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    AVVISO AI NAVIGATI: IN CASO DI DIMISSIONI DI CONTE, MATTARELLA NON GIOCHERÀ LA CARTA DEL “GOVERNO DEL PRESIDENTE” - LASCERÀ AI PARTITI IL CERINO IN MANO E L’OBBLIGO DI CERCARE NUOVE MAGGIORANZE - MA IL QUIRINALE VUOLE CHE LEGA E CINQUESTELLE NON SCAPPINO DAVANTI ALLE RESPONSABILITÀ E TROVINO I MILIARDI DELLA MANOVRA 2020, CHE SAREBBE COME SVIGNARSELA SENZA PAGARE IL CONTO…


     
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    Ugo Magri e Fabio Martini per “la Stampa”

     

    MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

    Poche ore sono bastate perché nel Palazzo si diffondesse il timore di una «crisi preterintenzionale», una guerra di parole che, oltre le intenzioni dei duellanti, finisca per produrre un infarto del governo, portando dritti dritti ad elezioni anticipate. Per tutta la giornata i principali leader di governo e di opposizione - Salvini, Di Maio, Conte, Zingaretti, Berlusconi - hanno intrecciato telefonate, sms, segnali di fumo, dichiarazioni. Per provare a posizionarsi al meglio e per stanare gli avversari.

     

    di maio e salvini di maio e salvini

    Certo, quella delle elezioni in primavera per ora è soltanto un' ipotesi, ma come sempre in questi casi la semplice suggestione è bastata ad accendere paure e speranze tra leader e peones. In attesa che Salvini e Di Maio scoprano definitivamente tutte le carte e le loro più nascoste intenzioni, per il momento non c'è ancora un «partito delle elezioni», anche perché qualsiasi scenario deve confrontarsi con le determinazioni del Capo dello Stato. L'unica certezza: se i partiti volessero nuove elezioni, Sergio Mattarella non potrebbe impedirle. A differenza di quanto accadde in passato, stavolta ne mancherebbero i presupposti.

     

    DI MAIO SALVINI MATTARELLA DI MAIO SALVINI MATTARELLA

    Nel 2016 il Colle si era messo di traverso quando l'allora segretario Pd Matteo Renzi voleva precipitarsi alle urne, ma la legge elettorale non era agibile e, prima di sciogliere le Camere, Mattarella pretese che se ne facesse un' altra; idem l' anno scorso, prima che spuntasse l'alleanza gialloverde: il Presidente stava per mettere in campo un «suo» governo perché la soluzione non si trovava e c' era il concreto rischio di elezioni in pieno agosto.

     

    Ora invece non si vede a quale emergenza il Presidente potrebbe appigliarsi, anche volendo, per giustificare un gabinetto «tecnico». Oltretutto, chi lo sosterrebbe in Parlamento? E difatti, nei colloqui con le varie personalità salite al Quirinale, l' ipotesi di richiamare in pista Carlo Cottarelli o altre figure super partes, pare sia stata nettamente esclusa. Non è quella la strada che l' uomo del Colle seguirebbe.

     

    sergio mattarella carlo cottarelli sergio mattarella carlo cottarelli

    Qualora Conte si dimettesse, Mattarella non si discosterebbe di un millimetro dalla prassi più canonica: terrebbe consultazioni; si prenderebbe il tempo necessario per far emergere eventuali maggioranze alternative. Non è certo lui a desiderare nuove elezioni. Anzi dalle sue parti l' augurio è che tanto i Cinque Stelle quanto la Lega non sfuggano alla responsabilità di trovare i miliardi della manovra 2020, che sarebbe come svignarsela senza pagare il conto. Ma l' esito finale di una crisi, insistono i frequentatori del Quirinale, sarebbe nelle mani dei partiti.

     

    NICOLA ZINGARETTI NICOLA ZINGARETTI

    E se questi rifiutassero di continuare insieme, il presidente non potrebbe che allargare le braccia. In attesa che la vicenda Tav trovi una soluzione soddisfacente per i duellanti di governo e soprattutto si dissipi ogni dubbio sulle eventuali intenzioni di Salvini di giocarsi subito la partita elettorale, per il momento il «partito delle elezioni» resta sparuto.

    Silvio Berlusconi continua a sperare che da un' implosione gialloverde possa prendere forma in questa legislatura un governo di centrodestra, sostenuto da un drappello di «responsabili» e infatti prova ad allettare il suo ex amico Salvini: «Siamo pronti a sostenerlo come premier».

     

    berlusconi salvini berlusconi salvini

    Ma il leader di Forza Italia conosce a memoria l' ostilità leghista a questo scenario e proprio ieri Salvini ha ringraziato e rimandato al mittente l' offerta. E per questo motivo Berlusconi ha aggiunto: «Meglio votare domani mattina che tenere in piedi un governo che sta distruggendo l' economia». È la stessa posizione, che con altre parole, esprime quotidianamente Nicola Zingaretti.

     

    Ma con una differenza. Nei suoi primi colloqui informali con il Capo dello Stato il nuovo leader del Pd ha detto a Mattarella di essere pronto - in caso di crisi di governo - a seguire il percorso segnato dal Quirinale ma che ovviamente un partito impegnato in un nuovo corso, preferirebbe non cimentarsi in elezioni troppo anticipate.

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