RENZI ROSATO
DAGOREPORT
1. UN ROSATO CON SPINE PER RENZI
- Come mai, al primo scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica, il piccolo maresciallo di Italia Viva, Ettore Rosato, ha ricevuto 6 voti? E' una questione di bottega, dicono gli “addetti ai livori”. Tra lui e il suo dante-causa, Matteo Renzi, non ci sarebbe più il feeling di una volta. Quei 6 voti, nella loro irrilevanza, rappresentano un segnale, un pizzino mandato al senatore semplice di Rignano, per fargli capire che non può più disporre a piacimento di tutti e 44 i voti del partito, al pari degli leader dell’alleanza di governo (Conte, Letta, Casini, Berlusconi…).
2. COME SPUNTA CROSETTO?
guido crosetto giorgia meloni atreju
- Perché Giorgia Meloni ha spinto i suoi parlamentari a votare, al terzo scrutinio, il suo tutor e ideologo, il gigantesco Guido Crosetto (che ha incassato ben 114 voti)? Per ripicca verso Salvini. La Ducetta aveva proposto all'ex Truce del Papeete di convogliare, al terzo scrutinio, i voti del centrodestra su Carlo Nordio. Ma il duce leghista ha dovuto ammettere che non tutti nel Carroccio avrebbero rispettato la consegna di voto.
A quel punto "Gigiona" Meloni ha rotto gli argini e ha sfanculato Salvini e pure il centrodestra. Confermando, ancora una volta, che tra i due gli attriti sono superiori alle affinità. Patiscono le loro contraddizioni: si detestano cordialmente da quando è avvenuto nei sondaggi il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega e contendendosi la leadership del centrodestra si sgambettano appena possibile.
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Non solo. C’è un ‘’conflitto di interessi’’, una italica ‘’anomalia’’: un centrodestra spaccato in due che vede la Meloni, solitaria all'opposizione. Ma finché non sarà approvata una legge elettorale proporzionale, Salvini è sono condannato all'alleanza. Ovviamente la Ducetta non vuole rinunciare al maggioritario e con lei il suo amico-nemico Enrico Letta, nonostante la maggioranza nel Pd propenda per il proporzionale (soprattutto per non rischiare di essere stritolati dall'abbraccio mortale del declinante M5s).
4. CORTESIA ISTITUZIONALE PER LA CASELLATI
- Il fantasma di Maria Elisabetta Alberti Casellati Mazzanti Viendalmare aleggia sul Colle. Tutti ne parlano e (quasi) tutti arricciano il nasino. Ma perché la "carta coperta" di Salvini non è stata inserita nel "roseto del centrodestra" insieme a Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera? Un gesto di mera cortesia istituzionale per evitare una pernacchia preventiva alla seconda carica dello Stato a cui, a parte parenti e affini, nessuno nel Palazzo riconosce lo standing necessario per salire al Colle. (Oltre al suo capo di gabinetto, il temibile Rasputin Nitto Palma, tra i consigliori della Scassellati va aggiunto Giovanni Minoli, dicono).
SALVINI CASELLATI
5. SALVINI PUNTA LA PISTOLA ALLA TEMPIA DI LETTA: DOMANI SCONGELIAMO LA CASELLATI
- Salvini gioca la sua partita, fatta di minacce e strappi in avanti. E di un blitz. Il suo piano per la Casellati è: domani al quarto scrutinio la scongeliamo e la votiamo, nella pia illusione di avere i 505 voti per eleggerla. Alla Meloni avrebbe profetizzato: "Prenderà voti anche dai Cinquestelle, almeno da quelli che vogliono fare un dispetto a Conte".
pier ferdinando casini maria elisabetta alberti casellati
La pazza idea Casellati, con voto-blitz annesso, è anche un modo per mettere la pistola alla tempia di Enrico Letta: della serie "non tirare la corda sennò andiamo da soli". Il segretario del Pd, anziché rilanciare con una proposta, ha mostrato i muscoletti: "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all'opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un'operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. rappresenterebbe in sintesi il modo più diretto per far saltare tutto".
la presidente del senato maria elisabetta alberti casellati col suo capo di gabinetto nitto palma (2)
Ma è solo un gioco delle parti: nessuno può permettersi di far saltare maggioranza e governo in pandemia e in piena emergenza energetica e economica. Oggi Letta aveva lanciato l’idea a Salvini di aprire un tavolo attovagliando tutti i leader e trovare un accordo per il quarto scrutinio di domani. Salvini serata incontra i suoi: ma al centro c’è sempre il problema della Meloni che stando all’opposizione non vuole attovagliarsi con gli altri.
6. CASINI NON HA CHANCE DI ESSERE ELETTO: FATALE FU IL BACIO DELLA MORTE DI RENZI
CASINI RENZI
- Quante chance ha Pierferdinando Casini di essere eletto al Colle? Pochine. Enrico Letta non è così favorevole alla sua ascesa: eleggerlo vorrebbe dire fare un regalone a Renzi, che lo ha fatto eleggere nelle liste del Pd e l’ha lanciato nella corsa al Colle, e al suo "sabotatore interno" Franceschini, che in piena trance agonistica anti-Draghi sponsorizza Casini (e in subordine Amato), al quale riconosce un comune denominatore emiliano-romagnolo e democristone. Su-Dario è infervorato: "Con Draghi presidente della Repubblica, avremmo un governo commissariato con un altro tecnico a Palazzo Chigi".
BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Casini, che ha girovagato tra i partiti e le coalizioni come un giostraio gipsy, sconta però il veto di Berlusconi che lo considera un "traditore" diplomato. Conte lo voterebbe ma, visto che non controlla i gruppi parlamentari M5s, la volontà di Peppiniello Appulo vale come il due di bastoni con briscola a spade. Non a caso Teresa Bellanova, in un'intervista a "Linkiesta" di due giorni fa, lo ha fulminato: "Conte è un leader che non c'è".
enrico letta matteo renzi
La sinistra Pd (Orlando, Provenzano) e metà degli ex renziani rimasti tra i dem (Luca Lotti in testa) detestano Renzi e quindi, per transfer, sono contrari a tutto ciò che da lui arriva, compreso l'ipotesi Pierfurby. Nella Lega lo scetticismo sul Don Giovanni felsineo è alto: un tipino che è saltato da un partito all’altro finendo in Parlamento con i voti del PD renziano. Casini sconta il "bacio della morte" ricevuto da Renzi, ed è più divisivo di quanto la sua bonomia e paraculaggine non lo facciano apparire.
7- VOTARE CASINI, VUOL DIRE CADUTA DEL GOVERNO ED ELEZIONI ANTICIPATE, CHE NESSUNO VUOLE
CASINI DRAGHI
Non solo. Pierfurby sta sul cazzo anche a Draghi. Come scrive oggi Monica Guerzoni sul "Corriere": "E se dalle urne di Montecitorio dovesse uscire il nome del senatore centrista ed ex presidente della Camera, il premier lascerebbe? Se fosse eletto dalla stessa maggioranza che sostiene il suo governo, sarebbe difficile per Draghi abbandonare subito il campo. Ma se l'elezione di Casini o di un altro presidente spaccasse la coalizione di unità nazionale segnando la nascita di una “nuova stagione politica”, Draghi non vedrebbe altra via che rimettere il mandato. Scelta dolorosa e obbligata, che potrebbe portare il Paese al voto anticipato o aprire la strada al quarto governo della legislatura".
Amorale della fava: votare Casini, vuol dire caduta del governo ed elezioni anticipate, che nessuno vuole.
GIULIANO AMATO MARIO DRAGHI
8. PERCHÉ SALVINI È CONTRARIO ALLA CANDIDATURA DI GIULIANO AMATO?
- Perché Salvini è contrario alla candidatura di Giuliano Amato? Da parte del Truce, non c’è nulla di personale. Il suo "no" è dettato da ragioni interne al partito: i "duri e puri" che fanno capo a Borghi & Bagnai (una trentina di parlamentari) non vogliono vedere Amato neanche in cartolina.
9. DRAGHI PRONTO A LASCIARE PALAZZO CHIGI, IN CASO DI ELEZIONE DI CASINI O CASELLATI
pierferdinando casini maria elisabetta alberti casellati
- Avete presente l'indiscrezione circolata sui giornali secondo cui Draghi sarebbe pronto a lasciare palazzo Chigi, in caso di mancata elezione al Quirinale? Non è un'ipotesi completamente campata in aria. Mariopio considera se stesso il candidato naturale per il Colle, sente di essere "migliore" dei tanti nomi circolati in queste settimane. E solo un bis di Mattarella o l'elezione di Giuliano Amato, due pezzi da novanta di cui ha stima personale, lo terrebbero a palazzo Chigi senza masticare amaro.
GIULIANO AMATO SERGIO MATTARELLA
Anche perché Mattarella resterebbe a tempo, fino a fine dell’attuale legislatura. Amato ha 83 anni e, seppur lucidissimo, non è proprio un pupetto. Entrambi, insomma, potrebbero non "occupare" il Quirinale così a lungo come potrebbe fare, ad esempio, il 66enne Casini. Nonostante i retroscena farlocchi riportati dai quotidiani su una telefonata di Draghi a Pierfurby per smentire la contrarietà alla sua elezione ("E' umiliante che lo si dica"), in realtà Mariopio sarebbe pronto a lasciare Palazzo Chigi nel caso in cui siano eletti sul Colle Casini e Casellati: è convinto che non abbiano la giusta caratura internazionale: del resto, sul palcoscenico internazionale, chi li conosce?.
sergio mattarella e giuliano amato
10. DRAGHI, LA RIVINCITA DEL PEONES
- Draghi, nella sua piena transizione morfologica da mito a mitomane, vede solo se stesso al Quirinale. Ma i peones non vedono lui. E non solo per il timore di vedere saltare governo, legislatura e stipendio. L'ex Bce è così pieno di sé che potrebbe digiunare per tre mesi, e tratta tutti dall'alto in basso. E i parlamentari di provincia, i peones ex grillini, i miracolati della politica soffrono la sua albagia. L'arroganza del migliore.
E finché i voti si devono contare e non pesare, con i politici (anche se peones) bisogna trattare. Cosa che Draghi non sa fare, nonostante la lunga esperienza a stretto contatto con la politica, prima come Direttore Generale del Tesoro e poi come Governatore di Bankitalia. Non c'è niente da fare: Mariopio ama i tecnici, non i politici.
MARIO DRAGHI MEME
Perché i primi obbediscono, i secondi trattano. Un orientamento che si è manifestato appena insediatosi al governo. Nei primi due mesi il suo principale interlocutore sull'emergenza pandemica è stato il ministro della Salute, Speranza, poi rapidamente "rottamato" in favore del coordinatore del comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli.
11. DOPO MARIOPIO, CHI ORA AMA GIANNI LETTA?
draghi enrico gianni letta
- Che fine ha fatto Gianni Letta? Dopo essersi speso in lungo e in largo per favorire l'elezione di Draghi al Colle, spegnendo persino le velleità quirinalizie del Cav, il "Gran ciambellone" berlusconiano non si è perso d'animo. Ora prova a giocare un'altra partita: il suo nuovo "cavallo vincente" è Giuliano Amato. Insieme al Mattarella bis, il Dottor Sottile è l’altro asso che può far banco.
conte grillo
12. GRILLO COSTRINGE CONTE A SCARICARE LA CASELLATI
Al telefono, i due non hanno parlato di Draghi perché Giuseppi e Casalino (che tarocca la notizia con Mentana) sanno bene che Beppe Mao è favorevole a Draghi al Colle. È stato proprio l’Elevato Indagato a dare l’ok al governo Draghi. In verità nella telefonata Grillo ha cazziato Conte per l’asse con Salvini e perché stava portando i 5stelle a votare per la Casellati. Casualità dopo la telefonata tra Conte e Grillo, Giuseppi ha scaricato la Casellati.
giuliano amato
conte grillo