSERE NATO NELL’OTTOBRE DEL 2008, QUINDI AVREBBE SUPERATO LA SOGLIA PER ESSERE IMPUTABILE – IL “CORRIERE”: “SICURI CHE IL CARCERE SIA LA STRADA PIÙ EFFICACE? CHE BILAL SIA IRRECUPERABILE?”


     
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    Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”

    BILAL BILAL

     

    In attesa che si risolva l'enigma sulla sua età, Bilal resta in carcere. Questa volta non andrà in comunità, strutture da cui, tempo 24 ore, il giovanissimo rapinatore seriale è sempre regolarmente scappato. Ieri il gip dei minori ha infatti deciso la convalida dell'arresto eseguito dalla polizia all'alba di giovedì in piazza Duca d'Aosta, al termine di una doppia rapina ai danni di due italiani di 31 e 20 anni. E ha confermato la decisione di trattenere in un carcere minorile il dodicenne/quattordicenne che giovedì era stato trasferito al Cpa di Torino. Nel frattempo sarà fissata una data per un incidente probatorio che stabilisca una volta per tutte la vera età del ragazzo.

    BABY RAPINATORE MILANO BABY RAPINATORE MILANO

     

    Da un punto di vista strettamente tecnico, la vicenda sta tutta qua. Da sempre considerato non imputabile, in quanto 12enne, la procura minorile - con il pm Pietro Moscianese Santori - sospetta ora che Bilal di anni ne abbia invece 14. L'aggancio per la svolta è una vecchia dichiarazione dello stesso Bilal all'epoca di uno dei primi controlli. Era settembre. E agli agenti che lo avevano fermato in quella circostanza, il giovanissimo marocchino aveva dichiarato una data di nascita a metà di ottobre del 2008. Se fosse così, la soglia dei 14 anni ora sarebbe stata superata, e in attesa del giudizio le porte del carcere sarebbero a quel punto scontate.

     

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    Gli esami ossei (polso, mano, scapola, dentatura) a cui era stato sottoposto in assenza di documenti ed eseguiti al Labanof di Cristina Cattaneo, eccellenza internazionale in ambito medico legale, avevano però indicato per lui un'età compresa tra i 13 e i 14 anni. E non avendo compiuto con certezza i 14 anni, finora era stato sempre rilasciato. Anche dei nuovi accertamenti con l'incidente probatorio si occuperà il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'università Statale.

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    Superando i tecnicismi, resta la questione di fondo. Che riguarda Bilal, così come i tantissimi minori stranieri non accompagnati che popolano come fantasmi le vie della città. Sicuri che la risposta securitaria del carcere sia l'unica strada possibile, e la più efficace? Che Bilal sia «irrecuperabile»? Che dalla vita di strada non lo si possa strappare in altro modo? Che tra il circuito rivelatosi inefficace delle comunità e il marchio definitivo del carcere non ci sia altro?

    La storia (tutta da verificare) che il ragazzo ha raccontato al Corriere ha dell'incredibile. 

     

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    La fuga a 9 anni dalla natale Fez. L'imbarco a Tangeri, aggrappato al pianale di un camion, per raggiungere il «sogno» Europa. E poi tre anni di vagabondaggio in treno - e di furti e rapine, per «sopravvivere» ma anche «per mandare denaro a casa, ai miei genitori» - tra Spagna, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Danimarca. Le sue prime tracce nel nostro Paese risalgono a inizio agosto, quando viene fermato per strada solo e affidato a comunità nel Lazio e in Campania, da cui scappa presto. È l'inizio di uno schema destinato a ripetersi all'infinito. 

     

    Pochi giorni dopo viene bloccato a Torino dopo aver rapinato con alcuni complici un orologio a un 77enne. Poi a metà agosto è a Genova, dove aggredisce e rapina un ecuadoriano. Infine l'arrivo a Milano. Il primo colpo è della sera del 10 ottobre, in via Manzoni: tenta di rapinare del Rolex Daytona da 27mila euro un turista statunitense. Viene fermato e portato in una comunità di Genova. Passano 48 ore ed è di nuovo a Milano. 

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    I carabinieri lo incrociano in via Lazzaro Palazzi, dove lo inseguono e lo bloccano dopo aver strappato la collanina d'oro a una studentessa 21enne. Il 16 ottobre ruba la valigia a una coppia di giapponesi di fronte alla Centrale. Stessa trafila: è acciuffato dai carabinieri che lo portano in comunità, «evade», ed è di nuovo in piazza Duca d'Aosta, dove viene arrestato giovedì dopo il doppio colpo. «Non voglio stare chiuso in comunità - aveva detto Bilal poche ore prima - . Mi piace essere libero, girare. Questa è la mia vita». Salvo poi aggiungere: «Trovatemi un lavoro, mille euro al mese. Mi bastano e non rubo più».

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