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    LADY HUAWEI, GO AWAY – IN CANADA PROSEGUE IL PROCESSO PER L’ESTRADIZIONE IN USA DI MENG WANZHOU, FIGLIA DEL FONDATORE MILIARDARIO DEL GIGANTE DELLE TELECOMUNICAZIONI - È ACCUSATA DI FRODE BANCARIA CON UNA SOCIETA’ CHE OPERA IN IRAN - LA CINA MINACCIA: "A RISCHIO I RAPPORTI CON OTTAWA"


     
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    BRUNO RUFFILLI per repubblica.it

     

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    Il processo per l’estradizione di Meng Wanzhou negli Stati Uniti andrà avanti. Lo ha stabilito un tribunale del Canada, dove Meng, cittadina cinese e figlia del fondatore miliardario di Huawei, Ren Zhengfei, è stata arrestata nel dicembre 2018 su mandato delle autorità statunitensi. Nel suo ruolo di capo finanziario di Huawei, è accusata di frode bancaria per aver ingannato l'HSBC sulla relazione di Huawei con una società che opera in Iran, esponendo la banca a rischio di multe e penali per aver infranto le sanzioni statunitensi su Teheran.

     

    La decisione sulla cosiddetta doppia criminalità, un test chiave per l'estradizione, ha stabilito che le accuse di frode bancaria contro Meng sarebbero confermate in Canada. "In questo caso è possibile soddisfare il doppio requisito di criminalità per l'estradizione", ha dichiarato il giudice della Corte Suprema della Columbia Britannica Heather Holmes nella sua sentenza di 23 pagine. Meng Wanzhou continuerà quindi a vivere in un palazzo di Vancouver sulla base di rigorose condizioni di sicurezza.

     

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    La sentenza apre la strada all'udienza di estradizione per procedere alla seconda fase che inizierà a giugno, mentre le  arringhe finali sono previste tra l'ultima settimana di settembre e la prima di ottobre. Per la difesa di Meng il caso dovrebbe essere respinto perché il Canada non aveva in vigore sanzioni contro l'Iran e Meng non dovrebbe "essere una pedina o un ostaggio" nel rapporto Cina-USA.

     

    I legami tra le due superpotenze si stanno deteriorando costantemente in mezzo alle dispute sul commercio e sul futuro di Hong Kong. "La sentenza di oggi in Canada è solo l'inizio di un processo molto lungo. Siamo fiduciosi che alla fine sarà fatta giustizia", ha detto Reid Weingarten, un avvocato statunitense di Meng. In una nota ufficiale, Huawei ha fatto sapere di essere delusa dalla sentenza del tribunale canadese, ma di confidare nel fatto che il sistema giudiziario canadese alla fine proverà l’innocenza di Meng.

     

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    Il People's Daily, il giornale ufficiale del Partito comunista cinese al potere, ha scritto che la sentenza "renderà il Canada un patetico pagliaccio e un capro espiatorio nella lotta tra Cina e Stati Uniti". L'ambasciata cinese a Ottawa ha espresso forte insoddisfazione e ferma opposizione alla decisione su Meng e ha protestato formalmente. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha sollecitato l'immediato rilascio di Meng Wanzhou, affermando che "Canada e Usa hanno usato arbitrariamente il trattato bilaterale sulle estradizioni", violando "sicurezza e diritti legittimi di un cittadino cinese". Ottawa "dovrebbe correggere i suoi errori per evitare di danneggiare" i rapporti con Pechino.

     

    Intanto il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha ringraziato il Canada per la sua continua assistenza. Il ministero della giustizia canadese ha detto che i suoi avvocati si sono impegnati ad andare avanti il più velocemente possibile.

     

     

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